
Originariamente Scritto da
Sneg
Bene ragazzi, oggi per me (e per milioni di miei connazionali ahimè ancora ignari di quel che ci sta accadendo) sarà una lunga giornata, una delle più lunghe.
Come vi accennavo, c'è tempo fino alle 18, non oltre (quando questa assurdità sarà finita vi dirò anche il perché, ovviamente...).
Una lunga prova, credetemi, per chi ha il cuore spezzato in due parti, combattuto per due Paesi.
Voglio vivere questa cosa pensando alle cose belle, alle cose più belle che pure - credetemi, vi prego - contraddistinguono quel mio "strano" popolo.
Da domani, molto probabilmente, sarà un giorno diverso.
E io, da lontano, voglio immaginare quello che molti vivranno lassù.
C'è chi si rivolgerà alla preghiera, se crede; chi da domani porterà un pensiero in una piccola chiesetta silenziosa delle nostre campagne; chi si rivolgerà invece ai propri "santi", figure quasi mitologiche figlie di un'antichissima tradizione, perché crede, si, ma a modo suo; chi depositerà 4 fiori d'ortensia sulle antiche pietre ai piedi delle grosse querce che popolano i campi, proprio come vuole la nostra tradizione quando c'è bisogno d'aiuto...
Ma passerà, passerà certamente. Siamo un popolo forte ragazzi, come questo nostro italiano.
Io, quando questa assurdità che ci è capitata sarà finita, farò due cose, lo devo.
Festeggerò qui perché questo nostro Paese ce l'avrà fatta, eccome;
poi andrò anche dai miei cari su: ho troppe cose ancora in sospeso.
Dovremo festeggiare la fine di un incubo, cantando anche noi spensierati ed intonando il "Sinn faer lien" (Ode a lei), un canto bellissimo, dolce, della tradizione gaelica. Lingua che conosco poco, ma quel canto lo so perché quante serate spensierate in estate sotto la fresca ombra di una quercia secolare ci ha regalato. Quante infanzie ho trascorso lì, quante mamma mia...
Lo canteremo rivolti verso il mare, come la tradizione vuole. Sapete ragazzi, "L' ode a lei" parla della libertà, di una foglia che - staccatasi dall'albero - non muore, ma corre verso il mare e lo sorvola, ricongiungendosi al Cielo.
La cantiamo in estate, e i nostri anziani l'accompagnano al suono di uno strumento simile ad un'arpa molto antica, forse venuta dall'Eire (che è lì di fronte...).
Devo poi fare un'altra cosa.
Voglio mantenere la promessa che ho fatto a Lannie, l'ultima delle mie tre cugine.
Siamo lontani, ma ci lega un amore viscerale, potente, straordinario. A fine primavera le ho promesso che parteciperò al suo giorno speciale, al suo "Toe" (simile al nostro diciottesimo per intenderci).
La primavera nella Cumbria, ragazzi, è un'esperienza dell'anima, tocca lo spirito, davvero.
E poi devo abbracciarmi la mia nonna, lo devo: una donna di ferro, che mi ha dato tanto, tantissimo.
Ragazzi, oggi rifletterò molto, si prepara una giornata lunga ed intensa.
Vinceremo tutti, ne sono certo.
Moderatore, scusami per questo sfogo, prometto non accadrà più, hai la mia parola.
Ma devo rimettere insieme 2 pezzi di cuore, non è facilissimo.
E con voi mi sentirò meglio.
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