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  1. #51
    Brezza leggera
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    Predefinito Re: Oggi ho scritto al direttore del Giornale

    Egregio direttore,
    non farò riferimento ai titoli della prima pagina del suo giornale perchè non è mia intenzione spiegare ad un ignorante cosa sia una nevicata a Milano o cosa sia il riscaldamento climatico.
    Mi limito a dirla che provo profonda vergogna di abitare in un paese dove anche i direttori delle principali testate sono degli emeriti imbecilli che pur di vendere qualche copia in più si inventano titoli assurdi.
    Spero che lei possa arrivare presto all'età della pensione, non voglio condividere il mondo del lavoro con persone così ignoranti.
    Cordiali saluti,
    Dott.Paolo Pagliardi
    odontoiatra
    Co-responsabile del coordinamento della campagna glaciologica del Servizio Glaciologico Lombardo.
    Paolo Pagliardi
    Oss.meteo di Iseo (attivo dal 1989)

  2. #52
    Toffa77
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    Predefinito Re: Oggi ho scritto al direttore del Giornale

    Citazione Originariamente Scritto da paglia Visualizza Messaggio
    Egregio direttore,
    non farò riferimento ai titoli della prima pagina del suo giornale perchè non è mia intenzione spiegare ad un ignorante cosa sia una nevicata a Milano o cosa sia il riscaldamento climatico.
    Mi limito a dirla che provo profonda vergogna di abitare in un paese dove anche i direttori delle principali testate sono degli emeriti imbecilli che pur di vendere qualche copia in più si inventano titoli assurdi.
    Spero che lei possa arrivare presto all'età della pensione, non voglio condividere il mondo del lavoro con persone così ignoranti.
    Cordiali saluti,
    Dott.Paolo Pagliardi
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    Mitico Paglia!

  3. #53
    Burrasca L'avatar di MarcoCdF
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    Predefinito Re: Oggi ho scritto al direttore del Giornale

    Citazione Originariamente Scritto da paglia Visualizza Messaggio
    Egregio direttore,
    non farò riferimento ai titoli della prima pagina del suo giornale perchè non è mia intenzione spiegare ad un ignorante cosa sia una nevicata a Milano o cosa sia il riscaldamento climatico.
    Mi limito a dirla che provo profonda vergogna di abitare in un paese dove anche i direttori delle principali testate sono degli emeriti imbecilli che pur di vendere qualche copia in più si inventano titoli assurdi.
    Spero che lei possa arrivare presto all'età della pensione, non voglio condividere il mondo del lavoro con persone così ignoranti.
    Cordiali saluti,
    Dott.Paolo Pagliardi
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    sei un mito

  4. #54
    Vento fresco L'avatar di yukon
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    Predefinito Re: Oggi ho scritto al direttore del Tg2...

    freddo polare in tutta la Toscana ...a 10000m la temperatura è scesa a -50°...

  5. #55
    Vento forte L'avatar di Ricky nibi
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    Predefinito Re: Oggi ho scritto al direttore del Giornale

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    Egregio direttore,
    non farò riferimento ai titoli della prima pagina del suo giornale perchè non è mia intenzione spiegare ad un ignorante cosa sia una nevicata a Milano o cosa sia il riscaldamento climatico.
    Mi limito a dirla che provo profonda vergogna di abitare in un paese dove anche i direttori delle principali testate sono degli emeriti imbecilli che pur di vendere qualche copia in più si inventano titoli assurdi.
    Spero che lei possa arrivare presto all'età della pensione, non voglio condividere il mondo del lavoro con persone così ignoranti.
    Cordiali saluti,
    Dott.Paolo Pagliardi
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    rido per non piangere, ho avuto la pessima idea di andarmi a leggere le prime pagine in pdf
    http://www.ilgiornale.it/lp_n.pic1?PDF_NUM=1372
    mi sono rovinato la giornata pensando a quante migliaia (o milioni) di persone arriva questa marea di (mode autocensura on)stupidatine(/mode autocensura off)
    osservatorio meteo dei Burnigui di Andalo Valtellino www.meteovaltellina.it
    http://www.youtube.com/elnibi

