Effetto NON zona arancione in Veneto
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I primi risultati di uno studio molto italiano: nel tessuto distrutto dal virus ci sono trombi, cicatrici e aggregati di cellule fuse fra loro. "Mai visto nulla del genere", raccontano su Lancet i ricercatori a partire dalle autopsie di 41 persone eseguite a Trieste durante il lockdown.
Il Covid sembra una malattia venuta da Marte. “Mai visto nulla del genere. Molte cose ci sfuggono completamente” allarga le braccia Mauro Giacca, che pure è ordinario di biologia molecolare all’università di Trieste, ha diretto per 15 anni il Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologia (un ente di ricerca delle Nazioni Unite) e oggi insegna Scienze cardiovascolari al King’s College di Londra. Con i suoi colleghi pubblica oggi una ricerca su Lancet eBioMedicine che parla dei danni ai polmoni ed è basata su procedure rare, in tempi di epidemia, come le autopsie .
Perché è sorpreso?
“Guardando le autopsie si vedono cose quasi mai viste in medicina. Ovviamente parliamo dei casi più gravi di Covid, quelli letali. I polmoni sono pieni di cicatrici, il sangue si coagula e forma trombi, le cellule restano infettate dal virus anche per più di un mese, ma soprattutto vediamo degli aggregati di cellule fuse l’una con l’altra che si chiamano sincizi. Una totale sorpresa”.
Di che si tratta?
“Ammassi di una o più decine di cellule del tessuto polmonare visibili al microscopio. Sembrano un’unica grande cellula, ma hanno molti nuclei all’interno e sappiamo che è la spike – la punta della corona del coronavirus – a provocarne la fusione. Abbiamo riprodotto il processo in vitro: la sera abbiamo somministrato dei frammenti di spike a un gruppo di cellule, la mattina dopo le abbiamo trovate aggregate. La prima Sars non lo faceva. L’altro coronavirus, la Mers, invece sì. Ma per quella malattia infettiva abbiamo i dati di un’unica autopsia”.
Anche con il Covid le autopsie sono rare.
“Ci sono rischi di contagio anche dopo la morte. Chi esegue le autopsie deve bardarsi con uno scafandro. A Trieste lavora Rossana Bussani, che è una delle persone più esperte nel suo campo. È appassionata di anatomia patologica e da 25 anni esegue circa 600 autopsie all’anno. Nonostante una circolare del Ministero della Salute sconsigliasse queste procedure, lei tra febbraio e aprile, durante il lockdown, ha effettato l’esame di 41 persone morte a Trieste. Così è nato il nostro studio”.
Avete visto i danni del Covid con i vostri occhi. Quali sono i più evidenti?
“Trombi, distruzione degli alveoli, formazione di cicatrici nei polmoni e sincizi. I problemi si concentrano sui polmoni. Il cuore soffre in modo indiretto, soprattutto per la mancanza di ossigenazione dell’organismo. I reni invece sembrano risparmiati. Sars-Cov-2 è una malattia polmonare e provoca anche danni a lungo termine. i sono persone che non riescono a ristabilirsi per mesi”.
Sapevamo che una reazione spropositata del sistema immunitario, chiamata tempesta citochinica, è responsabile dei danni.
“Ma non sappiamo perché questo avvenga, né come mai la curva dei casi severi si impenni dai 50 anni in su. Con l’influenza sono spesso i giovani ad avere le forme più violente. Il sistema immunitario degli anziani riconosce virus simili a quelli con cui è già entrato in contatto e in genere ha reazioni più miti perché è stato educato dalla vita. Sempre nel caso dell’influenza, poi, il virus uccide direttamente le cellule che infetta. Il Covid è stranissimo. Tempesta citochinica, trombi, sincizi, sono fenomeni che non sappiamo del tutto spiegarci. Nonostante sia fra noi da nove mesi, ancora non capiamo le basi della malattia. Come fa a cancellare gusto e olfatto? Perché alcuni hanno un’ossigenazione pericolosamente bassa ma non se ne rendono conto? Non ne abbiamo idea”.
E i sincizi che ruolo giocano nei sintomi?
“Contribuiscono alla distruzione del tessuto polmonare. Abbiamo fatto uno screening fra i farmaci che abbiamo a disposizione e ne abbiamo trovato uno che forse può evitare il problema. Lo studieremo approfonditamente”.
I sincizi: decine di cellule dei polmoni fuse fra loro, con tanti nuclei (i punti scuri)
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Covid: Somministrato il primo vaccino in Gran Bretagna - Mondo - ANSA
Cosa ne pensate?
A quando in Italia?
Il peggiore inverno che abbia mai visto?
Il 2006/2007!!!
Ieri pomeriggio purtroppo notificato il 3° decesso nel mio comune.
Solo solo che si trattava di una "signora anziana", non dispongo di altre informazioni.
Avatar: una data che sogno spesso la notte.
PS: la neve caduta allora era più alta della mia altezza attuale.
PPS: sì, è il 2005.
S10 Mappa 7-14 | Flourish
Ecco le top 15 per le province italiane negli ultimi 7 giorni.
Iniziamo con le 15 migliori province:
- Agrigento (49 casi/100mila ab.)
- Catanzaro (54 casi/100mila ab.)
