Secondo me non si arriverà a quello, però potrebbe essere più difficile piegare la curva in maniera decisa. Speriamo di no per avere un periodo primaverile/estivo tranquillo, anche perché per quel periodo non si arriverà ad avere una immunità così elevata grazie ai vaccini probabilmente...
Però molto potrebbe dipendere da come la popolazione rispetterà le norme, in particolare se eviterà le visite tra diversi nuclei familiari che in una zona rossa potrebbe essere una delle maggiori fonti di contagio evitabili. (Poi sono ripetitivo ma per togliersi quanto meno il dubbio, avendo chiuso anche asili nido ed elementari a questo giro, sarebbero state dovute essere chiuse anche le chiese che rappresentano come minimo uno spazio di aggregazione in cui in periodi del genere si potrebbe non andare). A questo proposito mi preoccupa sempre di più la curva in Grecia date le misure presenti, potrebbe essere che le persone si sono stufate e non le rispettano piu.
Comunque questo è un articolo interessante sulla situazione di Spagna e Portogallo, anche se non so se ci fosse la variante inglese e in quali quantità (penso di si comunque dato il veloce incremento dei casi a inizio anno). La Spagna ha avuto un calo pazzesco di recente nonostante misure non particolarmente restrittive, anzi (e questo è abbastanza un mistero ai miei occhi), mentre il Portogallo allo stesso modo da una diffusione elevatissima (picco di 16.000 casi con 10.000.000 di abitanti, avranno fatto tanti test ma è come se da noi fossero 96.000) è arrivato sotto i 1000 casi giornalieri, ma in questo caso grazie a restrizioni più dure e chiusura di quasi tutte le attività.
Crollo di ricoveri e meno contagi: lo strano caso di Spagna e Portogallo
Sono il primo a dire che non ci sia linearità estrema tra severità delle restrizioni ed efficacia delle stesse nel contenimento della curva epidemiologica (infatti ho sempre snobbato l'overdose di tecnicismo di certi studi con cui si pensava di poter calcolare la specifica incidenza di ciascuna restrizione messa in campo nel quadro di un lockdown generalizzato); se da una parte è così, d'altra parte è tendenzialmente innegabile che, MEDIAMENTE, più le restrizioni sono mirate (occhio, non ho scritto "pesanti" genericamente: con "mirate" intendo "commisurate ai diversi rischi in base ai contesti in cui possono essere applicate") e più risultano efficaci. Il tutto, ovviamente, al netto delle differenze nelle abitudini sociali (sia amicali, sia nei contatti intergenerazionali nelle famiglie) tra le singole nazioni.
(Ussignur il tono sembra aggressivo ma non voleva esserlo)
Sai, ogni frase gira seguendo un'onda che tornerà, perché il mondo è rotondità.
beh, oggi qui è stato un week end giallo, di fatto. di gente in giro ce n'era tantissima ieri, oggi mi è parso più a piedi/in bici (che è bene) che per negozi.
le restrizioni vere partono da domani, è normale che ci si comporti così i giorni prima, fisiologico direi. come è stato in autunno, non vedo perché in zona rossa non debbano scendere i dati. magari la gente non si segnala più se ha i sintomi, ma comunque non è che possa girare più di tanto se è a casa dal lavoro e i figli sono a casa da scuola.
poi i figli vanno a fare o pallavolo o basket e alè
scherzi a parte, se la curva non fletterà, è lì che bisogna cercare eh... è facile scaricare poi la colpa su quello che va a farsi un giro in più del dovuto dopo un anno di restrizioni...
Si vis pacem, para bellum.
Molise
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veneto ore 17
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Ma io lo ho sempre detto.
Di fatto il modello più equo ed efficiente rimane quello tedesco : le attività più a rischio sono chiuse, lo Stato paga chi le gestisce a sufficienza, e non ci sono limitazioni alla mobilità individuale ma solo agli incontri tra nuclei familiari diversi, in modo tale che un cittadino medio sia teoricamente molto più libero e possa svagarsi un minimo senza che vi sia un grosso rischio sanitario.