  6. #56
    Vento forte L'avatar di Ricky nibi
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    Predefinito Re: Oggi ho scritto al direttore del Giornale

    anzi, vi voglio male, ho trovato per caso la versione testuale dell'editoriale

    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=319265
    giovedì 08 gennaio 2009, 07:00
    LA BALLA SPAZIALE
    di Paolo Granzotto

    Adesso, se i membri dell’Accademia Reale delle Scienze disponessero di una seppur modica quantità d’amor proprio e volessero restituire al Premio Nobel quel poco di rispetto che tutto sommato si merita, dovrebbero convocare a Stoccolma Al Gore e Rajendra K. Pachauri, il presidente dell’Ipcc, Intergovernmental Panel on Climate Change. E lì, nella sala del concerto dell’Accademia Reale di Musica dove nell’ottobre del 2007 il Bibì e il Bibò del «global warming» ricevettero dalle mani di Re Gustavo il Nobel per la Pace - per la Pace! -, degradarli come si fa con gli ufficiali felloni o traditori. Con obbligo di restituire medaglia d’oro, diploma e, soldi sull’unghia, quel milione e centomila euri che ricevettero di prebenda.
    L’abbiamo scampata bella. Se non interveniva la Natura con le sue gelate, le sue piogge e le sue nevicate, se non ci si fosse messa di buzzo buono per riempire fino all’orlo fiumi, laghi e bacini, per rimpinzare - in un fiat, fra l’altro - con trilioni e trilioni di tonnellate di ghiaccio le calotte polari di sopra e di sotto oltre che ghiacciai di tutto il mondo, ivi compreso il dato per morto e sepolto Perito Moreno, se non avesse, insomma, voluto dimostrare che lei fa quel che più le pare e piace strabuggerandosene delle proiezioni matematiche dell’Ipcc e delle quattro puzzette emesse da noi umani, Al Gore e Rajendra K. Pachauri sarebbero ancor qui a dettar legge. Lasciamo stare noi, che da anni battiamo e ribattiamo per denunciare la grande bufala del riscaldamento globale di origine antropica. Contiamo niente, noi. Ma i 650 scienziati - non cialtroneschi dilettanti, non improvvisati cultori della materia: scienziati, fisici, geologi, meteorologi - ai quali, grazie al provvido intervento della Natura del quale abbiamo parlato si presta finalmente orecchio, non è che abbiano smantellato il dogma del «global warming» solo ieri. È da sempre che lo picconano, è da sempre che lo smascherano rivelandolo per quello che è: una balla planetaria. Ma la stampa internazionale (con rare eccezioni), le tivvù, i blogger, i Michel Moore, le stitiche star di Hollywood, i rincoglioniti da Facebook o altri «social network» per finire ai pecorariscanio, alla minutaglia ambientalista nostrana, tutti a irriderla, la scienza. Tutti a crogiolarsi nel catastrofismo.
    Mi ripeto, lo so e so anche che infierire sul vinto non è bello, ma tant’è: qualche tempo fa L’espresso sparò una mezza dozzina di pagine - con le solite fotografie delle zolle seccate dal sole, dello stento ciuffetto d’erba ingiallita - per annunciare al suo popolo di beoni che a far data 2022 la Puglia si sarebbe ritrovata totalmente desertificata. Niente più olivi e vigne. Solo sabbia e pietraie, pietraie e sabbia. E Repubblica? Avrà sfornato mille, duemila paginoni sul tema «Il pianeta ha un piede nella fossa». Attaccandosi a tutto, prendendo a pretesto i fatti più insignificanti o stravaganti. Come quella volta che lanciò l’allarme - e gli ci volle ovviamente un’intera paginata - per la diminuzione del numero delle farfalle