Realizzare una fondazione su suolo roccioso, al di la del discorso faglie, ad una profondità media di circa 250 m, oggi sarebbe un'impresa veramente fuori scala.
La Scienza, compresa la scienza delle Costruzioni, non è democratica: se il popolo del web e la maggioranza degli italiani sostengono che il Ponte si può fare, in contrasto con quanto sostengono i relativamente pochissimi tecnici progettisti, l'opera non si può fare :-)
So che non è nemmeno il caso di ribadirlo, ma ovviamente mi trovo d'accordo su quasi tutta la linea di Galinsog@![]()
Faccio un'eccezione per la fusione nucleare, perchè devo dire che comunque abbiamo avuto una ricaduta scientifica incredibile (posso portare esempi pratici toccati con mano) e comunque non è poi così lontana, sempre che ci sintonizziamo sulle decine d'anni.
Il bombo ha una superficie alare di 0,7 cm² ed un peso di 1,2 grammi. Secondo i vigenti principi dell'aerodinamica è impossibile volare con tali caratteristiche. Ma il bombo non lo sa e quindi continua semplicemente a volare!
Che il pilone calabro potrebbe andare verso est e quello siciliano verso ovest, banalizzando…
oltre al fatto che la vicinanza all’epicentro esporrebbe pesantemente la struttura a sollecitazioni non so quanto modellizzabili a priori
Su un solo pilone centrale ti hanno già risposto
“Sopra le nuvole il meteo è noioso”
Lo stretto si apre con una velocità attualmente intorno ai 2-3mm/anno, quello greco che ho citato fa 16mm/anno ma le arcate non arrivano a 600m e la profondità arriva a 65m
Un'altra possibilità sarebbe quella di realizzare i due piloni in acqua invece che a terra, diminuendo così l'ampiezza della campata ma mi sa che si tratta di una proposta non basata su studi geologici dei fondali. Quindi non è detto sia fattibile.
Per rispondere alle tue domande: purtroppo è così che vanno spesso le cose, e non solo in Italia aldilà dei luoghi comuni.
Si poteva e si può ancora fare, certo, ma è un po' come chi fa un progetto di lavoro senza una motivazione e chi lo fa come conseguenza di un progetto di più vasta portata: il primo lavorerà meno e forse non lavorerà mai efficientemente quanto farà o farebbe il secondo.
E' una mentalità sbagliata? Certo.
Tuttavia, non si può prescindere dal fatto che le grandi opere, ribadisco, portano spesso dietro sè grandissimi cambiamenti infrastrutturali che risolvono molte volte carenze che altrimenti è probabile sarebbero destinate a prolungarsi in eterno. Per cui, se fossi siciliano o calabrese, sarei a maggior ragione d'accordo con il costruire il ponte visto che porterebbe ad un probabile avanzamento infrastrutturale che non è stato mai risolto in 100 anni e passa.
Le uniche critiche, eventualmente, le rivolgerei agli aspetti tecnici e di sicurezza.
Allora, fosse così, a maggior ragione non me ne preoccuperei: se i tecnici diranno che è impossibile, non si farà.
Non credi? (domanda seria, non ironica!).
A me invece sembra che alcuni pensano sia fattibile e realizzabile proprio tra i tecnici.
Io non ne capisco molto, accetto chi critica questi progetti come accetto chi ritiene che sia possibile, ma inviterei a mettersi d'accordo: è possibile attualmente costruirlo con le nostre tecnologie e conoscenze, o è davvero impossibile?
Insomma, se un tizio dicesse che si può fare un trapianto di testa credo che tutti i medici del mondo gli darebbero del pazzo e si rifiuterebbero salvo qualche invasato.
Con gli ingegneri non è così sul ponte sullo stretto?
Proprio perchè come dici la scienza non è democratica, ci deve essere una risposta univoca.
Un terremoto del genere ha comunque tempi di ritorno di 600-1000 anni, forse più di quanto potrebbe sopravvivere un tale ponte se fatto oggi, o comunque tempo sufficiente perchè la nostra evoluzione tecnologica possa riuscire a colmare le lacune attuali con nuove soluzioni.
Certo, i tempi di ritorno sono stime, magari capiterà domani, ma è improbabile.
Mi pare, inoltre, che il terremoto del 1908 non ebbe l'effetto di allontanare le due sponde, ma di generare subsidenza, facendo sprofondare le due sponde di mezzo metro o più (ma questo dipese ini buona parte da depositi alluvionali e non da un reale effetto di sprofondamento).
Be', ma sulla fusione nucleare (e sulla ricerca tecnologica abbinata alle missioni spaziali) concordo con te nel senso che ambedue, pur mantenendosi molto lontane dall'obiettivo finale, hanno favorito un enorme progresso tecnologico, quello che invece intendevo dire è che fa un certo effetto vedere che passano i decenni ma la distanza temporale non si riduce in proporzione al tempo trascorso, poi sono convintissimo che coloro che sono nati all'inizio di questo millennio vedranno realizzate ambedue le imprese... ma magari non il Ponte sullo Stretto...![]()
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