Va detto che ora con la variante inglese questo modello sembra effettivamente avere un'efficacia minore, ma in linea teorica è il modello ideale. I famosi "lockdown totali" all'italiana invece sono solo un bagno di sangue, ma dato che non abbiamo risorse per pagare le attività come la Germania ci dobbiamo arrangiare con quello che abbiamo e alternare momenti di apertura/riapertura a momenti di chiusura... Che dire, speriamo che dopo Pasqua si veda la luce.
crescita è stata dell’8,48% con un Rt istantaneo che al 13 marzo segnava 1.0. Tutti questi valori, che troveranno conferma solo alla fine della settimana entrante con le rilevazioni ufficiali (e per l’Rt tra 2 settimane) ci permettono di sottolineare due diversi aspetti: 1) La visione “retrospettiva” utilizzata ufficialmente comporta uno sfasamento temporale tra introduzione (e rimozione) delle misure di mitigazione. Ed è soprattutto l’introduzione tardiva a permettere al virus di costruire una base più ampia di contagiati, oltre la metà dei quali asintomatici. 2) I valori di Rt prossimi a 1.0, quando il numero quotidiano dei contagiati è elevato come nella fase attuale, sono del tutto inaccettabili: perché stabilizzano la situazione epidemica a livelli insostenibili sia per quanto riguarda il numero dei ricoverati in area medica (in crescita nel periodo del 16,1% a quota 23.656), sia come abbiamo visto per le terapie intensive, sia per i decessi (nella settimana 2.293, media giornaliera 327). Numeri che andrebbero ricordati, e soppesati, quando si scatena il panico per il decesso di una persona vaccinata: senza che per ora, peraltro, sia stato provato alcun collegamento diretto. Come abbiamo visto nei giorni scorsi i dati in arrivo da Uk ci dicono che, su 9,7 milioni di soggetti vaccinati, sono decedute 275 persone: per nessuna di queste è stata trovata una correlazione con la vaccinazione. Ma sempre in Uk (fonte Oms) su 4.213.347 casi di Covid-19 i decessi sono stati 124.419. Anche, per assurdo, volendo attribuire al vaccino tutti i 275 decessi che in realtà non sono ad esso collegabili, è facile capire da che parte stia il rapporto rischi/benefici. Il vero problema del vaccino, in questa fase, è non averne abbastanza.
Non finirà come dici tu, qualsiasi cosa possano volere Ricciardi e Locatelli
Quando e come finisce una pandemia - Gina Kolata - Internazionale
In sostanza per gli storici una pandemia finisce o per via sanitaria, o per via sociale, ovvero quando la gente riprende a vivere normalmente vincendo la paura per la malattia. Noi con i vaccini forse ci avviamo verso la fine sanitaria, ma se non dovessero bastare si andrà verso la fine sociale (anzi, forse in parte sta già avvenendo)
Scusate, rispondo solo una volta ogni tanto.. Allora, riguardo le reinfezioni, 3 persone si erano infettate a novembre (tampone molecolare positivo) e sono di nuovo malate (tampone molecolare positivo), con sintomi anche pesanti.
I tamponi che si fanno qui, cioè che fanno tutte le aziende, tutti gli insegnanti, ecc.ecc. sono tamponi rapidi, che danno esito praticamente immediato. E sono quasi tutti negativi nonostante abbiano sintomi. Secondo voi perché il Piemonte ha un tasso di ricoveri pazzesco? Sarà forse perché usiamo massivamente tamponi rapidi da due soldi che non valgono un fischio? Non so eh... A meno che qui non stia girando l'influenza stagionale alla grande. Grazie a questi tamponi da Topo Gigio abbiamo persone con febbre e sintomi influenzali che vanno a lavoro, girano tranquillamente, perché "il tampone è negativo, quindi sono sano". E poi ci chiediamo perché impazzano le varianti e i ricoveri. Ma quand'è che li vietano per legge? Cosa dobbiamo aspettare ancora? Evidentemente abbiamo puntato sull'immunità di gregge, senza dircelo però.
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