in non ricordo più quale plaga del Sudamerica. Non si sa bene chi mai le avesse contate - prima e dopo - le farfalle, comunque sia, con matematica certezza i repubblicones attribuirono il calo della presenza dei lepidotteri all’effetto serra originato dalla dissennata attività umana. E gli orsi annegati per via dello scioglimento dei ghiacci polari? E il pesce flauto - uno, uno di numero - pescato nel Mediterraneo lui, lui il pesce, che bazzica abitualmente acque subtropicali? Ecco! Strillarono i repubblicones, il riscaldamento globale costringe i poveri pesciolini a risalire il canale di Suez e ciò dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio che tra due o tre anni il Mar Rosso entrerà in ebollizione.
    E cosa dire della mattana che colpì la società che si dice civile? Cosa dire di Fulco Pratesi che andava predicando di tirare lo sciacquone solo una volta ogni due giorni, di farsi il bagno solo una volta al mese e di cambiarsi la biancheria solo al mutare delle stagioni? Il tutto per risparmiare anche solo dieci litri di quell’acqua che il riscaldamento globale stava velocissimamente evaporando? Cosa dire dell’ossessione per la «carbon print», per l’«impronta ecologica» che falangi di bischeri tenevano aggiornata, attenti a non sforare i parametri? Tram in luogo di taxi uguale tre punti guadagnati, quattro se al posto del tram s’è inforcata la bicicletta. Dieci piani a piedi in luogo dell’ascensore punti due, virgola uno. Panino con la Bologna in luogo di spaghetti pomodoro e basilico uguale (per via del risparmio d’acqua e di gas) cinque punti tondi tondi. Punti preziosi, estremo omaggio al pianeta in agonia, già alla canna del gas.
    Che poi, se le conseguenze del canone catastrofista si fossero limitate al folklore del radicalume chic ambientalista o alle menate di Repubblica, amen. Potevamo anche farcene una ragione. Il guaio è che aveva finito per indurre eminenti statisti, tirati per i capelli dagli Al Gore, a sottoscrivere e giurare di rispettare i precetti di quell’incommensurabile bidone chiamato Protocollo di Kyoto. Bidone che all’Italia, cioè a noi contribuenti, sarebbe costato la bellezza di 180 miliardi (e qui è doveroso dirlo: puntando i piedi, mettendosi «fuori dall’Europa», rifiutandosi di sottostare ai diktat degli ayatollah ambientalisti, Silvio Berlusconi vide più lontano di tutti i Sarkozy e le Merkel e gli Zapatero messi insieme. Chapeau).
    Ma sì, ci è andata bene. Seppure in zona Cesarini, l’abbiamo scampata. Vecchia cara Natura, sempre pronta a metterci una buona parola e a sputtanare, scusate il termine, i cialtroni. Non ci resta, ora, che rimboccarci le maniche e con tanta pazienza chiarire alle nuove generazioni, cresciute ahiloro a forza di balle sul clima condizionato dalle lacche per i capelli o dal forno a legna d’una pizzeria, che la neve, la pioggia, il sole, il caldo o il freddo sono fenomeni naturali. Anche i capricci del tempo - e il tempo può essere molto capriccioso - sono fenomeni naturali. E non invece, come hanno fatto loro credere bombardandoli di fregnacce ecologiste, reazioni più o meno inconsulte di una sussiegosa Terra Madre indispettita per scarsa sensibilità ambientalista dell’uomo cattivo. Ci vorrà tempo, ma si convinceranno. Anche perché fra una dozzina d’anni potranno sempre andare a dare un’occhiata alla Puglia e ivi controllare se quelle che gli avevano raccontato erano verità scientifiche o panzane di ciarlatano.


