
Originariamente Scritto da
Jadan
Situazione forse un po' più complicata. Sintetizzo le mie idee.
1) L'Isis gode di sostegno popolare. Questa è la vera ragione della sua permanenza, cosa che moltissimi ignorano o fanno finta di ignorare. E' un sostegno malato e parziale, ma è un sostegno.
2) perché gode di questo sostegno seppur malato? Vedere cartina:
ME balance of power.jpg
In verde i sunniti. In viola gli sciiti. L'Isis si trova in una zona sunnita (battlegrounds) all'interno di un mondo sciita. Questi sunniti sono stati, negli ultimi anni (dalla caduta di Saddam), vittime di soprusi, stupri, pulizie etniche da parte degli sciiti al governo in Iraq, dall'alawita (sotto setta degli sciiti) Assad e dai curdi. L'Isis si è presentato a questi sunniti come una sorta di milizia di autodifesa: un po' come la mafia che, in cambio del pizzo, bada a che il negoziante non subisca rapine. Sostegno malato, ma sostegno.
3) Ancora la piantina. Quando l'Isis apparve sulla scena, cominciò a dichiarare che il motivo vero della sua presenza era di spezzare the shia crescent, ovvero la mezzaluna sciita. Cioè quel territorio che, partendo dall'Iran, prende l'Iraq (governato da iracheni filoiraniani), passa per l'alewita Assad e finisce coi libanesi Hezbollah.
4) Uno dei pochi punti fermi della storia degli ultimi secoli è la rivalità tra Russia e Turchia. Dai tempi degli zar e dei sultani. La guerra di Crimea (quella a cui partecipammo anche noi) era una guerra turco russa. Con noi dalla parte dei Turchi.
5) La Russia, per controllare questo quadrante di mondo (che comprende, tra gli altri, Medio Oriente, Europa meridionale e Suez) ha bisogno di due punti di appoggio per la sua flotta: uno al di qua dei Dardanelli e uno al di là, nel Mar Nero. Quello al di là sta in Crimea, quello al di qua in Siria. Per pura coincidenza (eufemismo) guarda caso in questi due anni in questi posti è successo di tutto. In Crimea, la Russia si è ripresa la base manu militari dagli ucraini. E in Siria, quando i ribelli anti Assad si sono pericolosomante avvicinati, via Aleppo, alla costa, è intervenuta. Sono convinto che a Putin di Assad importi poco e dell'Isis nulla. Ma delle sue basi a Latakia e Tartus sì, eccome.
6) Una volta parlai con uno di Dubai. Gli chiesi come campavano, e lui mi raccontò del clima (pessimo, peraltro) delle restrizioni coraniche e di altro. Ma la cosa più preoccupante era la paura dell'Iran. Vedere piantina sotto.
hormozgan.jpg
A dividere la roccaforte sunnita (wahabita) Arabia dalla roccaforte Sciita Iran c'è uno stretto di poche decine di chilometri. E' lì l'epicentro del casino. Il resto, guerre per procura.
7) Tiriamo i fili. L'Isis non nasce dal nulla, ma nasce dalla disgregazione dello stato iracheno in seguito alla catastrofica spedizione americana. L'Iran, sornione per quindici anni, ha la possibilità di papparsi una vasta zona di territorio, ricca di petrolio e molto importante. La Russia diviene, di fatto, la protettrice della mezzaluna sciita a scapito degli arabi sunniti. In questo quadro, a rimetterci, sarebbero gli USA, che avevano l'Iraq in mano sino a due anni fa e ora se lo vedono sfilare sotto il naso. E, soprattutto, la Turchia, sunnita, che si troverebbe gli odiati russi a Nord e Sud (Siria) che appoggiano gli odiatissimi sciiti con, in più, la variabile impazzita curda. Come finirà questa storia non lo so, ma di una cosa sono certo. Se anche Iran, Assad e Russia, riuscissero a sconfiggere l'Isis e a imporre il loro dominio sulla mezzaluna, il giorno dopo ripartirà qualcosa. Non l'Isis, forse una guerriglia del tipo Al Qaeda, forse altro. Ma una cosa è sicura: Turchia e Arabia (e USA) non staranno troppo tempo con le mani in mano a vedere i loro nemici o avversari ingrandirsi così tanto.
Queste sono le ragioni per cui, in questa crisi, sino ad ora si è proceduto coi piedi di piombo. Tutti sanno che non è un conflitto locale, ma la spia di un conflitto regionale (se non oltre). E a nessuno va di innescarlo.
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