@ Steph e di questo cosa ne pensi?
http://www.agienergia.it/Notizia.asp...3&id=21&ante=0
martedì 11 marzo 2008
di
Lord Monckton of Brenchley
Un’ovazione di ben cinque minuti per una lezione di un’ora di fisica atmosferica tenuta da un non-accademico? Impensabile – finché il Visconte Monckton di Brenchley non ha parlato al Presidente e ai Professori della Facoltà di Fisica dell’Università di Hartford il 5 Marzo 2008. Ecco i punti salienti del discorso di Lord Monckton intitolato “Mutamenti Climatici – il punto di vista di un Decisionista”.
C’è solo una questione veramente importante nel dibattito sul clima: di quanti gradi si riscalderà la temperatura globale di superficie? Ed esiste una sola variabile rilevante. Una variabile cruciale denominata “sensibilità climatica”: la variazione di temperatura globale ΔT2x risultante dal raddoppio della concentrazione di anidride carbonica. Tutto dipende dal ?T2x. Se il suo valore sarà piccolo, indicando una scarsa variazione di temperature anche se la concentrazione di CO2 nell’aria dovesse raddoppiare, allora “il riscaldamento globale” non sarà un problema globale.
L’IPCC, il Comitato intergovernativo sul mutamento climatico, considera il ΔT2x il risultato di tre fattori: il forzante radiativo ΔF2x, il parametro
k di no-feedback sulla sensibilità climatica, e il fattore
f di feedback sulla temperatura. Quindi ΔT2x = ΔF2x
k f. Si può dimostrare come l’IPCC abbia ingigantito ognuno di questi fattori, portando ad una grossa esagerazione di ΔT2x.
Esamineremo ciascuno dei tre fattori gonfiati alla volta. Prima però, è doveroso notare che nessuno dei tre fattori è di fatto un risultato dei grandi e complessi modelli climatici adoperati così tanto e così imprudentemente dall’IPCC. Sono tutti e tre – e dunque anche la variazione delle temperature – degli input per i modelli. Come ha detto il Professor Syun-Ichi Akasofu, i modelli sono calibrati da principio per indicare un’alta sensibilità climatica. I modelli riscontrano un’alta sensibilità climatica perché sono stati programmati per farlo.
Inoltre, l’IPCC non si basa, come piace suggerire al suo Presidente, su “migliaia di studi scientifici” per giustificare i valori dei tre fattori ΔF2x,
k, e
f. L’IPCC cita soltanto uno studio per giustificare ΔF2x, due per
k e uno per
f.
I politici ci dicono che “la scienza è lì”. Allora perché nemmeno gli stessi vantati consensi dell’IPCC sembrano essere d’accordo tra di loro? In tre rapporti quinquennali successivi, l’IPCC ha adottato tre valori successivamente minori per ΔF2x, la variazione nel flusso di energia radiante alla tropopausa come reazione al raddoppiamento di concentrazione di CO2. Tuttavia, ha adottato, paradossalmente, tre valori successivamente maggiori per ΔT2x:
Anche se l’IPCC ha ridotto il valore di ΔT2x, non lo ha ridotto abbastanza. Douglass et al. (2007) fanno notare che tutti i modelli dell’IPCC prevedono che nei prossimi decenni le temperature nella troposfera media tropicale dovrebbero aumentare al triplo della velocità della temperatura di superficie, ma che nella realtà osservata tutti i dati raccolti sulle temperature troposferiche mostrano un calo costante negli ultimi 25 anni. Dunque i modelli IPCC sono essenzialmente errati rispetto all’atmosfera.
Quindi, Lindzen (2008) ha concluso che le stime dell’IPCC per ΔF2x dovrebbero essere divise almeno per tre, perché nei tropici c’è una tale quantità di vapore acqueo che ogni emissione di radiazione a onda lunga viene assorbita molto prima di raggiungere la troposfera media. Dato che Lindzen non fornisce una base quantitativa per questa affermazione, e dato che rimaniamo fedeli al principio scientifico mantenendo uno scetticismo equo per tutte e due le parti, prenderemo la sua affermazione a metà, e ridurremo il valore di ΔF2x di un terzo soltanto, ovvero da 3,466 a 2,310 W m–2.
Il parametro di no-feedback per la sensibilità climatica ? è la variazione di temperatura di superficie globale per unità di variazione nell’energia forzante radiativa, partendo dal presupposto che non esistono feedback di temperatura per l’amplificazione della reazione iniziale di temperatura. L’IPCC cita Hansen (1984) nella sua affermazione che, in assenza di feedback, le temperature salirebbero di 1,2-1,3°K in reazione a una forzante ΔF2x di raddoppio di CO2 equivalente a un aumento di 4,7 W m–2 del 2% in forzante solare. Da cui,
k≈ 1,25 / 4,7 ≈ 0,266 °K W–1 m–2.