    (mod sticazzi on)...(mod sticazzi off)
    osservatorio meteo dei Burnigui di Andalo Valtellino www.meteovaltellina.it
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  7. #57
    Uragano L'avatar di Conte
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    Predefinito Re: Oggi ho scritto al direttore del Giornale

    Citazione Originariamente Scritto da Ricky nibi Visualizza Messaggio
    anzi, vi voglio male, ho trovato per caso la versione testuale dell'editoriale

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    LA BALLA SPAZIALE
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    Adesso, se i membri dell’Accademia Reale delle Scienze disponessero di una seppur modica quantità d’amor proprio e volessero restituire al Premio Nobel quel poco di rispetto che tutto sommato si merita, dovrebbero convocare a Stoccolma Al Gore e Rajendra K. Pachauri, il presidente dell’Ipcc, Intergovernmental Panel on Climate Change. E lì, nella sala del concerto dell’Accademia Reale di Musica dove nell’ottobre del 2007 il Bibì e il Bibò del «global warming» ricevettero dalle mani di Re Gustavo il Nobel per la Pace - per la Pace! -, degradarli come si fa con gli ufficiali felloni o traditori. Con obbligo di restituire medaglia d’oro, diploma e, soldi sull’unghia, quel milione e centomila euri che ricevettero di prebenda.
    L’abbiamo scampata bella. Se non interveniva la Natura con le sue gelate, le sue piogge e le sue nevicate, se non ci si fosse messa di buzzo buono per riempire fino all’orlo fiumi, laghi e bacini, per rimpinzare - in un fiat, fra l’altro - con trilioni e trilioni di tonnellate di ghiaccio le calotte polari di sopra e di sotto oltre che ghiacciai di tutto il mondo, ivi compreso il dato per morto e sepolto Perito Moreno, se non avesse, insomma, voluto dimostrare che lei fa quel che più le pare e piace strabuggerandosene delle proiezioni matematiche dell’Ipcc e delle quattro puzzette emesse da noi umani, Al Gore e Rajendra K. Pachauri sarebbero ancor qui a dettar legge. Lasciamo stare noi, che da anni battiamo e ribattiamo per denunciare la grande bufala del riscaldamento globale di origine antropica. Contiamo niente, noi. Ma i 650 scienziati - non cialtroneschi dilettanti, non improvvisati cultori della materia: scienziati, fisici, geologi, meteorologi - ai quali, grazie al provvido intervento della Natura del quale abbiamo parlato si presta finalmente orecchio, non è che abbiano smantellato il dogma del «global warming» solo ieri. È da sempre che lo picconano, è da sempre che lo smascherano rivelandolo per quello che è: una balla planetaria. Ma la stampa internazionale (con rare eccezioni), le tivvù, i blogger, i Michel Moore, le stitiche star di Hollywood, i rincoglioniti da Facebook o altri «social network» per finire ai pecorariscanio, alla minutaglia ambientalista nostrana, tutti a irriderla, la scienza. Tutti a crogiolarsi nel catastrofismo.
    Mi ripeto, lo so e so anche che infierire sul vinto non è bello, ma tant’è: qualche tempo fa L’espresso sparò una mezza dozzina di pagine - con le solite fotografie delle zolle seccate dal sole, dello stento ciuffetto d’erba ingiallita - per annunciare al suo popolo di beoni che a far data 2022 la Puglia si sarebbe ritrovata totalmente desertificata. Niente più olivi e vigne. Solo sabbia e pietraie, pietraie e sabbia. E Repubblica? Avrà sfornato mille, duemila paginoni sul tema «Il pianeta ha un piede nella fossa». Attaccandosi a tutto, prendendo a pretesto i fatti più insignificanti o stravaganti. Come quella volta che