E' un thread triste, me ne rendo conto.
Tuttavia per chi ha superato gli "anta" come me (e ormai da qualche anno) questo tipo di problematiche iniziano a diventare pressanti.

La mia posizione è presto detta. Avendo iniziato a lavorare seriamente (e quindi ad accumulare contributi significativi) molto tardi, con l'attuale sistema contributivo il mio congedo si collocherebbe fra i 65 e i 68 anni (pensione d'anzianità nel primo caso, maturazione di anni nel secondo).

Considerato che fumo e svolgo un lavoro stressante e al tempo stesso prevalentemente sedentario, dubito che gli anni che mi rimarrebbero a disposizione per condurre una vecchiaia "dorata" sarebbero molti. I progressi della medicina potrebbero anche consentirmi un prolungamento della vita, sicuramente non della sua qualità (a discapito di chi dovrà sopportare la mia infermità e del sistema sanitario nazionale).

A differenza della maggior parte degli under 30 di oggi (che non invidio per niente da questo punto di vista), potrò ancora contare su una pensione decente, alla quale si somma la pensione integrativa che nella mia categoria è una realtà già da parecchi anni. Il problema è che non sarò io a godermi questo "privilegio", ma i miei figli e i loro eventuali coniugi.

Questo è il grande limite del lavoro dipendente, anche quando è discretamente retribuito: un terzo circa dello stipendio faticosamente guadagnato è destinato ad essere fruito a futura memoria da terze persone e a "babbo morto".