Chiunque - a seconda di come guardi il bicchiere - nasce per caso in un posto, oppure vi appartiene.
La prima visione rappresenta il punto di partenza, la seconda quello di arrivo.
Se i miei genitori passavano da qui durante un viaggio, e poi sono andati oltre, portandomi con loro, beh, sì, sarei "italiana per caso". Ma se abitavano qui e io sono rimasta e cresciuta qui, alla fine sarei italiana e basta, come prodotto finito. Cioè formata - nel bene e nel male - da questo ambiente, naturale e umano, da questa cultura, da questi eventi. In tutti i pregi e i difetti che essi possono avere.
Cercare di eliminare la forma con cui siamo plasmati è abbastanza difficile, se non utopistico. E, dato che in questo "essere italiani" ci siamo dentro sino al collo, tanto vale - almeno per salvaguardare la nostra dignità - cercare di porre in evidenza e rafforzare gli aspetti positivi di ciò (...) , anziché fuggire abbandonando la nave.
Concordo con te. E aggiungo che - per come la vedo IO, e posto che comunque chi si realizza nella propria vita, ovunque lo faccia, è da lodare - personalmente apprezzo e stimo maggiormente coloro che ce la fanno qui, affrontando e superando difficoltà in apparenza insormontabili, rispetto a chi prende e va, per partito preso (tipo le mamme di ragazzi di 14-15 anni: "...mio figlio andrà all'estero").
Faccio un paragone con la lotta alla mafia al Sud: è più lodevole chi prende e se ne va altrove appena può o chi, rimboccandosi le maniche, resta, resiste, denuncia, combatte? E ce ne sono eccome che tentano di farlo e ci riescono! Io non so se avrei la forza di farlo, è vero, ma anzi proprio per questo li ammiro a dismisura.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Quindi se ne deduce che fare i propri interessi opponendosi al crimine è lodevole, mentre fare i propri interessi cercando di realizzarsi dove "l'ambiente" lo consente non lo è o lo è meno. Siccome ho paura della risposta seguo il vecchio saggio e non chiedo il perchè.![]()
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
A mio parere, ripeto, a parità di risultato finale (successo personale/leciti interessi economici), la soluziona A), cioè la meno comoda e la meno facile da percorrere, è più lodevole della B). Questo non significa che chi fa B) non meriti il successo.
L'atto in sé di nascere in un certo luogo è casuale. Ma le conseguenze dipendono da esso. Stiamo parlando di due livelli diversi.
Poi, si potrebbe filosofeggiare... mi sono spesso chiesta, se non fossi nata da mia mamma, sarei nata? o sarei stata un'entià talmente diversa da non essere più io?
Insomma, non credo alla dicotomia cristiano-medievale di spirito e materia, all'anima che si inacarna in un corpo a caso, ma che potrebbe incarnarsi da tutt'altra parte indifferentemente.
Sono un corpo materiale indipendente, generato da un altro corpo materiale indipendente, e che ha sviluppato durante la genesi una autocoscienza che si interroga e interroga il contesto in cui è calata. Dubito che le due cose - corpo e autocoscienza di sé - siano in qualche modo separabili. E soprattutto che l'autocoscienza non sia condizionata dalla buccia che la sviluppa.
Lasciando perdere le filosofie, è sì casuale tutta la catena, dove si trovava mia madre alla nascita mia, dove sono cresciuta etc., ma cosa vuol dire? Avrei potuto nascere in mille altri luoghi - se avessi avuto le ruote sarei un carretto... - ma di fatto sono nata qui in italia, e preferisco farmene una ragione. E far convivere questo dato di fatto con la mia appartenenza regionale, quella invece solidamente radicata al di là diqualsiasi casualità.
Quando torno in una certa area geografica e soprattutto città, semplicemente mi sento a casa, mi riconosco nella parlata, nelle luci, nei colori, negli odori...
brutti turboliberisti cattivoni
"Un giudice della Corte Suprema della California ha stabilito che la tutela contro il licenziamento degli insegnanti incapaci e non meritevoli priva gli studenti del loro diritto costituzionale a ricevere una buona istruzione."
Pietro Ichino*|* LA PROTEZIONE DEL PROFESSORE INCOMPETENTE SACRIFICA L?INTERESSE DEGLI STUDENTI
"Se le sciocchezze fossero materia imponibile, alcuni personaggi subirebbero aliquote confiscatorie"
Ciao Tub.
-Certamente gli incapaci vanno licenziati dai lavori che non sanno svolgere,per evitare che facciano danni,irreparabili ad altri(si possono semmai dedicare a qualcosa che sanno fare).Uno studente ha tutto il diritto di avere un professore degno di tale incarico...ci mancherebbe.Un cattivo insegnamento produrrà danni a catena,generando altri impreparati.
-Tornando al tema del luogo di nascita,magnificamente sviluppato da Alexeia,siamo entrati nel campo delle indagini filosofico-esistenziali,dove io mi perdo un pò,per miei limiti,ma posso dire che l'ambiente familiare in cui nasciamo casuale non è,poichè discende dai nostri antenati che sono i nostri ascendenti in linea retta;il posto invece può essere casuale,ma poi diventa determinante per plasmarci.Ad esempio se mio padre,un anno prima che fossi concepito io,non avesse fatto un corso di specializzazione a Chiavari,in Liguria,e non si fosse innamorato del posto,chiedendo il trasferimento lì,io sarei nato a Novara invece che in Liguria.Oppure se i miei genitori,abruzzesi,fossero rimasti in Abruzzo,prima ancora di andare a Novara (dove mio padre era stato trasferito da militare di carriera),io sarei nato in Abruzzo ed a quest'ora parlerei abruzzese.La mia nascita in un posto,invece che in un altro,ha modificato fortemente il mio essere di oggi,a parità di corredo genetico.
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