lanciò l’allarme - e gli ci volle ovviamente un’intera paginata - per la diminuzione del numero delle farfalle in non ricordo più quale plaga del Sudamerica. Non si sa bene chi mai le avesse contate - prima e dopo - le farfalle, comunque sia, con matematica certezza i repubblicones attribuirono il calo della presenza dei lepidotteri all’effetto serra originato dalla dissennata attività umana. E gli orsi annegati per via dello scioglimento dei ghiacci polari? E il pesce flauto - uno, uno di numero - pescato nel Mediterraneo lui, lui il pesce, che bazzica abitualmente acque subtropicali? Ecco! Strillarono i repubblicones, il riscaldamento globale costringe i poveri pesciolini a risalire il canale di Suez e ciò dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio che tra due o tre anni il Mar Rosso entrerà in ebollizione.
    E cosa dire della mattana che colpì la società che si dice civile? Cosa dire di Fulco Pratesi che andava predicando di tirare lo sciacquone solo una volta ogni due giorni, di farsi il bagno solo una volta al mese e di cambiarsi la biancheria solo al mutare delle stagioni? Il tutto per risparmiare anche solo dieci litri di quell’acqua che il riscaldamento globale stava velocissimamente evaporando? Cosa dire dell’ossessione per la «carbon print», per l’«impronta ecologica» che falangi di bischeri tenevano aggiornata, attenti a non sforare i parametri? Tram in luogo di taxi uguale tre punti guadagnati, quattro se al posto del tram s’è inforcata la bicicletta. Dieci piani a piedi in luogo dell’ascensore punti due, virgola uno. Panino con la Bologna in luogo di spaghetti pomodoro e basilico uguale (per via del risparmio d’acqua e di gas) cinque punti tondi tondi. Punti preziosi, estremo omaggio al pianeta in agonia, già alla canna del gas.
    Che poi, se le conseguenze del canone catastrofista si fossero limitate al folklore del radicalume chic ambientalista o alle menate di Repubblica, amen. Potevamo anche farcene una ragione. Il guaio è che aveva finito per indurre eminenti statisti, tirati per i capelli dagli Al Gore, a sottoscrivere e giurare di rispettare i precetti di quell’incommensurabile bidone chiamato Protocollo di Kyoto. Bidone che all’Italia, cioè a noi contribuenti, sarebbe costato la bellezza di 180 miliardi (e qui è doveroso dirlo: puntando i piedi, mettendosi «fuori dall’Europa», rifiutandosi di sottostare ai diktat degli ayatollah ambientalisti, Silvio Berlusconi vide più lontano di tutti i Sarkozy e le Merkel e gli Zapatero messi insieme. Chapeau).
    Ma sì, ci è andata bene. Seppure in zona Cesarini, l’abbiamo scampata. Vecchia cara Natura, sempre pronta a metterci una buona parola e a sputtanare, scusate il termine, i cialtroni. Non ci resta, ora, che rimboccarci le maniche e con tanta pazienza chiarire alle nuove generazioni, cresciute ahiloro a forza di balle sul clima condizionato dalle lacche per i capelli o dal forno a legna d’una pizzeria, che la neve, la pioggia, il sole, il caldo o il freddo sono fenomeni naturali. Anche i capricci del tempo - e il tempo può essere molto capriccioso - sono fenomeni naturali. E non invece, come hanno fatto loro credere bombardandoli di fregnacce ecologiste, reazioni più o meno inconsulte di una sussiegosa Terra Madre indispettita per scarsa sensibilità ambientalista dell’uomo cattivo. Ci vorrà tempo, ma si convinceranno. Anche perché fra una dozzina d’anni potranno sempre andare a dare un’occhiata alla Puglia e ivi controllare se quelle che gli avevano raccontato erano verità scientifiche o panzane di ciarlatano.