- Trapani (74 casi/100mila ab.)
- Vibo Valentia, Grosseto (76 casi/100mila ab.)
- Siena (79 casi/100mila ab.)
- Bergamo (88 casi/100mila ab.)
- Arezzo (90 casi/100mila ab.)
- Ragusa (97 casi/100mila ab.)
- Siracusa (99 casi/100mila ab.)
- Viterbo (102 casi/100mila ab.)
- Savona (103 casi/100mila ab.)
- Reggio Calabria (105 casi/100mila ab.)
- Lecce (107 casi/100mila ab.)
- Imperia (109 casi/100mila ab.)
Le 15 province peggiori:
- Belluno (695 casi/100mila ab.)
- Treviso (488 casi/100mila ab.)
- Verona (480 casi/100mila ab.)
- Rieti (471 casi/100mila ab.)
- Gorizia (451 casi/100mila ab.)
- Pordenone (439 casi/100mila ab.)
- Como (424 casi/100mila ab.)
- Vicenza, Udine (422 casi/100mila ab.)
- Padova (407 casi/100mila ab.)
- Sondrio (398 casi/100mila ab.)
- Venezia (396 casi/100mila ab.)
- Rimini (374 casi/100mila ab.)
- Trieste (372 casi/100mila ab.)
- Bari (368 casi/100mila ab.)
Confronto con Martedì scorso:
I dati sono in ulteriore miglioramento, ma notevolmente più lento rispetto alle ultime due settimane.
Dal confronto tra le province migliori, emergono i seguenti dati:
- le 15 province migliori erano tutte sotto i 135 casi ogni 100mila ab lo scorso Martedì; ora sono TUTTE sotto i 110 casi ogni 100mila ab.
- la prima provincia italiana diventa Agrigento
- ben 4 province del Centro (Siena, Grosseto e Viterbo confermate; si aggiunge Arezzo che visto uno straordinario recupero tanto quanto fatto da Viterbo!) entrano in classifica, contro le 3 del Martedì scorso
- si contano anche 3 province del Nord, di cui 2 liguri (Imperia e Savona) oltre alla solita Bergamo che cala ulteriormente la sua incidenza al livello di metà Ottobre.
- la scorsa settimana solo 6 province erano rimaste sotto i 100 casi/100mila ab./sett. ; questo Martedì invece lo sono le prime 10!
- Lecce supera per la prima volta da inizio pandemia i 100 casi ogni 100mila ab. settimanali, e scivola in penultima posizione
- solo 8 province su 15 sono del Sud sono presenti nella top 15 delle migliori, mai così poche da quando curo questa rubrica
- è dunque in atto un clamoroso shift delle aree geografiche migliori: per la prima volta dopo 8 settimane di fila, le province migliori non sono quelle del Salento e della Calabria, ma le province siciliane e della Toscana, anche se la Calabria è sempre in lizza per le posizioni di podio/vetta. Notevole la presenza della Liguria occidentale.
- Scompare la Sardegna dalla classifica, mentre si fa debolissima la rappresentanza di Lecce che potrebbe uscire di scena per la prima volta già nel prossimo Martedì
- nella top 15 entrano Savona, Imperia, Arezzo, Ragusa, mentre escono Sud Sardegna, Caltanissetta, Cagliari e Oristano.
Miglioramento lieve anche tra le province peggiori:
- il NE si conferma nettamente l'area peggiore d'Italia
- la provincia di Varese esce definitivamente dalle classifiche
- solo Como e Sondrio restano a memoria dell'elevata diffusione epidemica nel NW
- scompare Bolzano dalla classifica per la prima volta dopo settimane
- Martedì scorso tutta la top 15 era sopra i 393 casi/100mila ab.; ora solo le prime 11 province
- il trend si è stabilizzato
- tra le 15 peggiori, figurano solo una provincia del Centro (Rieti) e una provinca del Sud (Bari). Il Sud, in realtà, vedrebbe anche Foggia (incidenza 362 casi/100mila ab. nell'ultima settimana) piazzarsi appena sotto Bari ma al 16° posto
- nella top 15 escono Cuneo, Bolzano, Vercelli, Modena, entrano invece Rieti, Pordenone, Bari
Infine il dato delle province che mostrano un'inversione di tendenza (Rt < 1), per quanto possa benissimo trattarsi di una casualità o di un artificio dovuto al n° di tamponi fatto.
Rispetto alla settimana scorsa, le province che mostrano un calo o una stasi (definita come un'incidenza variata entro ± 10 casi/100mila ab./sett.) sono diminuite : da 96 a 89 province su 107
Le uniche 18 province la cui incidenza è aumentata sono state: Pordenone, Venezia, Belluno, Treviso, Verona, Rovigo, Rieti, Lecce, Brindisi, Bari, Fermo, Ascoli Piceno, Catania, Cagliari, Sud Sardegna, Vibo Valentia, Sassari, Viterbo.
La Puglia e il Veneto hanno la maglia nera in questa triste classifica, visto che piazzano rispettivamente ben 3 e 5 province sulle 17 totali.
Dal punto di vista epidemiologico, siamo stabili alla situazione esistente al 10 Novembre per le province migliori, e al 3 Novembre per le province peggiori.
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