Beh in termini reali siamo ancora ampiamente negativi
Per i conti pubblici l'inflazione è un fattore favorevole, aiuterà a ridurre il rapporto debito/pil che scenderà a partire dal 2021 dopo il picco dello scorso anno.
Diventerebbe problematico se fosse necessario un aumento forte dei tassi di interesse reali per ridurre l'inflazione, ma non credo che sia così. Una volta passata la sfuriata di inflazione importata di questi mesi la situazione dovrebbe normalizzarsi senza i interventi drastici della bce, specie se si caimano le tensioni geopolitiche.
Lo spread per ora resta sui 150 punti che è un livello abbastanza fisiologico per le differenze tra i fondamentali italiani e quelli tedeschi.
La brutta fine rischiano di farla in parecchi. Vicenda esemplificativa, credo, di cosa sia il nostro paese
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I modelli fanno e disfanno. I santoni del web cianciano.
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Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
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Un attacco della russia all'ucraina (posto che secondo me non diverrebbe una guerra europea, ma una guerra alla vietnamita, con molti morti e molto danno economico per i contendenti; qui un punto di vista sulle probablità che accada Flotilla Of Russian Landing Ships Has Entered The English Channel : worldnews) che effetti avrebbe sul costo dell'energia?
Beh la BCE continua a non prevedere aumenti di tassi prima del 2023, al momento l'inflazione in Europa è concentrata sull'energia, che da sola fa direttamente metà dell'inflazione registrata e contribuisce indirettamente agli aumenti degli altri settori, quindi le prospettive dipendono moltissimo da cosa ti aspetti in questo mercato fondamentale.
Per ora il mercato del lavoro resta fermo, quindi non hai inflazione generata internamente. I problemi di logistica internazionale sono ampiamente risolti, il costo del trasporto merci dall'Asia è tornato ai livelli degli anni precedenti e questo nei prossimi mesi dovrebbe calmierare un po' i costi dei prodotti manifatturieri importati.
Resta da capire anche in che direzione andranno i prodotti agricoli, che hanno contribuito in maniera significativa all'inflazione degli scorsi mesi (la niña non aiuta in questo).
Comunque l'anno appena iniziato vedrà una fortissima stretta a livello di politica fiscale sia in Europa sia negli USA, già questo dovrebbe aiutare a contenere la domanda aggregata e alleviare le pressioni inflazionistiche.
Sui conti pubblici italiani ancora il livello dei tassi attuali non è problematico, anche con i tassi attuali si riesce a rifinanziare ad un costo leggermente inferiore rispetto allo stock esistente, quindi la spesa per interessi non aumenta. La maggiore incognita è quella politica, se si manterranno o meno le previsioni di azzeramento dell'avanzo primario nei prossimi 2-3 anni.
Un attacco militare diretto (e non schermaglie o provocazioni varie) sarebbe devastante a livello di sicurezza energetica, ma dipende moltissimo da quanto questo andrebbe a colpire le esportazioni di gas e petrolio russe.
La "semplice" interruzione del flusso di gas che transita dall'Ucraina farebbe schizzare i prezzi ben oltre i livelli attuali (forse un +50% ma impossibile saperlo) e probabilmente scatterebbero vari razionamenti per gestire la situazione, dalla riduzione dell'accensione dei riscaldamenti alla chiusura delle industrie che consumano più gas.
In parte gli USA potrebbero venire in aiuto tramite le esportazioni di LNG e di petrolio, loro hanno molti produttori ad alto costo che possono aumentare la produzione abbastanza in fretta se il prezzo lo giustifica (e in parte lo stanno già facendo).
Bisognerebbe sperare in un clima mite e piovoso (atlantico) per minimizzare i consumi e massimizzare la produzione di rinnovabili, il costo economico resterebbe enorme ma si dovrebbero limitare i danni.
Se invece la riduzione delle importazioni di gas che passa dall'Ucraina si estendesse anche agli altri gasdotti (o peggio anche al petrolio) la situazione sarebbe ben più grave.
In questo articolo trovi un po di numeri e scenari nel caso di blocco totale delle esportazioni di gas naturale russo, scenario molto estremo ma si possono immaginare varianti più soft.
Can Europe survive painlessly without Russian gas? | Bruegel
Dipende poi tutto da quanto durerebbe la crisi, un conto è arrivare all'estate quando la domanda di gas è minore e un altro sarebbe affrontare il prossimo inverno senza avere la possibilità di ripristinare lo stock.
Io continuo a sperare che Putin alla fine preferisca mantenere lo status quo, perché da un punto di vista strategico per lui sarebbe una debacle anche se economicamente il conto sarebbe salatissimo anche per l'Europa.
credo comunque che Putin cerchi di evitare a tali scenari, non so quanto ma sicuramente un blocco delle esportazioni del gas verso l’europa sarebbe un grosso colpo anche per la russia…
Ci vorrebbe una gestione dei rapporti più incisiva e unitaria dell’UE comunque, chessò tirandosi fuori dalla diatriba USA-Russia e al contempo assicurarsi gli approvvigionamenti, ad esempio.
Il problema è che questa non è una una diatriba Russia-USA, il destino dell'Ucraina riguarda più noi degli americani e l'UE ha molti Paesi membri che si sentono minacciati dai russi.
L'UE dovrebbe mostrare un fronte comune, ma per far capire a Putin che deve cambiare atteggiamento, finora i russi si sono convinti che l'Europa fosse pienamente ricattabile e che avrebbe sacrificato l'Ucraina pur di non compromettere le forniture di gas, se siamo arrivati a questo punto il motivo è che Putin pensava di passarla liscia.
Ultima modifica di snowaholic; 06/02/2022 alle 19:11
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