"Ugualmente vaste e fondate eran le cognizioni di don Ferrante in fatto di storia, specialmente universale."
Quando Manzoni tracciò gli interessi di don Ferrante non sapeva che avrebbe descritto la figura tipica dell'intellettuale italiano di questo inizio secolo che, certo, si interessa di storia e di politica, ma senza mai scendere in fastidiosi dettagli, preferendo l'altezza dell'universale.
E' per esempio ovvio, come don Canfora ha notato, che la guerra in Ucraina sia un conflitto tra NATO e Russia, un conflitto tra potenze, va da sé, universale. Il fatto che la Russia sia entrata coi carrarmati in Ucraina e che gli ucraini non siano, a quanto pare, entusiasti di tale introito, è un dettaglio trascurabile al quale solo noi, povero volgo illetterato, attribuisce rilievo. La storia o è universale o non è. E se per caso ci si infila quel dannato particolare a scompaginare il quadro, è nostro obbligo preciso di riportare la quistione a' sue proprie dimensioni. Universali, appunto.
Non possiamo quindi, volare bassi, dobbiamo volare alto, così alto che poi si perde di vista la terra e le sue piccolezze. E' ad esempio lampante, come ricorda don Cardini che “Sono state le azioni della Nato, guidata dagli Stati Uniti, che hanno gradualmente spinto fino al punto di rottura il conflitto tra Russia e Ucraina” e solo uno sciocco analfabeta potrebbe pensare, ad esempio, che la NATO all'Est ci è andata perché chiamata, e chiamata da coloro che della Russia nutrivano e nutrono un gran timore. E siamo noi illetterati, quindi, che, non vedendo il quadro nella sua magnificente complessità, ci siamo posti negli anni passati il problema del perché la Russia sia vista da quei Paesi come una minaccia al punto da chiedere che a casa loro si installino basi militari NATO. Di quel volgo, lo ammetto senza riserve, ne faccio parte a pieno titolo: negli anni scorsi, passando qualche tempo nei Paesi dell'Est e respirando (perché si respira, altro che) quel sentimento misto di avversione e timore verso Mosca, pensavo che fosse frutto di epoche andate e ricordi passati. La realtà, mi dicevo, è ormai diversa, e le prossime generazioni cresceranno senza aver un trascorso di dominazione, e potranno vivere con più fiducia e apertura i rapporti con la Russia. Errore mio. Il timore non era verso il babau immaginario sotto il letto, ma era reale, e quello che succede oggi in Ucraina, guarda caso paese non NATO, non farà che confermare, per decenni, quell'avversione mista a timore.
Ma queste sono piccolezze volgari, da volgo. Il problema non è capire perché la Lettonia avesse paura della Russia, ma, visto che siamo alti e universali, spiegare che tutto è avvenuto perché la Lettonia ha sbagliato a non voler vivere sottomessa alla Russia.
Perché, è naturale, gli intellettuali universali e geopolitici di queste cose non si curano. La Lettonia non esiste, l'Ucraina, e il suo popolo, non esistono. E' solo scontro di potenze, NATO contro Russia. All'Universale nulla cale di particolari fastidiosi quali popoli, aspirazioni, volontà. Mica si pretenderà che la volontà di un popolo arrivi al punto da concepire un suo futuro che non sia scritto nelle tavole universali della Storia? Oh, che pretesa, oh, che insolenza.
Che bella la storia, specialmente universale. Mi fa sembrare intelligentissimo e profondo, quello che non si fa irretire dalla volgare realtà, quello che vede tutto dall'alto, ignorando che poi la storia passa attraverso persone e popoli che vivono, ahinoi, molto in basso. Bello evocare grandi disegni, sublimi strategie. Stupendo ipotizzarle, arditamente, quasi sempre inventandosele, collegare fili remoti di complotti in genere a me solo noti, appalesare al volgo la realtà nascosta a tutti meno che a me, intellettuale universale e don Ferrante di turno.
E se poi succede che le bombe caschino su Irine innocenti e i suoi figli, sono dettagli che il cultore di universalità deve trascurare. C'è un disegno, lassù, un disegno universale. E se poi capita che la storia prenda pieghe inattese, se poi avviene che popoli interi di quel disegno così universale non siano così convinti, tanto da prendere in mano un fucile e opporsi all'invasore, allora la colpa è loro. E che pretendono?
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