
Originariamente Scritto da
FilTur
Purtroppo la radice di tutto è anche come è nata l'Italia. La Prussia conquistò di fatto il resto della Germania, ma cooptando (anche se con la forza) i precedenti stati, rispettando in toto la loro autonomia a livelli per noi incomprensibili (es. i re di Baviera non furono mai detronizzati!) e riconoscendo che il Reich fosse un nuovo stato diverso dalla vecchia Prussia.
La Sardegna (alias Piemonte) invece no: l'annessione fu fatta senza nessuna concessione e sul modello francese (unificando quindi qualunque cosa, dalle casse dei vari regni, alle leggi, ai sistemi amministrativi ecc.) e, anche se cambiarono sia il nome del regno (da Sardegna a Italia) sia più tardi la capitale, il re non cambiò nemmeno il proprio numerale che rimase II, a rimarcare quella che era una semplice annessione al vecchio regno.
Spinte dal basso ci sono sempre state, ma fino alla repubblica non hanno mai trovato molto spazio in alto. Il regionalismo ci ha messo un bel tampone, ma oggi sono evidenti tutti i suoi limiti, non ultima la diversità di trattamento che in regioni come il
Veneto (stretto tra due regioni a statuto speciale,
oltre che "menomato" di province dopo il 1866/1947) fa esplodere tutte le contraddizioni di un sistema ormai datato. E che per di più ha quasi 20 risultati diversi su 20 regioni, rendendo anche difficile estrapolarne una "regola" comune.
Ma davvero dobbiamo continuare nell'illusoria convinzione che tutti i territori debbano avere lo stesso governo? A mio parere no, non necessariamente: un percorso differenziato potrebbe anche essere una buona soluzione. Per quanto, come ho già detto, io rimanga legato al modello tedesco, dove tutti sono autonomi e le differenze sono minime; considero valido anche un modello britannico, dove una grossa parte del paese è (col suo pieno consenso) direttamente sotto il governo centrale, mentre altre zone hanno diversi gradi di autonomia ed autogoverno. Non vedrei insomma male nemmeno l'opzione, purché abbia il necessario consenso, di abolire alcune regioni e di renderne autonome altre.
Prendendo la palla al balzo da @
paxo, aggiungo comunque che secondo me l'autonomia farebbe bene anche al Sud. Perdonate il paragone banale, ma è come andare in bici: se si va con le rotelle fino a 30 anni, c'è poco da fare; se si tolgono le rotelle, qualche caduta è inevitabile, ma alla fine si procede da soli senza più bisogno d'aiuto.
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