
Originariamente Scritto da
galinsoga
Tornando alla questione linguistica: posto che il bilinguismo è una necessità in situazioni come quella altoatesina (pezzo di un altro stato finito per vicisissutini storiche entro i confini italiani), siamo sicuri che sostituire una lingua nazionale standard alle lingue locali sia utile a mantenere le identità culturali? Penso al caso del francerse in Valle d'Aosta... ha senso un bilinguismo italo/francese in una regione i cui abitanti parlano una lingua locale (una delle tante varianti dell'arpitano o franco-provenzale) che con il francese non c'entra un accidente? Comunità tedescofone (ma non tedesche in senso "nazionale") come quella walser valdostana o piemontese o quella cimbra, al netto di fenomeni di revanscismo o di neonazionalismo, sarebbero disposte ad abbandonare le loro antiche parlate e a sostituirle col tedesco standard? Gli arpitani del Canavese sarebbero contenti se si abbandonasse la tutela della loro identità linguistica in favore dell'adozione di un bilinguismo franco-italiano? Sinceramente ne dubito...
Segnalibri