
Originariamente Scritto da
mat69
Quando si parla di eventi estremi di vortice debole o forte si prendono a prestito studi risalenti che quelli sono e restano e sono abbastanza chiari in modo da non dover essere reinterpretati a nostro uso e consumo.
Just a moment... by Mark Baldwin & Timothy Dunkerton.
Si riportano alcuni passi:
1.JPG 2.JPG
Poi è naturale che, nel corso degli anni, si siano susseguiti nuovi papers e ricerche tuttavia la definizione di Ese (cold o warm) è piuttosto chiara e indipendente dalle dinamiche propagative che, all'interno dello studio citato assumono mero valore statistico.
Venendo quindi alla situazione odierna ci troviamo a commentare un Evento stratosferico estremo che, grossomodo sarà conclamabile attorno al 26/27 di dicembre e con un valore del
NAM attorno a +1,6/ +1,8.
Per quanto invece concerne gli effetti pratici che chiamiamo propagativi dell'evento in questione, ci sono da valutare diversi aspetti che, come sempre partono dalla troposfera e dalle contestuali forzanti in gioco.
E' del tutto evidente che le condizioni di partenza siano diverse rispetto quelle dello scorso anno che hanno accompagnato l'Ese con un vero e proprio Low Flux Event (secondo quanto definito dagli studi di Waugh e Polvani):
Cattura.JPG
La fase di basso flusso in bassa stratosfera, dove maggiore è la risonanza rispetto le dinamiche troposferiche, è contestuale ( e causata) all'inversione del gradiente troposferico a seguito del wave breaking polare ancora in corso ("ciambella") e pertanto possiamo dire che la fase di "preparazione" della colonna del vortice ad una uniforme e omogeneo rinforzo è acerba e tale sarà anche nel momento di superamento della soglia del
Nam.
Cattura.JPG
Nella propagazione di moto o momento dalla stratosfera i fattori da valutare non sono solo temperatura, pressione, posizionamento del core del
vps rispetto al polo (ultimi 2 fattori che incidono sul
NAM) ma anche il gradiente di
epv ovvero il livello di entropia del vortice che comunica con i piani inferiori tramite le vorticità potenziali (essendo la stratosfera un ambiente caratterizzato da inversione termica e quindi dall'assenza di moti turbolenti).
Qui in effetti si pongono dubbi circa la modalità i tempi e la durata della propagazione.
Tutti questi fattori vanno valutati assieme, comprese le condizioni della troposfera prima dell'evento estremo.
Il fatto che i massimi di
PV siano rarefatti non va ad impedire una propagazione di moto ma semmai rende meno sincrona e compatta la coesione della colonna del vortice polare con maggiori probabilità che la troposfera, ristabilito il gradiente precedentemente invertito, si opponga tramite la riattivazione di flussi di calore in grado di evitare ulteriori approfondimenti del vortice sia in stratosfera che in troposfera.
Su quest'ultimo aspetto oggi non possono essere trascurate le condizioni che, contro le previsioni dei centri di calcolo, vedono condizioni di La Nina ancora molto attive con un nuovo picco del
SOI e con un ONI che ancora una volta scende al di sotto dei -1° di anomalìa delle
SST.
I forecast di questi ultimi giorni che ipotizzano unitamente ad un momento angolare debolmente positivo, una tenuta del segno positivo del
PNA, non sono in fase rispetto la posizione dei centri di divergenza dei venti tropico equatoriali in alta troposfera che si evidenziano in 2 aree: continente marittimo e TNA (coincidenti con fasi 5 e 1 della
Mjo)
Cattura.JPG
Situazione che rischia di smorzare le dinamiche degli eddy heat e momentum flux con una conseguente poco efficace opera di disturbo nella colonna del
vp fino in stratosfera laddove gli MPV potrebbero aver tempo di organizzarsi più efficacemente nel corso di una situazione sempre sul filo dell'evento estremo stratosferico con poca soluzione di continuità.
vedremo....

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