Non hanno chiuso "tutto", hanno isolato alcuni quartieri e rimesso alcune restrizioni, ma al di là di questo il mio punto era completamente diverso: finché questi focolai non avvengono e non si espandono in maniera significativa non fa grossa differenza quali restrizioni tieni nel frattempo, purché tu abbia un sistema di tracciamento quantomeno decente.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Beh ma é chiaro che loro si pongono l'obiettivo di non avere nemmeno un contagiato, costi quel che costi.
Ce ne sono a iosa di esempi di paesi occidentali che hanno avuto un epidemia relativamente controllata senza avere messo in campo misure esagerate o per lunghi periodi, credo siano quelli gli esempi a cui dobbiamo guardare.
Quello che é successo a Pechino mi sembra inoltre che dimostri come sia ormai improbabile debellare il virus senza un vaccino o un farmaco, ci sara sempre e comunque la possibilità di piccoli focolai quindi meglio preparare tutte le strutture sanitarie e le procedure del caso e nel frattempo provare a riprendere una vita normale per quanto con un poco di prudenza (e purtroppo per ora niente stadi, concerti, grandi eventi, ecc.).
Si spera che per novembre che il vaccino di AZ sia disponibile e che non sia solo un'operazione di marketing.
Esattamente, i punti alla fine sono tre:
-non serve avere zero casi per tornare ad una vita "normale";
-non serve mantenere restrizioni rigidissime per tornare ad una vita "normale";
-avere restrizioni più o meno rigide non sembra fare enorme differenza nello sviluppo di nuovi focolai.
Poi oh, magari domani torna l'esponenziale in tutta Italia, ma sarebbe comunque un altro discorso.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Hai detto poco...quegli 11 quartieri di Pechino saranno popolosi quanto la Basilicata probabilmente.
Il problema è che non sanno se si sia espanso significativamente. Hanno rintracciato contagiati giunti addirittura in altre due regioni cinesi.
Non puoi stare tranquillo con queste premesse, potresti avere l'infezione già in diversi punti e non saperlo.
Ora stanno testando migliaia e migliaia di cittadini, cosa che in Italia non riuscirebbero mai a fare in questi casi, procedendo così a rilento che il virus intanto si espanderebbe in tranquillità.
Che non significa niente, la ASL Roma 3 dove sta il San Raffaele ha probabilmente più abitanti di interi stati sovrani. Un solo isolato in un quartiere densamente abitato può avere più abitanti di interi comuni. Non è un confronto da fare.
Sì ma cosa c'entra? Non è quello di cui stavo parlando.Non puoi stare tranquillo con queste premesse, potresti avere l'infezione già in diversi punti e non saperlo.
Intanto a Roma hanno fatto lo stesso con ben due focolai scoppiati in mezzo alla città, che probabilmente andavano avanti da un po' e che continuano a sembrare sotto controllo.Ora stanno testando migliaia e migliaia di cittadini, cosa che in Italia non riuscirebbero mai a fare in questi casi, procedendo così a rilento che il virus intanto si espanderebbe in tranquillità.
Ma resta comunque irrilevante rispetto al mio punto iniziale.
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
Quei paesi occidentali hanno comunque chiuso attività commerciali e ricreative, impedito assembramenti superiori a 5 persone (pare una sciocchezza, ma non lo è) e imposto per legge una distanza di 1,5 m da chiunque.
Se il modello di lockdown cui dobbiamo ispirarci è questo, sarebbe comunque pesante dal lato economico.
Sul successo di alcuni paesi, direi che ha contato più il blocco del turismo e dei voli, che ha bloccato il rifornimento continuo di carburante all'epidemia.
Sto monitorando la situazione australe dell'influenza. Voglio vedere se le misure di distanziamento che staranno mettendo in atto anche lì fermeranno anche la classica epidemia influenzale stagionale.
Al momento, a ribadire l'importanza della componente estera, posso anticiparvi che da Marzo in poi, con il blocco totale dei voli e dei collegamenti, si è raggiunto il minimo storico di casi di influenza in Australia: ad Aprile appena 200 contro 18mila segnalazioni del 2019.
Non è in atto un focolaio nella popolazione però, ma in un ospedale. Trovassero un focolaio al mercato dichiarerebbero Roma intera zona rossa se cominciassero a uscire 100 contagiati in pochi giorni o più, come d'altronde accaduto a Seul dopo l'episodio della discoteca.
C'entra: hai scritto "finchè non si espandono". Come puoi sapere che non si sia espanso il focolaio di Pechino? E come puoi sapere se un focolaio in piena città si sia espanso? Lo sai a priori, a quanto pare.Sì ma cosa c'entra? Non è quello di cui stavo parlando.
Non è confrontabile con lo scoppio di un focolaio in un punto nevralgico quale un mercato. C'è focolaio e focolaio.Intanto a Roma hanno fatto lo stesso con ben due focolai scoppiati in mezzo alla città, che probabilmente andavano avanti da un po' e che continuano a sembrare sotto controllo.
Ma resta comunque irrilevante rispetto al mio punto iniziale.
In realtà in un ospedale, o in un palazzo occupato senza restrizioni all'ingresso, è pure peggio.
E a Seoul non hanno sostanzialmente dichiarato alcuna zona rossa o introdotto nuovi lockdown, quelle sono le solite bufale scandalistiche della stampa italiana. Sono stati richiusi i locali notturni (credo, ma nemmeno ne sono sicuro) e sono state fatte raccomandazioni alla popolazione di evitare di spostarsi troppo in giro e di stare molto in spazi chiusi condivisi.
Peraltro anche a Pechino la vita al di fuori di quegli 11 complessi residenziali continua come sempre.
No, lo vedi mentre si espandono.C'entra: hai scritto "finchè non si espandono". Come puoi sapere che non si sia espanso il focolaio di Pechino? E come puoi sapere se un focolaio in piena città si sia espanso? Lo sai a priori, a quanto pare.
In una grande città più o meno qualsiasi punto è nevralgico, a meno che non sia una comunità chiusa da cui nessuno entra ed esce (tipo che so, un campo rom o un centro migranti).Non è confrontabile con lo scoppio di un focolaio in un punto nevralgico quale un mercato. C'è focolaio e focolaio.
E poi anche fosse c'entra poco col discorso dei tamponi.
La realtà, al di là delle tangenti, è questa: i focolai tornano o meno a prescindere dalle restrizioni che attui nel frattempo. Quindi non ha senso attuarne molte più di quelle che si stanno attuando in Italia al momento. Il punto iniziale era molto semplicemente questo.
Ultima modifica di nevearoma; 15/06/2020 alle 14:11
"In Africa non cresce il cibo. Non crescono i primi. Loro non hanno i contorni. Una fetta di carne magari la trovi, ma hanno un problema con i contorni. Per non parlare della frutta."
"... un dimesso positivo a Guidonia ha infettato 9 persone del nucleo familiare e stiamo facendo tamponi a mezza Guidonia. Siamo a quasi 5000 tamponi, come abbia circolato il virus lo capiremo con l’indagine”
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