Chissà che non sia la volta buona
Sembra uscito da un manga, ma è il futuro della fusione nucleare | DDay.it
“Sopra le nuvole il meteo è noioso”
aveva un maglione da comunista con le tarme che cantavano bandiera rossa!
se tu hai una mela e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno.ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea,
e ce le scambiamo allora abbiamo entrambi due idee.(g.b.shaw)
Apro posito,ai riaprito laeroporto che son tutti incazzati come dei bepponi alla festa dell'unità? (Alby)
Mah, ai crucchi sembra manchi solo da attaccare il tubo del deuterio...
Si, speriamo presto e che qualche petrolifero non metta i bastoni tra le ruote. C'è tutto quel bel petrolio su nell'Artico e poi tutto quel delizioso shale oil...
“Sopra le nuvole il meteo è noioso”
quello rimane dov'è, non esiste un economia in grado di assorbire i costi di estrazione di quella roba(ccia)
già gli shale oil americano stanno andando in crisi, visto che l'economia non pare nemmeno in grado di gestire i 100 dollari al barile indispensabili per la redditività (anzi attenzione, ci sono molte compagnie che stanno per tirare il botto, è da tenere conto come fattore economico per i prossimi mesi-anni)
per quanto riguarda la fusione nucleare, stando al progetto principale, contrariamente a quanto si dice in giro, per ora tutto da programma.
ItEr terminerà nel 2020
lo scopo di iter, (anche in questo caso si tende a fare confusione) non è quello di creare una centrale a fusione, ma è solo un progetto di studio che deve darci risposte in termini di fattibilità, studi sulle tecnologie eccetera.
e il suo compito lo ha svolto e sta per terminare
la prossima fase è DEMO, già avviata ovviamente che usa gli studi di ITER per svuilupparsi.
Scopo di DEMO è quello di creare una sorta di modello di Centrale funzionante, non destinata alla commercializzazione o all'uso vero e proprio. Appunto... un specie di demo.
è previsto il suo compimento fra il 2030 ed il 2040.
Dopo Demo, si partirà con la progettazione e realizzazione delle prime centrali vere, si spera fra il 2050 ed il 2060.
poi se americani, o privati, o cinesi ci arriveranno prima... tutto di guadagnato
whatever it takes
per quanto riguarda il petrolio, i prezzi degli shale sono troppo alti per le economie, ogni volta che si alzano c'è crash economico. quelli el'artico non li toccano...
quanto "a chi ha scritto che stanno..." non so chi ha scritto, per "quello che si scrive in giro" mi riferisco alle voci secondo cui il progetto è in grosso ritardo, di conseguenza ho scritto "per ora tutto da programma."
whatever it takes
Spiace contraddirvi sullo shale oil, ma siccome sono pignolo:
- quasi nessuno estrae a prezzi intorno a 100$/barile;
- molti riescono a resistere (ed alcuni anche a guadagnare) perfino con gli attuali prezzi a 40-50$/barile;
- chi è "fuori" (es. produce a 60-80$ al barile) ha spesso fatto ampio uso degli strumenti finanziarii disponibili, per cui può resistere anche 2 anni a prezzi del barile così bassi;
- l'evoluzione tecnologica in questo campo è molto rapida ed intensa, e le perforazioni avvengono in maniera sempre più economica ed anche sempre meno inquinante (più in generale, sono più efficienti);
- i "petrolieri" non hanno alcun interesse nella generazione elettrica, salvo in pochissimi casi (tipo paesi mediorientali o isole sperdute); semmai i concorrenti della fusione nucleare sarebbero tutte le altre fonti usate attualmente, queste sì per produrre elettricità, dal carbone al gas alle rinnovabili; solo la fissione nucleare potrebbe essere "accoppiata" ai reattori a fusione;
- semmai, appunto, avreste dovuto parlare di gas e quindi shale gas, tutt'altro che in difficoltà - anzi in inarrestabile boom.
P.S. Siamo comunque tutti concordi, che la fusione nucleare civile potrebbe risolvere tanti problemi - un sogno che diventa realtà, se funziona.
Ultima modifica di FilTur; 24/11/2015 alle 10:19
Si, largo circa e' cosi' con una precisazione pero': chi si e' finanziato (quasi tutte le societa' in America, peraltro) tramite l'emissione di bond (in questo caso tecnicamente rientranti nella categoria finanziaria degli "High Yield") a certi prezzi ha "serie" difficolta' anche solo a pagare le cedole: piu' di una societa', in tal senso, e' gia' "saltata" e se il petrolio rimarra' ancora per diversi mesi (non anni....) su questi livelli probabilmente assisteremo a non pochi default in tal senso...
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Eheheh non intendevo i bond (o almeno non solo i bond) ma uno strumento finanziario che, in Europa, è colpevolmente trascurato, anche per le leggende nere che girano sui derivati: il future. Facciamo un esempio molto riduttivo e semplificato. Chi li ha sottoscritti come produttore, il petrolio lo vende comunque a 90$/barile: la sottoscrizione è avvenuta in un periodo il cui prezzo era di 100-120$/barile, e quindi gli speculatori lo hanno sottoscritto volentieri come compratori. Poi tra loro e gli intermediari, il petrolio arriva realmente a Cushing OK, ma poco ci interessa chi riceve fisicamente le consegne alla scadenza (sicuramente qualche "grossista" o qualche raffineria, che acquista i future più verso la scadenza al prezzo del momento). I contratti vengono venduti e comprati continuamente fino a scadenza, e qui si realizzano altre minus e plusvalenze: col prezzo del petrolio in calo, i future verranno venduti a prezzi ovviamente minori. Il rischio finanziario si sposta dunque dal produttore allo speculatore finanziario: se il prezzo fosse rimasto alto, lui avrebbe comprato petrolio a 90$/barile rivendendolo a 120$/barile, con un netto guadagno; se il prezzo rimane basso, viene rivenduto a 40$/barile, con una netta perdita. Ma la cosa importante, è che il produttore incassa comunque i 90$/barile: anzi, a dire il vero, li ha già incassati, ora deve solo fornire fisicamente il petrolio.
Perché dico che i future sono colpevolmente dimenticati in Europa? Perché nascono in ambito agricolo, proprio con l'obiettivo di stabilizzare i prezzi al produttore, "schermandolo" (to hedge in inglese) dalle oscillazioni di mercato, dovute ai consumi come al meteo annuale ecc. Ovviamente, se il prezzo di mercato va su, ci guadagna più lo speculatore che il produttore; ma se il prezzo va giù, il produttore ha comunque un guadagno garantito.
Pensate di applicarlo all'attuale crisi dei prezzi del latte per i produttori italiani...
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