Ancora
2. Gli attentatori che hanno pilotato gli aerei erano degli incapaci
Un'altra frequente argomentazione dei teorici del complotto sull'11 settembre è quella che riguarda le capacità di pilotaggio dei quattro attentatori che si ritrovarono ai comandi dei quattro aerei dirottati. Le considerazioni più frequenti che girano sul loro conto parlano di una totale incapacità nel destreggiarsi dietro ad una cloche. Ma è davvero così? Non proprio: a parte il fatto che la fase più difficoltosa (il decollo) era già stata eseguita dai "veri" piloti e che i moderni aerei sono dotati di strumentazioni tali da rendere relativamente semplice la navigazione, il quartetto non era così privo di doti come si vuole spesso far credere.
Mohammed Atta (volo AA11) e Marwan al-Shehhi (volo UA175) avevano ottenuto le loro licenze di piloti commerciali nel dicembre del 2000, iniziando anche l'addestramento al simulatore per aerei passeggeri. Hani Hanjour (volo AA77) aveva già ottenuto nel 1999 la sua certificazione prima come pilota privato e poi come pilota commerciale, e per alcune settimane ad inizio 2001 aveva anche lavorato al simulatore per i Boeing 737 alla Pan Am International Flight Academy di Mesa (California).
Infine, Ziad Jarrah (volo UA93) aveva ottenuto la licenza di pilota privato nell'agosto del 2000 e se non fosse stato coinvolto negli attentati avrebbe ottenuto di lì a poco la sua licenza di pilota commerciale. In definitiva, non stiamo certo parlando di quattro potenziali "Top Gun", ma neanche dei quattro incapaci che normalmente vengono descritti nelle teorie complottiste.