Due esempi di successo nello sviluppo delle rinnovabili poco noti e forse inattesi: Cile e Namibia.
Il Cile negli ultimi anni sta espandendo enormemente la produzione di energia rinnovabile, con un corrispondente abbattimento la produzione termoelettrica
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L'aspetto più interessante di questa espansione è che il costo dell'energia grazie alle rinnovabili è sceso di oltre il 75%. Per ottenere questo risultato è stato fondamentale il potenziamento della rete, mediante la costruzione di due connessioni tra il deserto dell'Atacama (l'area migliore per il fotovoltaico, per ovvi motivi) e le regioni con la maggiore domanda. L'apertura di questi connettori fornisce un perfetto esperimento per vedere l'impatto delle rinnovabili sul prezzo nelle varie regioni, come si può notare in figura.
Per quanto il deserto dell'Atacama offra condizioni particolarmente favorevoli, anche da noi le rinnovabili potrebbero abbattere non poco il costo dell'energia.
Il secondo esempio è la Namibia, che fino a pochi anni fa acquistava gran parte dell'energia elettrica dai Paesi vicini, con costi estremamente elevati.
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Negli ultimi anni, hanno investito moltissimo sul fotovoltaico, fino a coprire oltre il 30% del fabbisogno di energia (inclusi l'autoconsumo e gli impianti domestici non collegati alla rete) con costi inferiori a 3 centesimi per kWh. Stanno approvando ulteriori ingenti investimenti sul fotovoltaico, con l'intenzione di azzerare le importazioni di energia elettrica entro fine decennio e cominciare a produrre idrogeno verde destinato all'esportazione.
Inoltre, i bassi prezzi dell'energia consentiti dal fotovoltaico stanno favorendo l'elettrificazione delle miniere, con la sostituzione del gasolio nelle attività estrattive che sono una delle maggiori fonti di emissioni.
Grazie a questi investimenti (e con questi prezzi dell'energia anche il settore dei trasporti comincerà ad elettrificare nei prossimi anni), potranno indirizzarsi su un percorso di azzeramento delle emissioni fin dalle fasi iniziali del loro sviluppo economico (al momento hanno un PIL pro capite di 4000 dollari annui circa).
Anche la Namibia ha una posizione geografica particolarmente vantaggiosa per le rinnovabili, ma opportunità simili sono disponibili per moltissimi altri Paesi in via di sviluppo, non necessariamente sul fotovoltaico. In Pakistan ad esempio, a causa dell'inaffidabilità della rete elettrica e degli altri costi c'è stato un boom enorme di fotovoltaico sui tetti (sia domestico che commerciale), stimato in 17 GW di potenza installata solo nel 2024.
Ultima modifica di snowaholic; 22/02/2025 alle 06:05
Sicuramente in questo ambito hanno prevalso interessi particolari, all'inizio in molti hanno creduto che potesse funzionare senza farsi i conti in maniera precisa e non c'erano ancora le alternative disponibili ora, ma quando è diventato evidente il costo enorme (ambientale e sulla sicurezza alimentare dei paesi poveri) di questa scelta ormai si erano creati interessi economici importanti.
Al momento nessuno vuole rimetterci mano, sia per non ammettere l'errore sia perché c'è tutta una industria dietro. Con l'elettrificazione sparirà comunque da sola, ma molto gradualmente.
Ultima modifica di snowaholic; 21/02/2025 alle 18:06
Esempi interessanti pur con tutti i loro limiti nel confronto con l'Italia: sia Cile sia Namibia hanno a disposizione luoghi dove è sempiterno il sole, vasti e inabitati/inutilizzati e inutilizzabili per altri scopi (nè tantomeno causano problemi agli ecosistemi non essendocene), inoltre la loro popolazione è molto esigua (la Namibia ha gli stessi abitanti di Roma e hinterland).
Non per andare contro quegli studi eh, volevo solo illustrare le criticità.
Sperando non faccia troppi danni agli ecosistemi nel frattempo, per me è palese si tratti di un vicolo cieco e lo era già anni fa quando a scuola ne lessi qualcosa (mi sembrava insensato togliere terreno che poteva dare da mangiare agli affamati e ai poveri per usarlo a scopo di creare combustibili, anche perchè se avessero iniziato a prevalere avrebbero richiesto esponenzialmente più terreni con ovvia necessità di disboscamento).
Beh tutte le tecnologie naturalmente tenderanno ad essere dispiegate prima dove c'è un vantaggio economico maggiore.
Però si trovano condizioni simili in gran parte del Nord Africa, Medio Oriente e in Australia. In tutti gli ambienti aridi dove non c'è vegetazione spontanea ad alto fusto l'impatto ecosistemico non è necessariamente negativo, purché i pannelli siano collocati abbastanza in alto da consentire la crescita erbacea sotto.
I pannelli solari possono dare benefici anche per gli insetti impollinatori, se vengno seminate specie vegetali adatte, ci sono stati anche vari studi in merito.
Buzzing Around Solar: Pollinator Habitat Under Solar Arrays | Department of Energy
Dove non c'è spazio si può ricorrere a soluzioni più creative, anche se leggermente più costose.
A Singapore hanno fatto dei fotovoltaici galleggianti, sarebbe interessante valutare la fattibilità di installazioni simili negli invasi artificiali dove aiuterebbero anche a ridurre l'evaporazione.
Just a moment...
Il punto è che i costi sono già così bassi rispetto alle altre fonti, che si dovrebbe installare ovunque possibile: tetti, capannoni, parcheggi. Chi ha spazio e non lo usa sta letteralmente buttando via migliaia di euro all'anno di possibili risparmi ogni anno, come ci insegna il buon @verza81. Anche installando ad angolazioni non ottimali come in verticale il prezzo dei pannelli ormai è competitivo, ho visto installazioni di questo tipo anche a L'Aquila.
Poi c'è l'agrivoltaico, che per alcune colture consente anche di ridurre l'irrigazione e aumentare la resa. Zone come la Puglia o il Lazio con tanta produzione orticola e buona insolazione ne potrebbero beneficiare enormemente.
Ultima modifica di snowaholic; 21/02/2025 alle 19:14
Ormai i danni che doveva fare li ha fatti, si vede anche dal grafico che le quantità sono costanti da almeno un decennio. Con la riduzione dei consumi di benzina e gasolio comincerà a scendere anche l'utilizzo di biodiesel e bioetanolo, considerato che c'è ancora almeno un aumento di popolazione di un miliardo da accomodare questo potrebbe dare una mano.
Ultima modifica di snowaholic; 21/02/2025 alle 19:13
Ritenete che la transizione verso emissioni zero possa essere sostenibile economicamente per tutti i paesi, o creerà nuove disuguaglianze?
E' il mio parere, ma io ritengo sia ampiamente sostenibile e convenga pure perchè non bisogna pagare paesi esteri per importare combustibili fossili di cui non si dispone per produrre energia: il fotovoltaico, l'eolico, anche il nucleare, sono prodotti in loco e a parte il materiale che bisogna eventualmente importare per la costruzione delle centrali non si dipende dall'estero in alcun modo.
Vero per eolico e solare, anche se magari i materiali per pale e pannelli vengono importati.
Per il nucleare il combustibile è sicuramente di importazione, a meno di utilizzare scarti di altri impianti, ospedalieri, per esempio, ma sono un ripiego con rendimenti più bassi.
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