
Originariamente Scritto da
inocs
La ragione, parlo a titolo personale, è semplice: noi stiamo qui a scrivere, e più in generale siamo qui sulla terra coscienti di esistere, da e per un tempo estremamente piccolo. E siamo entrati nell'era scientifica da un tempo ancora minore. Un'aurora boreale (esempio stupidissimo) era un miracolo vero e proprio creato da qualche divinità del cielo. E così è stato per migliaia di anni. Oggi non lo è più nè mai più lo sarà.
Intendo dire che se impari a conoscere ed indagare i meccanismi propri della scienza, o meglio dell'incedere del "pensiero razionale", puoi attenderti lecitamente che tale pensiero continui ad evolversi, ma soprattutto puoi aspettarti che dia in futuro, magari, risposte a fenomeni oggi apparentemente inspiegabili (semprechè siano tali!). Così come milioni di fenomeni in passato inspiegabili oggi sono chiarissimi; e su questo sono molto critico con alcuni: la capacità esplicativa del metodo scientifico è eccezionale, chiara e condivisa da tutti (persino da chi non vorrebbe fidarsi, ma lo fa all'atto pratico ogni giorno): come si fa a dubitarne o pensare di poterla accantonare con tanta facilità, così a cuor leggero?
Tra il concedere credito all'ipotesi che ci siano fenomeni o realtà inspiegabili (peraltro spesso banali e tutt'altro che "fuori dal mondo", molto più spesso mistificatori e facilmente riconducibili nei pieni binari della razionalità) e concedere credito alla scienza, io opto banalmente per la seconda scelta. Tenendo ben presente un'altra cosa: la scienza stessa fissa di volta in volta i suoi stessi limiti. E' cioè prerogativa del pensiero razionale fissare un limite oltre cui il pensiero razionale non può spingersi. E' già successo e succederà ancora, cosa che molti fanno finta di non vedere o semplicemente ignorano. Questo vuol dire che al limite, parlando sempre per me stesso, ammetto tranquillamente che ci siano cose che la scienza non può spiegare, altrochè, ma:
1 - deve essere chiaro che non sono spiegabili scientificamente, e questo implica da un lato di escludere ogni fenomeno su cui alla scienza non sia dato modo di indagare (mi pare ovvio, e mi pare ovvio che ce ne siano molti);
2 - bisogna attendere in molti casi un giusto tempo, che non è quello di una vita umana. Per dire, non sappiamo ancora bene come funzioni un cervello o come il Dna codifichi un organismo vivente in ogni suo singolo aspetto. Ma immaginare che lo sapremo tra 50, 100 o 1000 anni è del tutto verosimile. Altro esempio stupido: la solita tiritera che ci manca la prova che la vita possa nascere da materia inerte. E' così difficile immaginare che tra 50, 100 o 1000 anni la creeremo così? E quando succederà vuoi scommettere che porteremo ad esempio al pensiero irrazionale e ai suoi adepti (ci saranno sempre) quella mirabolante storia e narreremo di quelli che razionalmente già lo pensavano prima, mentre tutti gli altri si affidavano a spiegazioni ed eccezioni altamente improbabili, così come oggi facciamo con la storia della terra al centro dell'universo e di quanto ci è voluto a spostarla di lì? Io lo scrivo, se il database del forum dura a lungo poi ripeschiamo il messaggio
Se io so che un aurora era inspiegabile e oggi lo è, perchè non dare credito e fiducia al metodo che l'ha spiegata e che condiziona ogni attimo della nostra attuale vita?
3 - ci sono alcune cose che secondo me (e solo secondo me) la scienza non spiegherà mai, diciamolo. L'esempio più banale è: chi siamo e da dove veniamo?

. Però Claudio, capirai spero, vedi tu altre spiegazioni?

E' una spiegazione Allah o Jahvè? E cosa spiega? Perchè qui sfugge un'altra cosa importante: quando anche ammettessimo che una cosa non sia indagabile col metodo scientifico razionale, non faremmo altro che entrare nel mondo della soggettività. Ed è chiaro che perderemmo ogni riferimento ad un'esperienza comune, ed ogni utilità di pensiero, speculativa o che dir si voglia. Perchè un albero è un albero, lo vediamo in milioni. Ma se tu ci vedi un'auto, io un albero e lui un millepiedi, di che parliamo?
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