L’IPCC cita inoltre Bony et al. (2006), che suggeriscono
k ≈254 / (4 x 236) ≈ 0,269 °K W–1 m–2. Tuttavia, questo valore è troppo alto perché non tiene abbastanza conto della assenza quasi totale dell’emissione di radiazioni a onda lunga ai poli e della distribuzione non uniforme per latitudine dei valori di
k. Un calcolo effettuato dal Dr. David Evans dimostra che dobbiamo ridurre
k del 10%, da 0,269 a 0,242 °K W–1 m–2.
Sebbene l’IPCC citi due studi che stabiliscono il valore di
k = 0,269, i loro calcoli di fatto arrotondano questo valore da 0,269 a 0,3 °K W–1 m–2. Questo 11,5% di arrotondamento potrebbe sembrare innocuo. Ma i rapporti dell’IPCC non dicono che il fattore di feedback
f non solo dipende dalla somma
b di tutti i feedback di temperature individuali ma anche, in modo sorprendente e pesante, dal valore del parametro
k di no-feedback. Questo singolo errore – la mancanza di precisione di utilizzare un minimo di tre decimali da parte dell’IPCC, standard della matematica applicata – comporta uno stupefacente 50% (sì, 50%) di esagerazione nel valore di aumento della temperatura ΔT2x che è ragionevole aspettarsi in reazione a un raddoppiamento di CO2.
Per quanto riguarda il fattore di feedback
f, anche in questo caso il “consenso” IPCC è in gran disaccordo con se stesso. Nel rapporto del 2007 l’IPCC quantifica per la prima volta i feedback individuali delle temperature che insieme costituiscono la somma di feedback
b = 2,16, citando un unico studio: Soden & Held (2006). Questo valore supera del 51% il valore di
b = 1,43 che io ho calcolato come implicito dal rapporto del 1995. A sua volta, questa enorme, tacita e non meglio spiegata crescita della somma dei feedback delle temperature porta l’IPCC ad aumentare di due terzi, in soli 12 anni, il valore del fattore di feedback
f = 1 / (1 – b
k) da 1,808 a 3,007.
Tuttavia, ora che l’IPCC ha finalmente identificato i feedback per le temperature individuali responsabili per più di due terzi degli effetti dei gas serra sulla temperatura, una scia di studi nella letteratura
peer reviewed ha smascherato esagerazioni su esagerazioni. Per esempio, diversi autori, tra cui Wentz et al. (2007) pensano che l’IPCC non abbia considerato i due terzi circa dell’effetto di raffreddamento dell’evaporazione nel calcolo del feedback di vapori acquei. Spencer (2007) fa notare che il feedback dell’albedo delle nuvole, considerato dall’IPCC come fortemente positivo, è invece negativo. Inoltre, il feedback della CO2 – anch’esso molto gonfiato – è stato deciso da un semplice conteggio di mani alzate. Di seguito, dunque, ripristiniamo i valori della somma dei feedback
b del 1995, anche se molti studi (per es. Lindzen, 1990; Spencer, 2007) ritengono che i feedback possano di fatto sommare zero. Prenderemo dunque
f = 1 / (1 – 1,43 x 0,242) = 1,529.
Ora che abbiamo fatto degli aggiustamenti ragionevoli e proporzionati per rimuovere le esagerazioni dell’IPCC sopra dimostrate per ciascuno dei tre fattori che costituiscono il prodotto ΔT2x, possiamo finalmente paragonare la stima centrale dell’IPCC per la sensibilità climatica alla nostra
SENSIBILITÁ CLIMATICA IPCC (2007) Monckton et al. (2008)
Somma dei feedback
b 2,160 W m–2 °K–1 1,430 W m–2 °K–1
Forzante radiativo ΔF2x 3,466 W m–2 2,310 W m–2
x Parametro No-feedback
k 0,309 °K W–1 m2 0,242 °K W–1 m2
x Fattore Feedback f = 1 / (1 – bk) 3,007 1,529
=Variazione di temperatura Δ
T2x = Δ
F2x k f 3,2 °K 0,9 °K
Se il forzante radiativo è veramente basso come ritiene il Professor Lindzen, e se la somma dei feedback di temperatura è uguale a zero come sostengono lui e il Dr. Spencer, e se il valore del parametro no-feedback è 0,185 °K W–1 m2, allora è possibile che come reazione a un raddoppiamento di CO2, la temperatura globale aumenti di un mero 0,2 °K. Se così fosse, è quasi altrettanto probabile che tra dieci anni le temperature aumentino o si riducano.
Da questa analisi delle stime centrali concludiamo che l’aumento della temperatura media globale di superficie dovuto a un raddoppio della concentrazione di CO2 nell’atmosfera sarà un innocuo 0,9 °K, e
che non vi è dunque giustificazione per la costosa distruzione delle nostre libertà auspicata dall’IPCC e sostenuta, con deturpante alacrità, dalla classe politica di tutto il mondo.
Che è la versione ridotta di questo
http://www.webcommentary.com/monckton.htm
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