Intanto grazie della partecipazione e complimenti per la panificazione!
Volentieri ti dico come faccio io, anche se non pretendo di essere un grande esperto, specialmente con la pasta madre.
Più che altro ho preso spunto dalla madre di mio figlio, che lo fa da una vita.
Sono partito dal mio solito modo, cioè alla sera, davanti ad un film alla TV, scodellona, acqua tiepida grosso modo l 0,7, lievito di birra fresco g 10, sale fino un cucchiaino raso, poi comincio a versare la farina. Mescolo con un robusto cucchiaione di legno, mettendo farina fino ad una consistenza di colla umida. Spargo su un grande tagliere di legno altra farina, ci verso l'impasto, sopra altra farina e lavoro con le mani, aggiungendo farina fino ad ottenere una palla al limite dell'incollaggio alle mani.
Lavorando a mano, è molto importante partire da una quantità definitiva d'acqua (che quindi è quella che definisce la dimensione del pane) e aggiungere sempre solo farina. Mai più acqua, quando l'impasto si sta rassodando. Perciò quando sento che l'impasto comincia a non incollarsi più tanto alle mani, devo subito smettere di aggiungere farina. Quella rimasta sul tagliere la userò poi come antiaderente dopo la lievitazione oppure la rimetto nel sacco. Alla fine ho usato circa kg 1,7 di farina di grano tenero tipo 0.
Da questa palla iniziale ho tolto con la spatola una porzione da lasciare ad iniziare la pasta madre, circa una palletta di 10 cm, e l'ho chiusa in un contenitore ermetico di plastica, di quelli da frigo.
Ho poggiato la palla grande su di un sottile strato di farina, al centro del grande tagliere (dopo averlo ben raschiato con la spatola).
Mentre impastavo, la scodellona era in ammollo in lavandino completamente piena di acqua, così che, finito di impastare, ho potuto lavarla dai resti di pasta con le mani e contemporaneamente lavarmici le mani; meglio non usare spugnette o spazzole: dopo non resterebbe che buttarle (la pasta si incolla).
Con la scodellona pulita ed asciugata ho coperto la palla grande sul tagliere e l'ho lasciata lievitare tutta la notte (ambiente a +15 gradi).
Ho un vecchio fornello, di quelli con i quattro fuochi a gas e sotto il forno elettrico; ho poggiato sulla grata nel forno (in posizione più bassa possibile) due mattonelle refrattarie alte 3 cm (acquistate in un magazzino di edilizia) accostate a formare un piano pari, che prende tutta la superficie orizzontale della grata (circa cm 40 x 40).
Alla mattina ho scaldato il forno (calore da sopra e da sotto senza ventilazione) 20 minuti a 200 gradi.
Ho scoperto la palla grande dalla scodellona, staccandola delicatamente con le dita da quest'ultima, perchè lievitando vi si era appiccicata.
Con la spatola ho scollato l'impasto dal tagliere, ma sempre muovendolo il meno possibile e assolutamente non schiacciandolo per non ammazzare la lievitazione.
Poi ho usato un sottile foglio di compensato (infarinato) per infornarlo, non avendo io una vera pala da pizza.
L'ho sfornato guardando il tono di colore della crosta, di un marrone abbastanza scuro, cioè nel mio caso dopo circa 30/40 minuti di cottura.
Lascio la palletta di pasta madre chiusa ermeticamente perchè non si secchi, fuori dal frigo; dopo due giorni, molto lievitata, la uso tutta al posto del lievito di birra, e poi alla fine dell'impastatura, prelevo ogni volta una porzione da lasciare a far da pasta madre. Ho provato anche a lasciare un parte intatta, ma il risultato mi è sembrato invariato.
Nel panificio avevo imparato diversamente, cioè con una seconda lavorazione, ma quello era possibile lì, disponendo di una camera di lievitazione a 40 gradi e 100% di umidità.
Nelle nostre case è molto meglio rispettare la lievitazione iniziale ed infornare con grande delicatezza ciò che la notte ha prodotto.
Alla fine il risultato è anche migliore.
Il mio pane è praticamente sciapo; effettivamente potrei anche fare a meno di mettere quel pizzico di sale e forse la pasta madre ne gioverebbe.
Ultima modifica di alnus; 03/04/2020 alle 14:28
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