Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Questo è un altro paio di maniche.
Che poi il mio discorso non è questione di bravi o di scarsi, è questione di aver voglia o meno.
Se uno non ha voglia di lavorare, perchè lo stato dovrebbe garantirgli un lavoro? Piuttosto io sono per il diritto all'accesso al lavoro (non so se rendo la diversa accezione). Tutti hanno diritto a cominciare a lavorare, una volta però che hai dimostrato di avere un deficit di olio di gomito ti arrangi.
In più stavo leggendo dei dati molto preoccupanti sulla cosiddetta generazione Neet che ci vedono dietro solo alla Bulgaria (quale onore), problema oggi e problema gigante domani visto che non producono ricchezza e saranno a carico della sistema sanitario e previdenziale.
Direi che abbiamo messo le basi per un futuro roseo in questi ultimi 40 anni.\fp\
"Se le sciocchezze fossero materia imponibile, alcuni personaggi subirebbero aliquote confiscatorie"
Ciao Tub.
Queste sono le parole pronunciate dal ministro durante un intervista al Wall Street Journal
Bufera Fornero: «Il lavoro non è un diritto» La Camera dà il via libera alla riforma - Corriere.it
La giornata dell'ultimo passaggio alla Camera deldisegno di legge Fornero sul lavoro, è stata particolarmente movimentata anche a causa della polemica scaturita dall'intervista di Elsa Fornero al Wall Street Journal. Il giornale americano aveva parlato di una riforma del lavoro inconcludente, capace solo «di svuotare il lago di Como con mestolo e cannuccia». Critiche a cui il ministro ha risposto in una lunga intervista: «Stiamo cercando di proteggere le persone, non i loro posti - ha detto Fornero -. L'attitudine delle persone deve cambiare. Il lavoro non è un diritto, deve essere guadagnato, anche attraverso il sacrificio». Il ministro ha fattoriferimento anche alla nuova disciplina dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, con la possibilità di licenziamento individuale per motivi economici da parte delle aziende.
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Dici,ti riporto la frase esatta estrapolata dall'articolo originale ......."work insn't a right",penso che non ci sia bisogno di traduzione l'inglese lo conosci
e poi prosegue "a job isn't something you obtain by right but something you conquer" e su questa frase posso anche essere d'accordo,ma il punto è che un ministro non può commettere gaffe simili
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Il rischio quando parli in una lingua che non è la tua è di pestare cacche.![]()
Il senso della frase però mi pare evidente. E la comunicazione del ministero dovrebbe chiudere la questione.
Mi rendo conto però che il gioco della strumentalizzazione si possa attaccare a tutto. Si può fare anche con meno.
Lo Stato avrebbe il dovere di fare tutto il possibile perchè tutti siano nelle condizioni di avere un lavoro a disposizione; ma l'amara realtà è che l'idea tutta italiana invece di avere un posto fisso dal 1° giorno, possibilmente sempre lo stesso, per tutta la vita lavorativa è una roba fuori dal tempo.
E che a lungo termine per giunta aiuta a descrescere ...
Il che non vuol dire che avere 1/3 di giovani disoccupati non sia esattamente il contrario di quello che servirebbe.
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27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Solo che è un concetto che non fa i conti con quell’impegno certosino e generoso di migliaia e migliaia di giovani e meno giovani, precari e disoccupati, che accettano di combattere una quotidiana battaglia, sempre impari, per conquistare una vita decente. A sentire certe affermazioni del ministro sembra che questa realtà non esista e che, al contrario, i giovani disoccupati siano seduti sul divano ad aspettare l’offerta migliore. Il modo migliore per descriverli, del resto, da parte di chi non sa risolvere il problema dell’occupazione.
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