Rimanere nell'€uro ma con prelievo forzoso del 5/10% sui conti
Uscire dall'€uro, tornare alla moneta nazionale ma con svalutazione di essa
Ecco un bel modo per rilanciare i consumi interni (che è quello che principalmente sta venendo a mancare alla nostra economia).
Gente trattata come numeretti da questi seguaci della finanza teorica. Mi vengono i brividi a pensare che ci sia gente che auspica un commissariamento
da quelle piovre della Troika.![]()
Su questo non ci piove.
Ma cosa risolvi mettendo per strada 1 milione di persone come dice l'utente scienziato della finanza? Forse c'è il risparmio immediato per lo stato, ma a questo beneficio temporaneo seguirebbe un'altra frustata ai consumi interni. Se questo è quello che pensano gli economisti, mi vengono i brividi e non mi sorprendo di come le cose stiano andando sempre peggio
Stau esagera sapendo di esagerare.Il nocciolo della questione è che,non avendo fatto i conti con l'oste della sostenibilità della ns.spesa pubblica negli anni buoni(che sono stati tanti,se guardiamo al grafico della crescita mondiale dal 1994 al 2006),ora li facciamo con l'usuraio armato di mannaia della sostenibilità del debito pubblico.
Anche io penso che l'austerity 2011/14 abbia prolungato una crisi che altrove è stata meglio contenuta in tempi più sopportabili ma che senza risanamento non ci allontaneremo mai dal crinale argentino sui cui siamo parcheggiati e sul quale il freno a mano dell'aggancio europeo ci tiene fermi.Un risanamento calibrato nel tempo,però,graduale come una dieta e non violento come un digiuno.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
In realtà le soluzioni possibili sono 2: una cura alla greca con effettivamente un sacco di gente per strada, il crollo immediato, ma (forse...........) le riforme per risalire, oppure il far finta di nulla all'italiana come si fa decenni e sperare. Più dura l'ipotesi 2 più forte sarà il botto. Altro che ipotesi 1...
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Dimentichi anche una 3° soluzione/ipotesi:
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Ti pongo una domanda apparentemente banale ma che per me non lo è affatto: come puoi pensare di aumentare i consumi se il reddito e la produzione rimangono stagnanti?
La teoria dominante che oggi costantemente ci viene propagandata e martellata nelle meningi come verità assoluta e imprescindibile recita esattamente quello che hai detto te: la crisi attuale (che x me è in verità un declino le cui basi sono state poste già ben prima dell'Euro ma tant'è) è dovuta ai tagli (quali?) e all'austerità, si risparmia troppo e si consuma poco; bisogna rilanciare i consumi e la domanda aggregata. Una volta fatto questo ripartirà tutto secondo il mainstream.
Ma ancora una volta si confonde causa ed effetto: il calo dei consumi NON è la causa della crisi bensì l'effetto. Se gli individui riducono i consumi è perchè si è ridotto il loro potere d'acquisto e il loro reddito. Nessuno o quasi nessuno riduce i consumi se il suo reddito aumenta e se si creano nuovi posti di lavoro. Può avvenire in modo isolato ma si tratta di fatti totalmente trascurabili. Ad ogni modo se vuoi espandere i consumi senza prima aumentare il RISPARMIO e la produzione aggregata l'unica strada percorribile è quella del debito (pubblico o privato). Nella situazione pre-crisi non hanno fatto altro che esplodere entrambi i tipi di debito. E nella situazione attuale entrambe i tipi di debiti stanno continuando ad aumentare. C'è necessità di ulteriori risparmi non di ulteriori debiti.Il problema è che per far veramente risparmiare la popolazione, ossia consentire alla stessa di riallocare il capitale in modo più efficiente l'unica strada percorribile è quella che ho delineato io, facendo pagare il conto dei debiti ai debitori (lo Stato e il sistema bancario) e alleggerendo il peso fiscale sui contribuenti. Altre strade non ne vedo francamente.