    (mod sticazzi on)...(mod sticazzi off)
    Alla faccia dell'ignoranza, questa è presunzione da denucia. E noi stiamo qui a rischiare ban per ciò che scriviamo (e va bene così) mentre questi si permettono di sparare a zero su tutto perchè hanno il loro tornaconto politico e l'immunità garantita. Quanta malfede......
    Ma d'altro canto sappiamo bene le balle spaziali che racconta il loro padrone di casa, per cui di cosa vogliamo meravigliarci?
    Ultima modifica di Conte; 09/01/2009 alle 14:58
    Davis Vantage Pro2 wireless. LaCrosse WS 2300 cablata con schermo artigianale autoventilabile.
    "L'uomo non ha avuto il mondo in regalo dai suoi genitori, lo ha avuto in prestito dai propri figli"


  8. #58
    Burrasca L'avatar di MarcoCdF
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    Predefinito Re: Oggi ho scritto al direttore del Tg2...

    disarmante....

  9. #59
    Uragano L'avatar di Lou_Vall
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    Predefinito Re: Oggi ho scritto al direttore del Tg2...

    Siamo sempre alle solite.
    "Il Nord nella morsa del gelo" (Torino va a -3°,Milano a -2°,Venezia a 0°)
    "Nevicate record,non accadeva da sessant'anni" (30cm a Torino e Milano)
    "Freddo polare al Centro" (Campo Imperatore va a -20°)

    E quello che mi fa arrabbiare è che tirano fuori Capanna Margherita,Campo Imperatore,il Passo dello Stelvio,per far vedere minime di -20°/-25°.
    Lou soulei nais per tuchi

  10. #60
    Burrasca L'avatar di Alpicentrali
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    Predefinito Re: Oggi ho scritto al direttore del Giornale

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    giovedì 08 gennaio 2009, 07:00
    LA BALLA SPAZIALE
    di Paolo Granzotto

    Adesso, se i membri dell’Accademia Reale delle Scienze disponessero di una seppur modica quantità d’amor proprio e volessero restituire al Premio Nobel quel poco di rispetto che tutto sommato si merita, dovrebbero convocare a Stoccolma Al Gore e Rajendra K. Pachauri, il presidente dell’Ipcc, Intergovernmental Panel on Climate Change. E lì, nella sala del concerto dell’Accademia Reale di Musica dove nell’ottobre del 2007 il Bibì e il Bibò del «global warming» ricevettero dalle mani di Re Gustavo il Nobel per la Pace - per la Pace! -, degradarli come si fa con gli ufficiali felloni o traditori. Con obbligo di restituire medaglia d’oro, diploma e, soldi sull’unghia, quel milione e centomila euri che ricevettero di prebenda.
    L’abbiamo scampata bella. Se non interveniva la Natura con le sue gelate, le sue piogge e le sue nevicate, se non ci si fosse messa di buzzo buono per riempire fino all’orlo fiumi, laghi e bacini, per rimpinzare - in un fiat, fra l’altro - con trilioni e trilioni di tonnellate di ghiaccio le calotte polari di sopra e di sotto oltre che ghiacciai di tutto il mondo, ivi compreso il dato per morto e sepolto Perito Moreno, se non avesse, insomma, voluto dimostrare che lei fa quel che più le pare e piace strabuggerandosene delle proiezioni matematiche dell’Ipcc e delle quattro puzzette emesse da noi umani, Al Gore e Rajendra K. Pachauri sarebbero ancor qui a dettar legge. Lasciamo stare noi, che da anni battiamo e ribattiamo per denunciare la grande bufala del riscaldamento globale di origine antropica. Contiamo niente, noi. Ma i 650 scienziati - non cialtroneschi dilettanti, non improvvisati cultori della materia: scienziati, fisici, geologi, meteorologi - ai quali, grazie al provvido intervento della Natura del quale abbiamo parlato si presta finalmente orecchio, non è che abbiano smantellato il dogma del «global warming» solo ieri. È da sempre che lo picconano, è da sempre che lo smascherano rivelandolo per quello che è: una balla planetaria. Ma la stampa internazionale (con rare eccezioni), le tivvù, i blogger, i Michel Moore, le stitiche star di Hollywood, i rincoglioniti da Facebook o altri «social network» per finire ai pecorariscanio, alla minutaglia ambientalista nostrana, tutti a irriderla, la scienza. Tutti a crogiolarsi nel catastrofismo.
