Citazione Originariamente Scritto da galinsoga Visualizza Messaggio
Tornando alla questione linguistica: posto che il bilinguismo è una necessità in situazioni come quella altoatesina (pezzo di un altro stato finito per vicisissutini storiche entro i confini italiani), siamo sicuri che sostituire una lingua nazionale standard alle lingue locali sia utile a mantenere le identità culturali? Penso al caso del francerse in Valle d'Aosta... ha senso un bilinguismo italo/francese in una regione i cui abitanti parlano una lingua locale (una delle tante varianti dell'arpitano o franco-provenzale) che con il francese non c'entra un accidente? Comunità tedescofone (ma non tedesche in senso "nazionale") come quella walser valdostana o piemontese o quella cimbra, al netto di fenomeni di revanscismo o di neonazionalismo, sarebbero disposte ad abbandonare le loro antiche parlate e a sostituirle col tedesco standard? Gli arpitani del Canavese sarebbero contenti se si abbandonasse la tutela della loro identità linguistica in favore dell'adozione di un bilinguismo franco-italiano? Sinceramente ne dubito...
Posso intervenire sul caso valdostano, per esserci stato più volte ed averci fatto un tentativo di lavoro, oltre avendo un amico (che scrive raramente anche su questo forum) che ci ha abitato alcuni anni.
E' differente da quello altoatesino, in VdA anche gli abitanti tra loro non si esprimono in francese, infatti non è obbligatorio sapere il francese per viverci e lavorarci, diciamo il bilinguismo torna utile essendo una regione molto turistica.
Una volta ho rpovato a chiedere se si sentono più italiani o francesi, mi hanno risposto: "noo siamo italiani".
Non capisco perchè ciò non è potuto avvenire in Alto Adige