ANCORA POCO CONOSCIUTO. È troppo presto per capire se il coronavirus COVID-19 sia un virus stagionale. Non ne abbiamo avuto esperienza in passato, e SARS e MERS non sono necessariamente validi termini di paragone. Per quanto ne sappiamo, il patogeno sembra cavarsela bene in aree tropicali, come dimostra la sua diffusione a Singapore. Per molti virologi è improbabile che il caldo lo metta a tappeto: le alte temperature potrebbero rendere il contagio più difficile, ma riportarlo in auge il prossimo inverno, dopo un periodo di relativa quiete, trasformandolo in una minaccia endemica. Se il coronavirus COVID-19 prediligesse temperature più basse, l'estate comporterebbe un rischio aumentato per i Paesi del Sud del mondo, che vanno verso la stagione fredda. E c'è l'incognita aria condizionata, che potrebbe falsare le temperature percepite al chiuso o facilitare la diffusione del patogeno.
ESPERIENZE PASSATE. L'arrivo dell'estate potrebbe avere in parte aiutato ad arrestare l'epidemia di SARS, che però fu fermata principalmente grazie agli intensi sforzi di contenimento messi in atto a livello globale. Crogiolarci su false speranze rischia di farci abbassare la guardia, distogliendoci dalle uniche misure efficaci: quelle di pronto isolamento medico dei casi sospetti e di quarantena dei contagiati. Oltretutto, il coronavirus della MERS esordì in estate nelle regioni roventi dei Paesi del Golfo; ed esistono casi in cui l'influenza non rispetta il calendario, come avvenne per la pandemia di H1N1, fiorita nella primavera-estate del 2009. Insomma, per non azzardare ipotesi premature occorrerà aspettare aprile e vedere che succede. Ma senza sperarci troppo.
20.15 – Conte: “Più 50% posti in terapia intensiva”
“Il ministro Speranza ha predisposto un aumento del 50% dei posti di terapia intensiva e del 100% dei posti di terapia subintensiva”. lo ha detto il premier Giuseppe Conte in un video su Fb.
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