Citazione Originariamente Scritto da Gianni78ba Visualizza Messaggio
La solidità di chi li ha emessi.
Quando viene meno quella vai a fare la spesa con il carretto per portarti i contanti.
Immaginiamo che gli stati accettassero i bitcoin per pagare le varie tasse e imposte, consideriamo anche che i bitcoon hanno una quantità in circolazione predeterminata.
Andiamo ancora oltre ed immaginiamo che il bitcoin viene utilizzato a livello globale al posto del dollaro.

Dal punto di vista della gestione economica da parte dei governi e delle banche centrali cosa succederebbe?

Milei è uno a favore del bitcoin e abolirebbe le banche centrali.
(C'è anche da dire che si sta dimostrando migliore dei suoi predecessori. Lo stesso Seminerio che critica chiunque non ha potuto fare a meno di scriverlo)

Cosa succederebbe?
Milei la liquida dicendo che senza le banche centrali gli stati non possono derubare i cittadini tramite l'inflazione.

Però pensiamo anche al covid ed alle crisi del 2008 in america o dei debiti sovrani del sud Europa.
Senza gli interventi delle banche centrali cosa sarebbe successo?

Tengo a precisare che le mie NON sono domande retoriche
Ti rispondo come risponderebbe Milei, dato che la visione economica del personaggio e piu in generale quella della scuola austriaca di economia la conosco.

N.B.: Non sto dicendo che questa e´ anche la mia visione, benche in buona parte sia sicuramente d´accordo con Milei. La sto semplicemente presentando per come e´.

Nella visione austriaca/di Milei, le crisi economiche sono il prodotto di una cattiva allocazione delle risorse nel mercato, a causa di prezzi differenti rispetto a quelli che sarebbero risultanti dalla libera scelta individuale dei consumatori.

Nello specifico, il tasso di interesse fissato dalle banche centrali secondo tale visione finisce per essere sistematicamente diverso rispetto a quello che si realizzerebbe se l´emissione di moneta non fosse un monopolio pubblico e quindi i tassi di interesse non fossero fissati arbitrariamente dalla banca centrale. Perdonatemi, so bene che non funziona esattamente cosi (la banca centrale di fatto stabilisce il corridoio del mercato interbancario piu che il singolo interesse), ma cerco di semplificare.

I tassi di interesse nella visione austriaca indicano le preferenze temporali degli individui (consumo vs risparmio): tassi piu bassi suggeriscono una minor preferenza per il consumo e maggior preferenza per il risparmio. Questo a sua volta spinge gli imprenditori ad investire in progetti maggiormente di lungo periodo rispetto a prima, dal momento che essi si aspettano una domanda di beni di consumo relativamente bassa oggi ma potenzialmente piu elevata domani. E questo si traduce in acquisti di beni immobili, partecipazioni azionarie ecc.

Nel momento in cui i tassi di interesse sono piu bassi di quello che sarebbero in condizioni di libero mercato pero, questo si traduce in un eccesso di investimento in tali beni da parte degli imprenditori ed un "difetto" di investimenti in beni di consumo, o comunque nella parte della produzione piu vicina al consumatore.

L´accumulo di investimenti erronei va avanti finche non avviene una correzione di politica monetaria da parte della banca centrale, con rialzo dei tassi, magari per timori inflazionistici. A questo punto gli investimenti effettuati non risultano piu redditizi alla luce dei cambiamenti nei tassi, ed inizia il processo di liquidazione degli asset che porta alla crisi economica: vendite di titoli sul mercato, questo a sua volta porta un calo dei prezzi di azioni e immobili, cio spinge le imprese a ridurre i costi, licenziare e/o non assumere eccetera.

A questo punto e´evidente che in tale visione la Banca centrale e´ responsabile della crisi, dunque non ci si puo attendere che essa possa superarla iniettando liquidita e abbassando i tassi di interesse nuovamente, perche questo andrebbe solamente ad innescare di nuovo il ciclo economico di boom and bust. La soluzione per Milei consiste proprio nel laissez faire, cioe lasciare che i prezzi e i salari dei prodotti sopravvalutati cadano e che il mercato trovi un nuovo equilibrio.

Anche per quanto riguarda le banche e´ lo stesso discorso: se non stanno in piedi perche piene di titoli tossici, vanno lasciate al loro destino, i prezzi dei loro asset vanno lasciati cadere e in questo modo possono trovare gestori maggiormente oculati sul mercato (in teoria).

Salvandole con la stampa di denaro, la banca centrale sta invece creando un pericoloso precedente: sta comunicando loro che tutto sommato, se anche si sono presi troppi rischi, pazienza, verranno usati soldi dei contribuenti o dei risparmiatori per salvarle dai guai in cui si sono cacciate.

Nel caso del covid, e´ anche piuttosto evidente come mai i libertari alla Milei non fossero certo favorevoli ai lockdown, perche´ inevitabilmente essi non potrebbero sussistere in un sistema monetario basato su Bitcoin e basta e/o sul vecchio gold standard. Non ci sarebbe assolutamente la possibilita di stampare denaro per sostenere le aziende chiuse.
Al limite, eventualmente, se negli anni precedenti lo Stato ha accumulato degli avanzi di bilancio (mi scappa da ridere solo a pensarci ), e´possibile finanziare tramite quegli avanzi di bilancio gli aiuti alle imprese per superare la "buriana". Oppure procurarsi le risorse tramite deficit pubblico con titoli allocati sul mercato e acquistati dal mercato stesso. Onestamente in questo senso mi viene comunque da dire che avere finanze pubbliche maggiormente sane non sarebbe MAI un male in tal senso, ma siamo nel Paese in cui i commentatori economici spesso prendono il Giappone come modello da imitare e dunque di cosa ci stupiamo piu.

In ogni caso, l´inflazione del 2022-2023 ha comunque dimostrato che gli aiuti elargiti durante la pandemia cosi come certi progetti faraonici (PNRR) non erano aggratis, sebbene siano stati ampiamente venduti come tali.