Va bene, hai ragione tu come sempre, te la canti e te la suoni da solo.
E comunque avevo capito bene all'inizio dato che gira e rigira si parla sempre di applicare a realtà completamente diverse e immerse in contesti completamente diversi (anche in termini pandemici) le politiche della Nuova Zelanda, un'idea davvero rivoluzionaria.
Persino l'Australia in isolamento quasi totale e condizioni estremamente diverse, pur essendo convintissima della sua strategia, alla fine ha ceduto, é oltraggioso pure continuare a parlarne. Ti lascio continuare ad attaccare gli altri utenti che osano contraddirti. Buona serata![]()
Ultima modifica di ale97; 10/12/2021 alle 22:28
Non c'è. Nel senso che conoscendo i miei limiti non giudico (nemmeno a posteriori) le scelte di politica sanitaria fatte in altri paesi. Non ho nemmeno la pretesa di dire che hanno funzionato o meno sulla base dei morti in rapporto agli abitanti, non ce l'ho perché la pandemia è lungi dal concludersi.
Invece lo possono fare le fattorie di pecorari neozelandesi...
Ma ribadisco, non è compito mio dare un giudizio su cosa è giusto fare e cosa è possibile fare.
Io fossi un politico chiederei agli esperti di tutti i campi come la pensano, chiedendo la soluzione migliore.
Ognuno dice la sua e si raggiunge un compromesso. Perchè è straovvio che economia e covid non vanno d'accordo.
E se ascolto un fisico che si occupa di sistemi complessi, mi aspetto semplicemente che mi racconti quello che compete a lui.
Io non vedo condanne a USA GRAN BRETAGNA o GERMANIA, ma solo una constatazione dei fatti.
Ci stanno pure le vie di mezzo tra reattivo e proattivo.
Non vanno d'accordo ondate epidemiche ed economia, ma durante una pandemia ci sono anche intervalli tra un'ondata e l'altra, certo tutto sommato l'Australia nel 2020 (la prendo come esempio perché è un'economia abbastanza grande) ha fatto molto meglio di tutti gli altri grandi paesi, segnando una modesta contrazione del PIL (-0,5%) quando gli stati dell'UE viaggiavano tra un -3 e un -10%, già quest'anno però si vede bene come condizioni diverse a livello pandemico (anche perché il virus è cambiato in termini di trasmissibilità) abbiano di fatto penalizzato l'economia australiana rispetto a gran parte di quelle del G20. E' anche uno dei motivi per cui di fatto hanno abbandonato (temporaneamente?) la strategia Covid0... semplicemente smette di essere sostenibile nel momento in cui le misure di contenimento rischiano di durare mesi e la compensazione economica delle attività in perdita rischia di diventare un problema per le finanze di uno Stato. Posto che il debito pubblico australiano è ancora modesto (poco sotto il 50% del PIL) ma è molto alto l'indebitamento privato. Quindi devi trovare soluzioni necessariamente più flessibili e probabilmente meno efficaci nel contenere l'impatto sanitario della pandemia stessa.
Ultima modifica di galinsog@; 10/12/2021 alle 22:49
Poi Trebor se c'è una cosa su cui ti sbagli è proprio la mia opinione su come l'Italia abbia gestito la fase pandemica (che è negativa ma molto meno di quel che credi), nel senso che le mie critiche riguardano essenzialmente la gestione dello scorso autunno (ad esempio la ritardata adozione del sistema dei semafori e l'adozione tardiva dell'incidenza come parametro guida, che è proprio l'unico parametro che consente di anticipare l'evoluzione in termini di numeri di ricoveri/decessi) e tutta la fase iniziale (ma proprio le primissime settimane: 21 febbraio/9 marzo 2020) e in questo secondo caso riguardavano più questioni di natura strutturale, come il pessimo coordinamento iniziale tra Stato e regioni e la mancata implementazione dei piani pandemici, rimasti sulla carta dopo il 2009... temo anche che con l'attuale ondata (per ora da variante delta) si sia atteso troppo sia per quanto riguarda la somministrazione del booster e che alcuni parametri (es. lo scarso peso dato all'incidenza nel sistema della classificazione del rischio) siano da rivedere... per cui no, sono tutt'altro che anti-italiano, almeno in questa fase e sono pure più "proattivo" di quel che credi, ma le letture "ideologiche" e à la carte mi danno fastidio, per cui apprezzo gli aspetti tecnici nella misura modesta in cui riesco a comprenderli, ma rifiuto quelli ideologici o se preferisci "biasati" ed è il motivo per cui non li seguo più (e lo facevo dai tempi in cui quel gruppo era uno spin-off di "Liberi oltre le illusioni").
Ultima modifica di galinsog@; 10/12/2021 alle 23:08
Si vis pacem, para bellum.
Segnalibri