In quel settore lavorano prevalentemente su ordinazione e in questo periodo hanno così tanti ordini da non riuscire a soddisfarli, anche senza le esportazioni russe non resteranno certo senza lavoro.
Può essere che qualche impresa ci rimetta, ma sono cifre irrilevanti.
Comunque la crisi alimentare intercontinentale che da qui a qualche mese colpirà pesantemente e quasi per certo soprattutto i paesi nordafricani e medioorientali (ne hanno giusto parlato ora a presadiretta) fa intuire quanto con 8 miliardi di abitanti il pianeta sia portato all’estremo… basta una guerra tra due paesi che abbiano una certa sensibilità logistica per mettere in crisi vaste aree del mondo.
Le competenze per fabbricare i macchinari non si improvvisano, l'occidente ha un dominio totale in questo campo e nessuno è mai riuscito ad avvicinarsi, nemmeno i cinesi che ci provano da 30 anni.
Perfino l'URSS aveva attinto molto alla tecnologia occidentale, senza trovare mai barriere paragonabili a quelle imposte ora alla Russia.
Possono provarci, ma rischiano di diventare un Venezuela XL e le persone che hanno maggiori competenze fuggiranno a gambe levate (centinaia di migliaia lo hanno già fatto), dovrebbero intrappolare le persone dentro i loro confini come facevano i sovietici.
Branko Milanovic, economista serbo che ha studiato approfonditamente l'economia dei Paesi del blocco comunista, ritiene che ricreare una economia industriale avanzata dopo la totale desertificazione dell'ultimo trentennio che ha trasformato la Russia in uno stato fondato esclusivamente sul saccheggio delle risorse naturali sia una impresa molto più difficile rispetto allo sviluppo sovietico tra gli anni 30 e 50 del secolo scorso.
Russia'''s long-term economic prospects
Quanto all'occidente, prima ci liberiamo dei combustibili fossili meglio sarà per tutti, le commodities sono tali proprio perché sono tutte uguali, si troveranno altri fornitori e anche la Russia comunque non può bloccare le esportazioni interamente senza paralizzare la propria economia.
Le sanzioni funzionano, mettetevi il cuore in pace.
4.000 tra accademici, studenti, laureati, personale della più antica università russa hanno firmato un documento contro la guerra, contro le bombe, contro l'aggressione russa e esprimono vicinanza all'Ucraina, nel frattempo siamo arrivati a migliaia e migliaia di arresti per le proteste. Il vaso di Pandora russo si sta scoperchiando...
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La fascia dei cernozem in effetti è a latitudini comparabili con le nostre, quindi la stagionalità è simile, almeno come durata. Poi ci sono anche gli influssi locali, però storicamente sono sempre stati considerati suoli molto produttivi.
Più che altro la densità di popolazione è sempre stata molto scarsa. Poi hai anche ampie fasce paludose, in cui non ci si avventura perché è pericoloso...sai, quelle cose tipo "signore degli anelli", ecco, lì ci sono lande enormi in cui il terreno passa impercettibilmente da coltivabile a non transitabile, almeno con i mezzi tradizionali.
Il mondo russo poi, per certi versi è più orientale che occidentale, il contadino accettava il fato, e prendeva ciò che veniva. La spinta a espandersi, a coltivare nuove terre e aumentare la produttività - che è l'innesco poi dell'aumento demografico dell'Europa al passaggio fra alto e basso Medioevo - lì non c'è stata. Suolo ottimo, ma visione del mondo che suggeriva di non sbattersi più di tanto, si raccoglie quello che serve per vivere, e morta lì. Il fattore culturale, sommato a quello politico - una dominazione di stampo medievale, in cui la servitù della gleba era effettiva, almeno sino alla Rivoluzione - ha fatto molto, in questo senso.
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