La Valutazione di Impatto Ambientale è il punto di partenza di qualsiasi opera che comporti un certo volume di lavoro, credo che le Regioni abbiano la facoltà di modificare questo parametro, sia esso metri cubi o tonnellate, ma non è questo il punto.

Il VIA infatti è uno strumento tecnico che viene discusso emendato ed approvato in sede politica e dunque, in pratica, credo possa essere interpretato e reinterpretato al solito modo, cioè l'aspetto ambientale perde posizioni rispetto ad altri aspetti, fondamentalmente CHI compie l'opera.

A Genova per esempio se io ho una villetta e voglio costruirmi il garage 5 metri per cinque devo presentare una relazione di 300 pagine con un VIA che comprende tutti le informazioni geologiche e morfologiche della zona, le modificazioni del microclima a seguito del mio intervento urbanistico, l'effetto sulla fauna e flora in un raggio di 100 km, le conseguenze sugli ascolti RAI-MEDIASET, le conseguenze sugli indici NASDAQ e una mappa dettagliata del fondo di tutto il Mediterraneo centrale. E ci mettono 3 anni a darmi il consenso - ammesso che arrivi.

POI sono stati costruiti complessi urbanistici enormi che hanno stravolto il traffico e costipato interi quartieri di automezzi per la logistica, VIA approvato senza discussione in un mese (30 giorni).

Insomma, il VIA non sempre ma spesso è solo la carta che il potere politico ha per non far fare un'opera a gente con la quale non spartisce la torta, ma farla fare in tempi brevissimi ai propri amici che a quel punto, è noto, hanno generalmente carta bianca e applicano i criteri di "valutazione ambientale" in modo molto elastico.