
Originariamente Scritto da
Pilot
Carissimi,
un felice 2009 a tutti Voi.
Veniamo al tema in oggetto: previsioni e previsori.
Alcuni commenti mi ricordano episodi della mia esperienza di volo, uno in particolare.
Come sapete esistono i programmi di simulazione su PC e popolatissimi sono i Club di appassionati di volo virtuale. C’è gente che in volo simulato ha il doppio delle mie ore realmente volate; un giorno uno di questi, un carissimo amico, non ebbe timore di manifestare con sussiego la sua grande esperienza di volo, le sue competenze nella navigazione ed i suoi crediti di pilota virtuale.
Mi offrii di portarlo in volo il giorno dopo. Scelsi un aereo molto stabile e pacioccone , in una giornata di perfetta calma d’aria e decollammo. A 1500 metri, ali livellate e velocità di sicurezza, gli dissi: “è tuo!”.
Dopo meno di un minuto eravamo alla soglia dello stallo, ripresi il comando e in un attimo riportai l’aereo nel migliore assetto.
“Cosa è successo?”, mi chiese l’amico. “Semplice”, risposi ” hai commesso una serie di lievi errori che in una situazione di volo simulato su PC, con i parametri di criticità del sistema messi al minimo non avrebbero mai configurato una emergenza reale”.
Atterrammo e, con grande simpatia, l’amico mi offrì un aperitivo (analcolico) e si iscrisse al corso per l’ottenimento del brevetto di volo. Ci ha messo molto impegno, ha imparato a valutare e vivere la criticità ed il rischio, ha acquisito il corretto atteggiamento di sensibilità e responsabilità, sa valutare il volo nella sua complessità di decisioni , pianificazione e sicurezza, facendo anche tesoro delle sue competenze “virtuali” di navigazione. Ha superato l’esame ed oggi è un valido pilota dell’Aviazione Civile, così come le altre decine di giovani piloti virtuali che ho poi messo in linea di volo in aeroporto.
Per i Meteorologi professionisti il profilo di esperienza e le categorie di criticità sono analoghe a quelle del pilota. Poco importa se questi provengono dalle folte schiere degli appassionati o sono l’esito di una ponderata scelta di vita: ogni giorno si devono confrontare ineluttabilmente con il futuro e, molto più spesso di quanto non si creda, dovendosi basare su sistemi di riferimento (i modelli) in totale opposizione tra loro.
Per così dire, devono “pilotare” le previsioni con saggezza e metodo. Non possono e non devono lasciarsi trasportare da facili entusiasmi o da superficialità nei comportamenti perché la loro responsabilità verso il pubblico è grave e davvero pesante per le molteplici implicazioni sociali, operative e di mercato che ne derivano.
Quando pensate alle loro previsioni, magari prodotte in momenti di estrema incertezza modellistica e di rapido scenario evolutivo, pensate che il meteorologo se ne è assunto la paternità di fronte a milioni di persone: una volta pubblicate non potrà mai più ritrattarle. Egli agisce e vive in un ambiente reale e non virtuale, il reset non è concesso.
Vivo tra i Meteorologi da oltre vent’anni e, nei casi di maggiore successo previsionale ,non ho mai visto alcuno di loro assumere atteggiamenti trionfali. Sarebbe un imperdonabile infantilismo e questo non è caratteristica dei seri professionisti dell’Atmosfera. Insomma , il trionfalismo non appartiene né ai piloti né ai meteorologi.
Per contro, in caso di errore, ho sempre visto severe analisi autocritiche volte alla costruzione di esperienza e di qualità.
Quando scendete dall’aereo che, tra difficoltà meteorologiche, organizzative, di personale ed infrastrutturali, vi ha portato felicemente a destinazione, quasi sempre vedete il Comandante prendere appunti sul volo effettuato e prepararsi al successivo. Così il Meteorologo: finisce il turno avendo già in testa la prossima configurazione barica. E’ parte attiva ed integrante della continua tensione al miglioramento in tutti i range delle previsioni: brevi, medi e lungo termine.
Mi permetto di evidenziare all’attenzione di chi mi ha letto sino a qui come, in piena analogia volo-meteo, per pilotare un mezzo aereo sia tassativo aver conseguito l’apposito brevetto e dimostrare continuità d’esercizio ma assurdamente un obbligo simile non abbia luogo in campo meteorologico.
Il brevetto, nel Meteo, corrisponde ad una laurea in Fisica dell’atmosfera con relativa specializzazione e l’abilitazione al rilascio di previsioni scaturisce da una certificata e continuativa attività professionale di qualità. In Italia niente di tutto ciò: da noi, giustamente, per installare una caldaietta domestica occorre un apposito patentino, ma chiunque può lanciare allarmi meteo, anche a vanvera.
Ed in questi giorni ne abbiamo visti di fulgidi esempi di “postcasting” (ovvero la nuova moda del nowcasting osservativo contrabbandato come previsione) e di “allerta neve a Milano, Milano chiederà pietà”.
Per cortesia, la Pietà è un nobile sentimento non mettiamolo di mezzo alle meteorologiche falsità.
Game Over.
Antonio Verga
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