Euro's break up index al minimo storico in settembre:
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Allora...l'Italia di riforme che paventi(e che invece io auspico,da ricardiano avverso ai neokeysiani)ne ha fatte poche.
Molte chiacchiere,molta retorica sul libbberismo ma pochi fatti:
1)Il governo Monti ha fatto una riforma delle pensioni lacrime e sangue,scritta con i piedi(leggi alla voce esodati),di fretta e furia dopo le inerzie berlusconiane,ispirate dai piazzaioli leghisti.Poi una mezza riforma del lavoro,che ha l'impatto innovativo che ebbe il restyling della Fiat Tipo.E poi più nulla,un campicchiare fra veti incrociati dei partiti della "strana maggioranza",iniziato nella primavera 2012 e finito con lo sbriciolamento della maggioranza in dicembre(2012).
2)Il governo Letta ha fatto quel che faceva Tremonti fra il 2008 e l'inizio del 2011,prima di perdere completamente la bussola con la doppia finanziaria dell'estate-autunno 2011:ossia tenere la barca sopra la linea di galleggiamento.Zero riforme,un continuo rinviare e calciare il barattolo in avanti.
3)Renzi "l'annuncista" sta facendo una sola riforma macroeconomica:quella del lavoro.Che è un altro restyling,ancora più marginale della riforma Fornero di due anni prima.In Italia io ricordo una sola,vera riforma del lavoro:il pacchetto Treu.Non fu una gran riforma,fu anch'essa incompleta ma era una riforma,nel senso che innovava profondamento lo stato dell'arte in materia giuslavoristica.Poi si è andati avanti a restyling.
In Spagna le riforme le hanno fatte,non tanto nel 2011/12(all'epoca montiana)ma in seguito.La legislazione del lavoro è stata profondamente innovata.Sono riforme molto simili a quelle cilene anni 70'/80'.Sono ispirate all'esigenza di far funzionare il sistema.Come tutte le riforme che privilegiano l'efficienza a scapito dell'equità distribuitiva,hanno i loro lati negativi.
Passata la buriana,ci si dovrà tornare.
In Spagna i governi durano cinque anni...quindi è possibile che lo facciano.Magari domani un futuro governo a guida socialista riformerà il mercato del lavoro,rendendolo più garantista e meno flessibile.
Là c'è qualcosa da criticare...in Italia,fra il marzo 2012 e l'agosto 2014,pressoché nulla.Perchè nulla si è fatto.
quoto interamente il tuo post, bel riassunto degli anni passati.La vera riforma fatta fin'ora dal 2012 a questa parte è quella delle pensioni, pur con le pecche che hai descritto. E dire che di riforme ne avremmo bisogno come il pane. A mio avviso comunque arriverebbero troppo tardi a questo punto, il declino italiano pare inesorabile. Se diminuisce il pil quando altre nazioni attraversano un ciclo positivo, figurarsi, con la debolezza interna che abbiamo, cosa succederà per l'Italia non appena si invertirà il ciclo economico. Per questo non mi appassionano tanto i dibattiti, perchè ormai il tempo utile è trascorso. Al limite si limerebbero i danni, cosa utile, ma che non entusiasma
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Per quanto io ammiri molte cose del Giappone(a cominciare dalle auto Nissan e Toyota,soprattutto Nissan),questa è l'ultima cosa in cui noi europei dovremmo imitarli:
http://www.sokratis.it/leurozona-e-sempre-piu-giapponese/
ANSA) Stress test:Bce boccia 25 banche europee,anche Mps e Carige. A Montepaschi servono 2,1mld, a istituto ligure 814 milioni.
Il primo a capire a cosa ci avrebbe portato il vivacchiamento del periodo tremontiano fu,in tempi non sospetti,Seminerio.
Quando Tremonti era ancora molto in auge:
L?Italia contro la crisi? Ci siamo chiusi a riccio | Phastidio.net
sì concordo con quanto c'è scritto da parte del brillante Seminerio, seguo il suo blog.
Personalmente è dal 2005 che ho contezza di una crisi incombente che in Italia non finirà mai. Ingessati e bloccati dal consociativismo e corporativismo come siamo. Continuano un pò tutti, politici, sindacati, associazioni di categoria ecc. a parlare di crescita anche se ormai non conosciamo altro in Italia che recessione a cui succedono solo parziali rimbalzini del gatto morto, per così dire. Stritolati poi dal debito pubblico e dalla spesa per interessi, e inoltre dall'austerity per renderci un minimo credibili sui mercati finanziari, anche se poi invece di riforme e tagli di spese superflue e riorganizzazione dei servizi e funzioni pubbliche si opera principalmente aumentando i tributi per far quadrare i conti pubblici, non si riesce a comprendere quali possano essere dei motivi validi per vedere crescita, crescita duratura.
Ultima modifica di Diamandis; 26/10/2014 alle 20:21
Ma quindi, ricapitoliamo: siccome il posto fisso non c'è più, la soluzione al problema è togliere l'art.18, che per l'appunto è uno dei pochi appigli utili ancora esistenti contro la precarietà. E quindi, siccome c'è una parte di Italia nel burrone (precarietà o disoccupazione), la soluzione è tirare di sotto anche quei pochi che ne sono ancora fuori, non il contrario, evidentemente. Interessante lezione di (pop)-politica economica, ieri![]()
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