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  1. #18541
    Uragano
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Josh Visualizza Messaggio
    Un accordo di libero scambio può giovare alle asfittiche economie europee.
    A quelle condizioni onestamente non credo.


  2. #18542
    Josh
    Ospite

    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da NoSync Visualizza Messaggio
    A quelle condizioni onestamente non credo.
    Un accordo di libero scambio IN GENERALE,non alle condizioni che l'UE ha ottenuto,che sono specchio della sua estrema debolezza attuale
    Si legge Ttip, si pronuncia disinformazione
    Io critico l'avversione agli accordi di libero scambio,che oggi va per la maggiore fra le opinioni pubbliche europee,non le perplessità sul TTIP.

  3. #18543
    Josh
    Ospite

    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Più passa il tempo e più appare balorda la pensatona di far entrare in un'unione monetaria un Paese come la Grecia

    Grecia, nuovo round di crisi

    "Difficile che la sola riduzione dell’obiettivo di avanzo primario risollevi le sorti della Grecia. Stesso discorso vale per la ristrutturazione del debito che avrebbe un grande rilievo mediatico e aiuterebbe politicamente la maggioranza di Syriza, ma non cambierebbe di molto le cose. Infatti, sebbene il debito greco abbia oramai raggiunto il poco invidiabile livello del 180 per cento del Pil, la spesa per interessi è relativamente modesta (circa 4 per cento del Pil) perché i creditori – membri dell’Eurozona e Fmi – applicano tassi estremamente vantaggiosi. Se la Grecia non cresce, dunque, non è certo per l’alto debito o per gli interessi proibitivi sul debito. Se azzerassimo oggi con un tratto di penna tutta la spesa per interessi, la Grecia non sarebbe comunque in grado di coprire la sua spesa pubblica. Dal 2000 in poi non è mai riuscita a registrare un surplus di bilancio e, anche al netto della spesa per interessi, le entrate fiscali non pareggiano le spese. I governi che si sono alternati negli ultimi anni hanno approvato importanti riforme che hanno modernizzato e reso più competitivo il paese, con costi molto severi per tanti cittadini greci che hanno visto ridursi il proprio reddito disponibile. Ma la Grecia resta ancora un paese troppo poco competitivo. Ad esempio, la spesa per le pensioni vale ancora il 15 per cento del Pil, circa il doppio della media Ocse; per ogni pensionato, vi sono meno di due cittadini greci che lavorano (circa 1,7); più della metà delle famiglie non è tenuta a pagare tasse; molti settori dell’economia sono ancora chiusi alla concorrenza; il piano di privatizzazioni è sostanzialmente bloccato. Se nel 2014 il paese aveva raggiunto, faticosamente, il pareggio del surplus primario e ricominciato a crescere, la situazione, dopo il fatidico referendum dell’estate scorsa, con la quasi uscita dall’euro e la sostanziale distruzione del sistema finanziario, è nuovamente peggiorata. Cosa fare? I greci devono continuare lungo la strada, lunga e difficile, della riforme. Riprendere a crescere è l’unica vera speranza. Nella fase di transizione, i paesi dell’Eurozona dovrebbero intervenire per sostenere i cittadini greci in difficoltà, come si fa per i paesi colpiti da una catastrofe, inviando farmaci, attrezzature mediche e anche derrate alimentari. Ma sbaglia Vassillis a negare l’evidenza: i responsabili della situazione drammatica della Grecia non sono i creditori internazionali, ma i tanti governi che si sono alternati negli ultimi anni, gli interessi corporativi e, quindi, alla fine, gli stessi cittadini greci"

  4. #18544
    Uragano
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Josh Visualizza Messaggio
    Più passa il tempo e più appare balorda la pensatona di far entrare in un'unione monetaria un Paese come la Grecia

