Il bombo ha una superficie alare di 0,7 cm² ed un peso di 1,2 grammi. Secondo i vigenti principi dell'aerodinamica è impossibile volare con tali caratteristiche. Ma il bombo non lo sa e quindi continua semplicemente a volare!
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
A me sembra che ci sia una divaricazione di obiettivi tra USA+Europa e Israele che non viene abbastanza fatta emergere né dagli organi d'informazione, né dagli "analisti strategici", partiamo da una premessa:
- l'atomica iraniana è un problema enorme per Israele, per il vicino Oriente in generale e per il mondo, già abbiamo paesi con arsenali nucleari la cui affidabilità lascia a desiderare (Pakistan) o che sono retti in modo tirannico da personaggi di dubbia sanità mentale (Corea del Nord) consentire all'Iran di costruirsi l'atomica ricade in mezzo a questi due casi, anche al netto delle minacciose intenzioni iraniane nei confronti dello Stato d'Israele. Quindi partendo da un punto comune arriviamo alla "divaricazione":
1. Israele essendo sotto minaccia diretta (e non mi riferisco solo alla futuribile atomica iraniana) è probabilmente più interessato degli altri a un cambio di regime a Teheran, mi spingo a dire che nel breve-medio periodo Israele potrebbe davvero avere più da guadagnare da un Iran in preda al caos, che da un Iran retto non si sa bene da chi e comunque con il contributo di una parte consistente dell'attuale leadership politico-militare iraniana, ripescata magari dopo un "maquillage" che la renda "potabile" all'opinione pubblica occidentale;
2. tutti gli altri soggetti (UE in primis ma anche USA) avrebbero interesse a un collasso dell'attuale regime iraniano solo (e soltanto se) il successivo assetto politico-istituzionale iraniano fosse stabile (ed è lecito dubitarne), quindi avrebbero molto più da guadagnare da una transizione "guidata" dall'interno dell'Iran stesso.
Se ci pensate bene il punto 1 spiega molte cose della politica israeliana recente, ad esempio la modalità dell'intervento in Libano, certamente votato dal punto di vista pratico a scacciare Hezbollah dalle zone meridionali del paese, impedendogli di lanciare centinaia di razzi al giorno verso obiettivi nel Nord d'Israele ma che in realtà non mascherava troppo un tentativo di rivitalizzare gli scontri etnico-religiosi all'interno del Libano stesso. Ancora più evidente mi sembra il tentativo israeliano di riaccendere la guerra civile in Siria, provocando il collasso del regime transitorio di Ahmad al-Shara' (alias Abū Muḥammad al-Jawlānī) del quale, con ragioni tutt'altro che insussistenti, gli israeliani diffidano apertamente fino all'ostilità.
Israele (e lo dico con rammarico essendo forse il più filoisraeliano di coloro che sono intervenuti in questa discussione ed essendo filosionista), senza gli USA che ne smorzino la hybris militarista (che è un aspetto storicamente inquietante della mentalità israeliana, sebbene compensato da mille altre qualità positive), rischia di diventare il principale fattore di instabilità dell'intero Medioriente, ad esempio, al netto di quanto avverrà in Iran nelle prossime settimane, il governo Netanyahu e la sua maggioranza proveranno successivamente a regolare i conti con la Turchia, di cui le milizie sunnite-salafite che costituiscono la spina dorsale del governo di transizione siriano sono un proxy?
Ultima modifica di galinsog#; 21/06/2025 alle 10:34
Screenshot_20250622_072102_Chrome.jpg
Il capo si stato maggiore dan caine stanotte nella situation room o nella sala bingo non sono riuscito a capire.
Foto ufficiale dal post
https://themarketjourney.substack.com :
economia, modelli, mercato, finanza
Commento veloce senza giudizi etici o politici: l'operazione americana è certamente rischiosa, ma non è un inevitabile e prevedibile disastro come fu l'invasione dell'Iraq.
Dubito che gli iraniani si arrendano istantaneamente e anzi cercheranno di fare qualche ritorsione, ma non sono in grado di colpire in maniera efficace.
Se USA e Israele riusciranno ad evitare una escalation del conflitto senza puntare all'abbattimento totale del regime iraniano, accontentandosi di aver efficacemente distrutto il programma nucleare e umiliato gli ayatollah, potrebbero anche crearsi le condizioni per una caduta del regime nei prossimi anni.
Se invece insisteranno per avere subito il cambio di regime rischiano di vanificare tutti i risultati ottenuti finora e di finire invischiati in un conflitto ingestibile di vasta portata. Vedremo nei prossimi giorni se abbiamo a che fare con dei lucidi opportunisti che cercano di sfruttare la vulnerabilità del regime oppure con pazzi fanatici alla Netanyahu.
Segnalibri