
Originariamente Scritto da
Jadan
In effetti la mia ammirazione per i fratelli, e in particolare Groucho, Marx non è mai scemata.
Quanto a Karl, con tutta sincerità credo che la gente che ne abbia letto qualche pagina seriamente sia molto meno dell'1% della popolazione italiana. E io sono tra questi, anche per ragioni di studio. Penso che
Marx (Karl) sia stato un grande pensatore, con lampi di lucida preveggenza e acume di analisi non comune, inseriti in un contesto ideologico che fa un po' acqua da tutte le parti.
Per cui se prendi pagine o aspetti singoli di Marx (Karl) ti stupisci ancora oggi: le sue pagine sulla globalizzazione, sul fatto che lui prevedeva, a metà del 1800, quando le potenze europee erano tutte occupati a scannarsi l'un l'altra, che sarebbe giunto un momento in cui il business (chiamiamolo così) avrebbe fatto premio su tutte le differenze di cultura, lingua e religione e avrebbe unificato in un unico, gigantesco, mercato tutte le nazioni industrializzate sono pagine, dicevo, da grande pensatore. Oppure, non si può non rimanere ammirati nel leggere come sosteneva che il dare un prezzo a tutte le cose, mentalità tipica delle economie capitalistiche a domanda e offerta, avrebbe comportato un attacco ai principi morali e anche religiosi su cui si reggevano le società. E potrei continuare.
D'altro canto Marx (Karl) sosteneva che il suo sistema, ben lungi dall'essere una fede, era una scienza esatta. Sosteneva (sbagliando, a mio avviso) che era possibile dimostrare (scientificamente) la non esistenza di Dio e che un sistema economico si reggesse su poche leggi fondamentali (in pratica quella del plusvalore) e sulla base di questa fosse possibile ricavare tutte le leggi di un sistema economico e sociale. A questo, al Marx (Karl) inteso come sistema, non ho mai creduto. Perciò non sono marxista, e perciò non lo sono mai stato: perché non basta (come faccio io, ma in buona compagnia) leggere e ammirare pagine e intuizioni. Per essere marxista devi accettare i principi base del suo sistema e, quindi, il suo sistema. Inoltre Marx ipotizzava (come tutti gli economisti della sua epoca, del resto) che l'ambiente e la disponibilità di risorse ecopnomiche fossero illimitate. E che fosse solo il lavoro umano a porre limiti alla ricchezza. Marx era (come tutti, ripeto, all'epoca) un sostenitore dell'homo faber, dell'uomo che si costruisce (e quindi: migliora) l'ambiente in cui vive. Aveva quindi innato il concetto di trasformazione dell'ambiente e dava per scontato che questo fosse il fine da raggiungere. In epoche di
GW un messaggio del genere è, oltre che fuorviante, devastante.
L'ho fatta lunga. Tanto sta' tranquillo che nessuno, a meno che non studi filosofia dell'800 o storia del pensiero economico, maneggia più queste cose e questi concetti. Stiamo parlando di idee tanto, tanto antiche, E, come sempre, nei classici trovi anche delle brillanti visioni o intuizioni, ma il mondo oggi parla d'altro. Parla di come ridurre l'impatto dell'uomo sull'ambiente, parla del fatto che non sono i mezzi di produzione importanti (altrimenti in Cina sarebbero i primi) ma altre grandezze. Parla del fatto che il software (Microsoft) è riuscito a scalzare l'hardware (IBM, mezzo di produzione). Insomma, un'altra cosa.
Quindi capisci come è ridicolo il tuo accenno alla fede marxista? Innanzitutto nessuno (a parte l'1%) s'è mai preso la briga di conoscere veramente Marx (Karl). Inoltre Marx (Karl) non parlava di fede, ma di scienza. Quindi che la fede marxista rimanga la stessa è affermazione che non sta in piedi e mi piacerebbe sapere cosa tu pensi che sia il marxismo.
E quindi, per sintetizzare la tua idea del mondo e della politica, citiamo ancora Marx (Groucho): "o lui è morto o il mio orologio s'è fermato". Vere tutte e due: Marx (Karl) è morto, e il tuo orologio s'è fermato una trentina d'anni fa.
Ah, dimenticavo. E' morto anche Breznev.
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