    Grecia, nuovo round di crisi

    "Difficile che la sola riduzione dell’obiettivo di avanzo primario risollevi le sorti della Grecia. Stesso discorso vale per la ristrutturazione del debito che avrebbe un grande rilievo mediatico e aiuterebbe politicamente la maggioranza di Syriza, ma non cambierebbe di molto le cose. Infatti, sebbene il debito greco abbia oramai raggiunto il poco invidiabile livello del 180 per cento del Pil, la spesa per interessi è relativamente modesta (circa 4 per cento del Pil) perché i creditori – membri dell’Eurozona e Fmi – applicano tassi estremamente vantaggiosi. Se la Grecia non cresce, dunque, non è certo per l’alto debito o per gli interessi proibitivi sul debito. Se azzerassimo oggi con un tratto di penna tutta la spesa per interessi, la Grecia non sarebbe comunque in grado di coprire la sua spesa pubblica. Dal 2000 in poi non è mai riuscita a registrare un surplus di bilancio e, anche al netto della spesa per interessi, le entrate fiscali non pareggiano le spese. I governi che si sono alternati negli ultimi anni hanno approvato importanti riforme che hanno modernizzato e reso più competitivo il paese, con costi molto severi per tanti cittadini greci che hanno visto ridursi il proprio reddito disponibile. Ma la Grecia resta ancora un paese troppo poco competitivo. Ad esempio, la spesa per le pensioni vale ancora il 15 per cento del Pil, circa il doppio della media Ocse; per ogni pensionato, vi sono meno di due cittadini greci che lavorano (circa 1,7); più della metà delle famiglie non è tenuta a pagare tasse; molti settori dell’economia sono ancora chiusi alla concorrenza; il piano di privatizzazioni è sostanzialmente bloccato. Se nel 2014 il paese aveva raggiunto, faticosamente, il pareggio del surplus primario e ricominciato a crescere, la situazione, dopo il fatidico referendum dell’estate scorsa, con la quasi uscita dall’euro e la sostanziale distruzione del sistema finanziario, è nuovamente peggiorata. Cosa fare? I greci devono continuare lungo la strada, lunga e difficile, della riforme. Riprendere a crescere è l’unica vera speranza. Nella fase di transizione, i paesi dell’Eurozona dovrebbero intervenire per sostenere i cittadini greci in difficoltà, come si fa per i paesi colpiti da una catastrofe, inviando farmaci, attrezzature mediche e anche derrate alimentari. Ma sbaglia Vassillis a negare l’evidenza: i responsabili della situazione drammatica della Grecia non sono i creditori internazionali, ma i tanti governi che si sono alternati negli ultimi anni, gli interessi corporativi e, quindi, alla fine, gli stessi cittadini greci"
    Comunque serve un taglio almeno del 50%, come lascia intendere anche Christine Lagarde

  5. #18545
    Josh
    Ospite

    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Stefano De C. Visualizza Messaggio
    Comunque serve un taglio almeno del 50%, come lascia intendere anche Christine Lagarde
    Il taglio che andava fatto era non far entrare la Grecia nell'euro.
    Anzi,studiare una neo-CEE per i Paesi scassati,che hanno tutto il diritto di stare in una Comunità economica ma nel loro stesso interesse devono andare avanti con valute che siano specchio della loro debolezza economica.
    Intanto,Seminerio ispiratissimo sulla Brexit:
    Brexit, la pericolosa illusione di una sovranità nazionale inutile - Phastidio.net

  6. #18546
    Uragano
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Josh Visualizza Messaggio
    Il taglio che andava fatto era non far entrare la Grecia nell'euro.
    Anzi,studiare una neo-CEE per i Paesi scassati,che hanno tutto il diritto di stare in una Comunità economica ma nel loro stesso interesse devono andare avanti con valute che siano specchio della loro debolezza economica.
    Intanto,Seminerio ispiratissimo sulla Brexit:
    Brexit, la pericolosa illusione di una sovranità nazionale inutile - Phastidio.net
    E faccaiamogli un applauso infatti

  7. #18547
    Vento forte L'avatar di Fabio68
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Josh Visualizza Messaggio
    Un accordo di libero scambio può giovare alle asfittiche economie europee.
    Il problema è che l'UE tratta da una posizione di debolezza:la sua moneta è messa in discussione,i "sovranisti" mettono in forse la sua stessa sopravvivenza(dell'UE,non solo dell'euro),la sua terza economia minaccia l'uscita.
    E' chiaro che gli USA in questo momento sono la parte contrattualmente forte.
    Citazione Originariamente Scritto da Josh Visualizza Messaggio
    Ti ho già risposto:l'UE tratta in una posizione di debolezza.
    E' nella stessa situazione dell'Italia quando fu firmato il Fiscal Compact.

