Per sdrammatizzare un po', rientrerà sicuramente nella top ten, se non vi è già arrivato.
File audio dal mio drive. Non mi citate che poi lo tolgo.
Ultima modifica di TreborSnow; 06/03/2020 alle 16:54
Allora, eccoci qui.
L'articolo afferma che:
- il 14,1% dei decessi è avvenuto sopra i 90 anni
- il 42,2% tra 80 e 89 anni
- il 32,4% tra 70 e 79 anni
- l'8,4% tra 60 e 69 anni
- il 2,8% tra 50 e 59 anni
Quindi il 97,1% delle morti è accaduto sopra i 60 anni, e l'88,7% sopra i 70. Ben il 56,3% sopra gli 80.
Dato che il campione statistico è costituito da 105 morti, ne deduciamo le seguenti cifre:
- 15 sopra i 90
- 44 tra 80 e 89
- 34 tra 70 e 79
- 9 tra 60 e 69
- 3 tra 50 e 59
Per cui, 102 persone sono morte sopra i 60 anni; 93 sopra i 70 anni; 59 sopra gli 80.
Proviamo a dedurre il numero di casi totali (inclusi i morti) per fasce d'età da questi numeri, usando le statistiche del CDCC cinese:
- 15% sopra gli 80: ergo ci sono 399 pazienti con più di 80 anni
- 8% tra 70 e 79: 425 pazienti pertanto avevano tra 70 e 79 anni
- il 3,6% tra 60 e 69 anni: 250 pazienti
- 1,3% tra 50 e 59: 231 pazienti
In totale, 1305 con più di 50 anni. E 1071 sopra i 60.
L'età media dell'infezione, da quanto dice l'articolo, pare essere 60 anni. Ieri erano 3000 casi. Si può pensare che circa 1500 di questi avesse meno di 61 anni e 1500 oltre. Alla fin fine siamo lì.
L'84,5% aveva più di due patologie preesistenti di base. E pressocchè il 100% aveva una patologia di base.
In media, i pazienti morti avevano 3 patologie almeno.
Dal totale, si deduce che il 35% degli infettati al 4 Marzo aveva più di 60 anni. Come in Hubei, come ho ipotizzato e sostenuto da settimane.
Ultima modifica di burian br; 06/03/2020 alle 01:00
Articolo sull'origine del virus in Europa ricollegabile alla Germania. A fine articolo le parole di Ilaria Capua, la virologa che io personalmente ho stimato di più tra tutti gli esperti fin da Febbraio per imparzialità e competenza.
Coronavirus, in Germania a gennaio il primo contagiato europeo':' "Da lui l'''infezione fino in Italia" - la Repubblica
ha sfruttato la visibilità mediatica come mezzo comunicativo (e, nei limiti del possibile, divulgativo) anzichè come fine (cosa che tantissimi altri, in modo anche subdolo - tipo Burioni, secondo me - hanno fatto). l'ho preferita anch'io a tutti gli altri esperti frequentemente interpellati in questi giorni.
Sai, ogni frase gira seguendo un'onda che tornerà, perché il mondo è rotondità.
Sì, anche il suo account Twitter (che sto visualizzando ora) è esemplare. Abbiamo bisogno di esempi, persone che non si lascino troppo trasportare. Probabilmente si rischia di confondere visibilità con popolarità. Un vizio che in molti abbiamo (probabilmente anch'io, mi lascio trasportare troppo pur cercando di rimanere più obiettivo, ma alla fine siamo su un forum).
Su Burioni condividiamo la stessa impressione. Fin da fine Gennaio mi è parso "antipatico", e ancor di più dopo che, scoppiato il caso Codogno, ha detto "ve lo avevo detto che bisognava mettere tutti in quarantena" (non era il momento, e tra l'altro alla luce dei recentissimi sviluppi era meglio fosse rimasto zitto). Naturalmente nulla da eccepire sulla professionalità, ma amo uno stile distaccato e non l'eccessiva esposizione e opinionismo.
Un’ipotesi è che – a differenza della Corea del Sud dove si eseguono molti più test – in Italia il numero effettivo di casi positivi sia ampiamente sottostimato, perché ora si eseguono i test solamente su persone con sintomi sospetti rilevanti. Questo fa sì che ci sia una maggiore incidenza di decessi sul totale dei risultati positivi, banalmente perché sono di meno. La sottostima dei casi positivi in Italia è condivisa da diversi epidemiologi e virologi, come Ilaria Capua che in un’intervista sulla Stampa ha ricordato che i contagiati sono “molti di più” di quelli dichiarati: “Forse anche oltre 100 volte tanto”.
01:18: 196 new cases in South Korea. (Source)
Ieri mettevo ad appendice della mia analisi sul genoma virale in cui avevo supposto la discendenza tedesca quest'osservazione, che merita attenzione e approfondimento, perchè cambia il modo di vedere la questione in Italia, non di poco.
La paziente in questione è una donna di Zurigo, che sarebbe stata in Italia a Milano. L'ho rintracciata in un articolo, combaciava l'età e il genere sessuale con quanto segnalato dall'analisi genomica.
Questa paziente NON appartiene al clade europeo, ma a un altro ramo.
Screenshot_2020-03-06 Nextstrain ncov.png
Il virus isolato dalla donna svizzera sarebbe il discendente del virus isolato in Italia dai due cinesi ricoverati allo Spallanzani (infatti quei virus risultano isolati in Lazio).
La cosa è preoccupante: io ipotizzo che in Italia i focolai siano due.
A sostegno di quest'ipotesi, in quel clade filogenetico c'è un virus isolato in Brasile.
Il paziente da cui è stato isolato era stato in Italia a Milano:
Segundo caso de novo coronavirus no Brasil e confirmado em Sao Paulo | Coronavirus | G1
Penso che la soluzione sia una sola: in Italia ci sono due ceppi virali diversi in circolazione. Uno riconducibile al tedesco della Webasto, e l'altro invece ai cinesi turisti poi ricoverati allo Spallanzani.
Le prospettive in tal caso cambiano radicalmente: dal 20 Gennaio ad oggi avremmo in Italia non 10mila contagiati, ma quasi 20mila. Questo perchè i due focolai si sono sviluppati separatamente.
Questo spiegherebbe i due focolai distinti: uno a Vò Euganeo, e l'altro a Lodi. E anche la situazione drammatica che stiamo vivendo rispetto agli altri paesi europei.
Ultima modifica di burian br; 06/03/2020 alle 05:20
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