Ho sempre considerato quella lista in gran parte sbagliata e pericolosa, peraltro quella lettera costruttiva una gravissima ingerenza da parte della BCE che ha travalicato le sue competenze mettendosi a dare un indicazioni di carattere micro economico fortemente politicizzate che non rientrano in alcun modo nel suo mandato.
Nel merito, gli unici punti ineccepibili sono 1 e 7, l' efficienza della PA, la complessità dei sistemi regolatori e fiscali sono un aspetto centrale dei problemi italiani e dovrebbero essere al centro di qualunque programma di governo. A partire da corruzione e giustizia civile che condizionano pesantemente l'attività delle imprese.
La liberalizzazione dei servizi pubblici è il classico clichè ideologico che non fa i conti con la realtà del settore, che copre ambiti non concorrenziali e/o finanziati prevalentemente con risorse pubbliche, dove non si può contare sulla spontanea efficienza del mercato.
In un Paese come il nostro dove abbiamo problemi a gestire gli appalti più semplici e la corruzione è dilagante gestire l'affidamento a privati di monopoli naturali è estremamente complesso e non garantisce risultati migliori della gestione diretta (come ovunque, se hai una buona governance funziona sia la gestione diretta sia l'affidamento a privati, viceversa è facile che falliscano entrambe).
Sul mercato del lavoro ci sarebbe da fare un discorso complesso, con molti se e ma il principio sarebbe anche corretto, ma cosa ci azzecca la BCE?
La riforma delle pensioni è stata fatta, già prima avevamo un sistema sostenibile sul lungo termine, tra i migliori d'Europa sotto questo profilo, dopo la Fornero non c'è più alcun bisogno di interventi ulteriori. L'elevato peso delle pensioni sul PIL è conseguenza dell'andamento disastroso dell'economia, senza la stagnazione degli ultimi anni sarebbe bastato qualche ritocco alla ritorna Dini.
La parte sul pubblico impiego era la peggiore, la PA in Italia non ha né troppi dipendenti né stipendi troppi alti, il problema è cosa fanno o non fanno quei dipendenti. Con i tagli indiscriminati si è penalizzata proprio quell'efficienza che si diceva di voler supportare, svuotando di competenze le istituzioni pubbliche e lasciando sotto organico molte funzioni fondamentali. In questo punto come in tutto l'approccio post 2011 l'attenzione è stata sul comprimere la spesa ignorando la qualità e l'efficienza, con esiti spesso assurdi come con gli appalti consip in cui i beni durevoli costano magari il 20% in meno ma durano la metà e ti ritrovi a spendere di più.
Ripeto per l'ennesima volta, nel 2011 l'Italia non aveva un grave squilibrio strutturale del bilancio pubblico, se la BCE avesse fatto il QE in contemporanea con la FED anziché alzare i tassi in maniera idiota avremmo potuto avvicinarci al pareggio di bilancio già solo con la riduzione dei tassi di interesse e con la prosecuzione del miglioramento ciclico che era già in corso, il rapporto debito/PIL era già stabile.
Inviato dal mio SM-G930F utilizzando Tapatalk
Uscita di sicurezza (Giulio Tremonti) - Wikipedia ha anche scritto un saggio economico per risolvere i problemi che ha creato![]()
Ma non è stata una scelta discrezionale da parte loro il deficit alto, si è formato spontaneamente ed era associato a fortissimi squilibri macroeconomici verso l'estero che noi non avevamo (nel caso spagnolo anche allo scoppio della bolla speculativa sugli immobili). Loro hanno solo rallentato la riduzione del deficit, non l'hanno mai aumentato in maniera discrezionale dopo il 2010.
L'Italia con una gestione un minimo intelligente dell'economia e dei conti pubblici poteva uscirne tranquillamente, un disavanzo del 4% come quello del 2010 non è assolutamente problematico se si tiene conto del ciclo economico. Il disastro successivo è interamente dovuto agli errori fatti dal 2011 in poi sia dai governi italiani sia dalle istituzioni europee.
Nonostante tutto questo siamo arrivati al 2013 con una situazione più che gestibile e abbiamo buttato via una legislatura, poi abbiamo aggiunto il carico con le follie di questo governo. Non c'era niente di inevitabile, perfino ora non sarebbe così complicato recuperare la situazione, il problema è tutto politico.
Inviato dal mio SM-G930F utilizzando Tapatalk
Ultima modifica di snowaholic; 07/06/2019 alle 09:14
Indirettamente ho già risposto negli altri post, ma voglio sottolineare due aspetti. Innanzitutto bisogna smettere di dispensare spesa pubblica e riduzione di tasse solo per cercare consenso spicciolo di breve termine, che comunque non dura perché l'economia continua ad andare male.
Secondo bisogna uscire dalla trappola di bassa crescita in cui ci siamo cacciati mettendo mano a tutte quelle riforme che possono agevolare l'attività di impresa, incluso abbattere la pressione fiscale tramite recupero di evasione. Rendere più efficiente la PA già darebbe un buon contributo.
Basterebbe iniziare a lavorare in questa direzione per riportare il bilancio pubblico vicino all'equilibrio, anche grazie all'abbattimento dello spread.
Però serve un governo con una chiara visione strategica, elevate competenze per evitare pastrocchi legislativi e riuscire a superare tutti gli interessi particolari che reclamano risorse e protezione per loro a discapito del resto del Paese, senza capire che se alla mucca non dai da mangiare prima o poi non resta nulla da mungere.
Inviato dal mio SM-G930F utilizzando Tapatalk
Ultima modifica di snowaholic; 07/06/2019 alle 10:36
Riporto una bella intervista a Monti di ieri, per quanto io sia estremamente critico rispetto alla sua esperienza di governo rimane uno dei commentatori più lucidi che abbiamo (e in parte ha anche riconosciuto gli errori fatti).
Mario Monti: "L'Italia cosi isolata non cambiera mai l'Europa" | L'HuffPost
Il passaggio sul programma OMT, che peraltro è identico a quello che avevo scritto ieri, evidenzia quello che secondo me è il principale lascito di quella esperienza di governo.
Io sono assolutamente convinto che Monti sia stato fondamentale nel costruire il consenso politico per l'intervento di Draghi, probabilmente anche in maniera concordata tra loro. Lo scambio implicito tra fiscal compact e possibilità di intervenire direttamente tramite la BCE per stabilizzare il mercato dei titoli di stato, in maniera condizionata al rispetto delle regole fiscali, ha letteralmente salvato il progetto europeo che stava letteralmente implodendo per la sua inadeguatezza istituzionale e che avrebbe prodotto un disastro politico-economico di dimensioni inimmaginabili. Non sono sicuro che un altro governo sarebbe riuscito a fare lo stesso.
P.S. @paxo ti rispondo per bene appena riesco a farlo con tutti i dati sotto mano
Segnalibri