    secondo me, l'Europa tratta non perchè è in stato di debolezza per sovrazionisti o quant'altro, ma proprio perchè ogni stato ha sempre avuto una visione miope
    non si spiega sennò il fatto che sono proprio gli stati nord-europei a stra-fregarsene dei punti riguardanti l'agricoltura e le denominazioni di origine (la Merkel non è sovrazionista)

    noi italiani perdiamo un sacco di soldi con prodotti alimentari targati come italiani ma che italiani non lo sono affatto e la gente compra questi perchè è convinta che lo siano (21 miliardi di Euro l'anno di perdita sono tantissimi, le nostre industrie ci rimettono e basta)


    L'accordo di libero scambio con gli Usa spacca l'Europa - Repubblica.it

    se è vero che il mercato europeo è il più grande al mondo, allora dobbiamo far valere le nostre ragioni, invece andiamo in ordine sparso
    l'UE è stata pensata male, una bella facciata di palazzo con i puntelli dietro, stile "centri abitati" fatti a Cinecittà per i film
    you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
    il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen

  8. #18548
    Vento forte L'avatar di Fabio68
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Josh Visualizza Messaggio
    Un accordo di libero scambio IN GENERALE,non alle condizioni che l'UE ha ottenuto,che sono specchio della sua estrema debolezza attuale
    Si legge Ttip, si pronuncia disinformazione
    Io critico l'avversione agli accordi di libero scambio,che oggi va per la maggiore fra le opinioni pubbliche europee,non le perplessità sul TTIP.
    francamente rimango sorpreso dell'articolo de 'La voce'
    si, ha spiegato alcuni punti, ma ha tralasciato altri su cui fare chiarezza tipo quello del buy american forse perchè parla solo dell'alimentare (?)
    ma anche qui c'è il risvolto come ha fatto notare qualche lettore: le carni americane (dopate) hanno dei vantaggi, costano di meno rispetto a una tagliata italiana oppure alla bœuf bourguignon francese

    poi altro lettore sottolinea il ricorso alle corti arbitrali se per caso una multinazionale si sente discriminata da uno stato

    La svedese Vattenfall chiede 4,7 miliardi a Berlino per l’abbandono del nucleare - Il Sole 24 ORE

    e qui ancora non entra in gioco il TTIP, figuriamoci dopo...

    ulteriore questione è la riservatezza, se è una cosa buona, fammelo sapere...........
    you don't need the Weatherman to know where the wind blows - bob dylan
    il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile - woody allen

  9. #18549
    Uragano
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    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Comunque anche la Germania ha detto il portavoce della cancelliera (mi pare di aver letto), sa che un fallimento del negoziato ha buone probabilità.
    Ovviamente anche io sono con Francia, Spagna, Italia sulle denominazioni di origine e non solo

  10. #18550
    Josh
    Ospite

    Predefinito Re: Dura salita o "discesa" verso il default?

    Citazione Originariamente Scritto da Fabio68 Visualizza Messaggio
    secondo me, l'Europa tratta non perchè è in stato di debolezza per sovrazionisti o quant'altro, ma proprio perchè ogni stato ha sempre avuto una visione miope
    non si spiega sennò il fatto che sono proprio gli stati nord-europei a stra-fregarsene dei punti riguardanti l'agricoltura e le denominazioni di origine (la Merkel non è sovrazionista)

    noi italiani perdiamo un sacco di soldi con prodotti alimentari targati come italiani ma che italiani non lo sono affatto e la gente compra questi perchè è convinta che lo siano (21 miliardi di Euro l'anno di perdita sono tantissimi, le nostre industrie ci rimettono e basta)


    L'accordo di libero scambio con gli Usa spacca l'Europa - Repubblica.it

    se è vero che il mercato europeo è il più grande al mondo, allora dobbiamo far valere le nostre ragioni, invece andiamo in ordine sparso
    l'UE è stata pensata male, una bella facciata di palazzo con i puntelli dietro, stile "centri abitati" fatti a Cinecittà per i film
    L'Unione Europea(anzi,la CEE) fino all'euro era pensata nel migliore dei modi possibili,tanto è vero che era una delle poche storie di successo degli ultimi secoli.
    Dal 1991/92(ma soprattutto dal 1997,quando si decise quali Paesi far entrare nella moneta unica)furono commessi molti e gravi errori.Fatali?Ancora non lo sappiamo.

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