    Mi ripeto, lo so e so anche che infierire sul vinto non è bello, ma tant’è: qualche tempo fa L’espresso sparò una mezza dozzina di pagine - con le solite fotografie delle zolle seccate dal sole, dello stento ciuffetto d’erba ingiallita - per annunciare al suo popolo di beoni che a far data 2022 la Puglia si sarebbe ritrovata totalmente desertificata. Niente più olivi e vigne. Solo sabbia e pietraie, pietraie e sabbia. E Repubblica? Avrà sfornato mille, duemila paginoni sul tema «Il pianeta ha un piede nella fossa». Attaccandosi a tutto, prendendo a pretesto i fatti più insignificanti o stravaganti. Come quella volta che lanciò l’allarme - e gli ci volle ovviamente un’intera paginata - per la diminuzione del numero delle farfalle in non ricordo più quale plaga del Sudamerica. Non si sa bene chi mai le avesse contate - prima e dopo - le farfalle, comunque sia, con matematica certezza i repubblicones attribuirono il calo della presenza dei lepidotteri all’effetto serra originato dalla dissennata attività umana. E gli orsi annegati per via dello scioglimento dei ghiacci polari? E il pesce flauto - uno, uno di numero - pescato nel Mediterraneo lui, lui il pesce, che bazzica abitualmente acque subtropicali? Ecco! Strillarono i repubblicones, il riscaldamento globale costringe i poveri pesciolini a risalire il canale di Suez e ciò dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio che tra due o tre anni il Mar Rosso entrerà in ebollizione.
    E cosa dire della mattana che colpì la società che si dice civile? Cosa dire di Fulco Pratesi che andava predicando di tirare lo sciacquone solo una volta ogni due giorni, di farsi il bagno solo una volta al mese e di cambiarsi la biancheria solo al mutare delle stagioni? Il tutto per risparmiare anche solo dieci litri di quell’acqua che il riscaldamento globale stava velocissimamente evaporando? Cosa dire dell’ossessione per la «carbon print», per l’«impronta ecologica» che falangi di bischeri tenevano aggiornata, attenti a non sforare i parametri? Tram in luogo di taxi uguale tre punti guadagnati, quattro se al posto del tram s’è inforcata la bicicletta. Dieci piani a piedi in luogo dell’ascensore punti due, virgola uno. Panino con la Bologna in luogo di spaghetti pomodoro e basilico uguale (per via del risparmio d’acqua e di gas) cinque punti tondi tondi. Punti preziosi, estremo omaggio al pianeta in agonia, già alla canna del gas.
    Che poi, se le conseguenze del canone catastrofista si fossero limitate al folklore del radicalume chic ambientalista o alle menate di Repubblica, amen. Potevamo anche farcene una ragione. Il guaio è che aveva finito per indurre eminenti statisti, tirati per i capelli dagli Al Gore, a sottoscrivere e giurare di rispettare i precetti di quell’incommensurabile bidone chiamato Protocollo di Kyoto. Bidone che all’Italia, cioè a noi contribuenti, sarebbe costato la bellezza di 180 miliardi (e qui è doveroso dirlo: puntando i piedi, mettendosi «fuori dall’Europa», rifiutandosi di sottostare ai diktat degli ayatollah ambientalisti, Silvio Berlusconi vide più lontano di tutti i Sarkozy e le Merkel e gli Zapatero messi insieme. Chapeau).
    Ma sì, ci è andata bene. Seppure in zona Cesarini, l’abbiamo scampata. Vecchia cara Natura, sempre pronta a metterci una buona parola e a sputtanare, scusate il termine, i cialtroni. Non ci resta, ora, che rimboccarci le maniche e con tanta pazienza chiarire alle nuove generazioni, cresciute ahiloro a forza di balle sul clima condizionato dalle lacche per i capelli o dal forno a legna d’una pizzeria, che la neve, la pioggia, il sole, il caldo o il freddo sono fenomeni naturali. Anche i capricci del tempo - e il tempo può essere molto capriccioso - sono fenomeni naturali. E non invece, come hanno fatto loro credere bombardandoli di fregnacce ecologiste, reazioni più o meno inconsulte di una sussiegosa Terra Madre indispettita per scarsa sensibilità ambientalista dell’uomo cattivo. Ci vorrà tempo, ma si convinceranno. Anche perché fra una dozzina d’anni potranno sempre andare a dare un’occhiata alla Puglia e ivi controllare se quelle che gli avevano raccontato erano verità scientifiche o panzane di ciarlatano.


    (mod sticazzi on)...(mod sticazzi off)

    Ho sempre pensato che gli eccessi ci sono, sia da parte dei sostenitori del GW che no.

    La cosa che più mi da fastidio sono questi articoli, e l'influenza che hanno sulla gente!

    Non andiamo lontano, nell'inverno 2006/07 chissà quanti articoli simili a questo sono stati scritti, ovviamente professando il contrario!

    Io vedo una enorme ignoranza da parte dei giornalisti e della stampa in generale, e il vero problema è che il cittadino comune crede a tutte le baggianate che si scrivono!!!

    Ma non si può proprio far niente per evitare tutto ciò?

    Comunque io sono certo del fatto che siamo in una fase di riscaldamento, i ghiacciai non dicono balle, ma la cosa che più mi da fastidio sono le guerre speculative che si fanno chi da la colpa solo all'uomo e chi no.
    Dati in diretta da Tirano (so)
    Tiranonline


    Come se fosse antani

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