
Originariamente Scritto da
snowaholic
Ho provato a fare qualche approfondimento sull'economia russa, visto che i numeri ufficiali hanno qualcosa di anomalo (specie il tasso di interesse molto più alto dell'inflazione) ma non riuscivo a dare una interpretazione precisa.
Un primo elemento cruciale è la spesa militare ufficiale, che sta gradualmente crescendo fino a valori in proiezione superiori all'8% del PIL per il 2025.
Allegato 645018
Una delle voci principali di spesa al momento sono gli stipendi e i vari bonus per sostenere il reclutamento, senza ricorrere alla leva obbligatoria (al momento ci sono spesso reclutamenti di fatto forzati con ricatti e minacce ma non una campagna di leva obbligatoria vera e propria), il resto va per lo più all'industria bellica. Questo enorme aumento di spesa in gran parte si traduce direttamente in aumento del PIL, perché sia gli stipendi dei soldati sia il valore aggiunto dell'industria bellica contribuiscono direttamente al valore della produzione. L'aumento del PIL dal 2021 ad oggi è in gran parte attribuibile all'aumento della spesa militare, segno che l'economia civile è sostanzialmente stagnante.
Tuttavia, questa spesa alimenta ulteriormente la domanda interna, inducendo una forte spinta inflazionistica, perché i premi per i soldati e gli stipendi dei lavoratori dell'industria bellica vengono poi spesi, almeno in parte, e numerosi lavoratori vengono sottratti alle attività civili. Se guardiamo inflazione e tassi di interesse, dopo lo shock iniziale delle sanzioni e la prima svalutazione del rublo (in cui inflazione e tassi sono andati a braccetto), la banca centrale russa è riuscita a riportare sotto controllo la situazione (grazie anche ai prezzi altissimi dell'energia) ma dal 2023 è stata costretta ad alzare i tassi drasticamente, fino ad un massimo del 21%, molto superiore all'inflazione.
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Perché questo divario e come hanno finanziato gli enormi investimenti per aumentare la produzione militare con questi tassi? La risposta l'ho trovata in questo interessantissimo report sulla spesa militare occulta.
Russia'''s Hidden War Debt (full report) - by Craig Kennedy
In pratica lo stato ha indirizzato prestiti agevolati verso le aziende che supportano lo sforzo militare, i cui debiti si sono gonfiati enormemente. Le banche per legge non hanno la possibilità di rifiutare il credito a queste aziende né stabilire autonomamente i tassi e vengono in parte indennizzate dallo stato (fuori dalla spesa militare "ufficiale"). Il risultato è una esplosione del credito a partire dall'inizio della guerra, a dispetto della politica monetaria formalmente molto restrittiva.
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Questo crea di fatto una divisione tra una parte di economia che risponde normalmente alla politica monetaria e una completamente insensibile.
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Non è possibile dare una quantificazione precisa della dimensione di questi finanziamenti agevolati, ma l'ordine di grandezza è attorno ai 36mila miliardi di rubli dal 2022, più o meno quanto l'intera spesa militare dall'inizio della guerra. Questi numeri spiegano perfettamente i tassi di interesse al 21% con inflazione all'8%, perché devono sopprimere l'economia civile per lasciare spazio a quella militare, che è ben più ampia di quanto suggeriscano le statistiche ufficiali e completamente insensibile ai tassi.
Di fatto stanno praticando una forma di repressione finanziaria e un finanziamento occulto della spesa bellica, che scarica parte dei costi della guerra sull'economia civile e sui bilanci delle banche senza farli comparire esplicitamente nel bilancio statale russo o aumentare il debito pubblico. Inoltre, questo produce un accumulo di rischi finanziari e di crediti inesigibili, sia a causa dell'economia civile strangolata dai tassi esorbitanti sia in quella militare dove alle banche non è permesso selezionare i creditori o applicare tassi di mercato. Nabiullina e Putin sono ben coscienti di questo problema, come risulta dai documenti ufficiali citati nel report, ma fingere di avere conti pubblici in sostanziale equilibrio a quanto pare è più importante.
Quindi in sintesi lo sforzo economico dello stato russo per sostenere la guerra è ben più alto rispetto a quello che risulta ufficialmente e c'è un accumulo di debito ad alto rischio nei bilanci delle banche che potrebbe richiedere interventi statali diretti per evitare una crisi finanziaria, mentre l'economia civile è in una situazione ben peggiore di quanto suggeriscano i dati del PIL e della disoccupazione. L'accumulo di debito insostenibile, peraltro, sta avvenendo anche in soggetti non direttamente coinvolti nella guerra, come Gazprom, che richiederà una ristrutturazione qualora i flussi di gas verso l'Europa non dovessero riprendere nei prossimi anni.
Finora ho lasciato da parte l'aspetto internazionale e le conseguenze per i prossimi mesi, ma questo post è già abbastanza lungo...
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