Se mai, e su questo posso essere d'accordo, il deficit fiscale può avere un senso se veicolato alla diminuzione delle tasse. Ma anche lì solo per un breve periodo di tempo, perchè comunque gli investimenti inefficienti (di cui il settore pubblico è strabordante) vanno liquidati. Non si scappa.
La differenza tra me, scienziato dell'economia con il corpo ben attaccato alla terrae i venditori di fumo keynesiani è che questi sono molto abili a raccontare che si potrà uscire dai pantani con un colpo di bacchetta magica, semplicemente facendo spendere di più lo Stato e creando così più lavoro, più benessere, più soldi, più tutto per tutti. Tanto il lungo periodo arriva solo quando siamo morti (cit.). Ma la realtà è assai diversa, e per quanto sia amara da digerire è quella: se qualcuno pensa di uscire dal pantano senza dolori si sbaglia. I dolori ci saranno ed è ovvio, perchè è talmente tanto il capitale mal allocato in Italia che non si può pensare di liquidarlo senza problemi. Ma con più si rinvia il momento della resa dei conti (che è inevitabile per me) peggio sarà.
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Infatti sarebbe un'ipotesi assurda, si manderebbe al lastrico milioni di famiglie e i consumi crollerebbero a picco ( considerando poi che in questo periodo i dipendenti pubblici, in particolare quelli di ruolo, possono ancora permettersi di fare certi tipi di acquisti).
Volendo tagliare si potrebbe farlo in modo decisamente meno traumatico : riduzione degli stipendi (in particolare quelli dei manager e dirigenti che spesso sono scandalosamente alti nonché degli amministratori delle società pubbliche), eliminazione di tutti i tipi di bonus, agevolazione, premi e quant'altro, trasformazione di posti da full-time a part-time, eliminazione delle pensioni d'oro del settore pubblico - ma anche privato - ecc
Certo poi bisognerebbe rendere licenziabili i dipendenti pubblici (coloro che non lavorano, che escono a fare la spesa in orario d'ufficio ecc..) e coloro che sono entrati senza concorso pubblico.
Mandare a casa la gente (intendo un licenziamento di massa) dovrebbe essere solo un "estrema ratio", sinceramente il fatto che tanti siano d'accordo con questa ipotesi fa rabbrividire...
Poi a parte la questione sociale se si attuasse tale politica scomparirebbero o sarebbero limitati anche i servizi pubblici... quindi saremmo tutti costretti a rivolgerci a costose cliniche private e a mandare i nostri figli in non meno costosi istituti privati e ad usare l'automobile visto che i trasporti pubblici diverrebbero sempre più scadenti ( già lo sono ora, immaginatevi con ulteriori pesanti tagli)
Perché poi non soffermarsi sul vero problema (direi il problema più grosso dell'Italia) che è l'evasione fiscale?
statene pure certi che se tutti pagassero (e se tutti avessero pagato nei decenni precedenti) non saremmo in questa situazione... la Svezia ad esempio ha molti più dipendenti pubblici dell'Italia se rapportati alla popolazione, ma tutti pagano, il welfare è eccellente e c'è un benessere diffuso...
Torgnon (1350 mt) / Chatillon (530 mt) stazione meteo:
https://www.wunderground.com/dashboard/pws/ITORGN6
http://datimeteoasti.it/stazionimete.../realtime.html
Può anche andare bene ma non è che curi tutto, diciamo....
A parte che, camuffata, esiste già sotto forma di IMU o come si chiama ora, ma qui in Francia, dove la patrimoniale c'è e bella tosta, dove la corruzione e l'evasione sono inferiori che in Italia, non è che sia tutto rose e fiori...
Però se si dice di guardare ai mastodontici sprechi nel pubblico e del pubblico allora si è di destra per cui non vale.
#NousAvonsDéjàGagné
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