Addio, e stammi bene. In lista ignorati subito e nessuno ci era mai finito.
Ma prima mi tolgo lo sfizio di risponderti.
A me pare che tu sia quello totalitario, che per avere spazio vitale (ti ricorda qualcuno?) porteresti al genocidio (e alla crisi economica e umana) se necessario un'intera popolazione.
Ultima modifica di burian br; 22/08/2020 alle 15:32
Beh, sui punti 2 e 3 mi sembra che hai calcato un pò la mano... Affermare che i luoghi di lavoro siano uno tra quelli a maggiore rischio di contagio semplicemente perchè non si rispettano le regole (lavoratori e responsabili) è un pò un azzardo.
Molte attività lavorative non sono soltanto frutto di un impiego individuale, spesso si lavora a gruppi e in spazi ridotti... Un pò per problematiche di spazio e un pò perchè le tecniche lavorative più produttive (produrre di più, più velocemente e sprecando meno) hanno portato ad una distribuzione degli spazi e delle mansioni di un certo tipo: non è cosa di oggi che in molti luoghi ci si stia organizzando a gruppi di 3/4 lavoratori a giorni alterni (un gruppo ad esempio il martedì/giovedì e l'altro il lunedì/mercoledì/venerdì).
Tuttavia alcune produzioni richiedono vicinanza di personale, non hai tante alternative se l'azienda vuole sopravvivere e la riorganizzazione dell'attività richiede tempo. E più le persone sono vicine più il rischio di contagio aumenta anche con le mascherine perchè basta un semplice errore umano: ad esempio, è sufficiente che un dipendente che interrompe un attimo la sua produzione per bere un bicchiere d'acqua se ne stia ad una distanza < 1mt dal collega vicino.
Cosa facciamo in questo caso se scoppia un'infezione? Lo denunciamo per epidemia colposa se nel frattempo passa il responsabile della sicurezza o, peggio, lo licenziamo?
Mi fa specie perchè a volte ci si incazza con lo stato dittatore che non si assume le proprie responsabilità (cosa giustissima) ma poi nei confronti dei datori di lavoro o dei dipendenti si attua lo stesso metro di giudizio pretendendo punizioni esemplari verso questi comportamenti e non capendo che anche loro possono sbagliare.
1) ll biasimo lanciato da quel tristo figuro che governa la mia regione, contro quei cittadini che andavano a far la spesa più di 2 volte a settimana in Via Sestri;
2) una mia amica di Loano che si sentiva "in colpa" perché a marzo usciva di casa, a volte allungando il tragitto di 200-300 m, per andare a comprare il giornale;
3) il "famigerato" Prof. Bassetti (lui sì, oggi su posizioni simil-negazioniste) che lanciava anatemi contro i pensionati che andavano a far la spesa troppo spesso, senza approfittare del servizio di distribuzione spese del Comune di Genova (ignorando che ci volevano giorni e che purtroppo molte persone anziane diffidano degli estranei)
Credo che gli esempi di atteggiamenti vessatori e colpevolizzanti da parte di rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali si possano allungare all'infinito... io ne sono schifato.
Che è stato il messaggio giunto quasi a senso unico attraverso i media? Scusami burian, ma pensi davvero che i media nazionali e locali "distorcano" il messaggio che arriva da Governo e regioni... perché se lo pensi ti illudi... il messaggio è quello dei 2 De Luca, quello di Toti (1a versione, ora fa il "liberale") quello di mille sindaci... ed è pure il messaggio (in versione paternalista-soft) di Conte...
Si vis pacem, para bellum.
Il problema è che con "suggerendo" l'italiano medio capisce:"Posso fare quel che voglio, mica mi impongono di non farlo!", soprattutto nelle fasi iniziali della pandemia quando non si capiva bene cosa fosse questo virus e soprattutto non si comprendeva bene la sua contagiosità.
Comunque anche adesso (almeno prima del DPCM del 17 agosto) la situazione era di sbando totale in moltissime zone d'Italia proprio per mancanza di una regolazione ferrea.
Avatar: una data che sogno spesso la notte.
PS: la neve caduta allora era più alta della mia altezza attuale.
PPS: sì, è il 2005.
I media nazionali e locali sono espressione del sentire comune. E il sentire comune, da sempre, è "dagli all'untore" in queste circostanze.
Che poi i rappresentanti delle istituzioni si siano lasciati andare a questi comportamenti è fatto noto (De Luca, Decaro di Bari e di Messina, e via dicendo chissà quanti altri), ma il Governo, nei suoi DPCM, non ha mai parlato di colpe ma di responsabilità.
Detto tra noi, poi, credo che sia un atteggiamento commisurato all'essere umano. Da sempre e per sempre, di fronte a queste realtà, si mischieranno responsabilizzazione con colpevolizzazione. Purtroppo. Non possiamo farci molto.
Quel su cui io mi impunto infatti è stata la necessità del lockdown all'epoca per la pressione sul sistema sanitario e le morti che continuavano a precipitare a valanga. E chi sostiene il contrario, quanto meno che avesse vissuto la realtà degli ospedali italiani, perchè è stato tragico, e non si poteva fare diversamente allora.
Sui media stendo un velo pietoso perchè facevano schifo per il modo moralesticheggiante di affrontare la faccenda (ricordi quando premevano a Marzo sui giovani in TI? Perchè con tanta enfasi se non per puntare il dito contro loro?) e per il modo confusionario matematicamente con cui enunciavano i dati giornalieri. Pessima comunicazione.
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