lo già avvalorata,post addietro.
1)i dati ufficiali possono dirci qualcosa inequivocabilmente solo sull'opera e efficacia dell'azione degli organi formali di controllo,sul comportamento delle vittime,ee sullo stato di inclusione-esclusione sociale degli stranieri
2)data l'esistenza del c.d numero oscuro per ogni tipologia di reato,i dati ufficiali rappresentano solo la criminalità apparente e men che mai quella reale
3)sono soggetti a numerosi errori quantitativi,qualitativi
in post addietro parlavo dei furti nei centri commerciali ,che hanno un elevatissimo numero oscuro,di come i cittadini(i responsabili dei centri)decidono benissimo di non denunciare,e quando decidono di farlo lo fanno selezionando:quello si,quello no,quello era brutto e sporco,quella era una gnoccona da urlo,quello ero uno zingarello,quello era un rumeno,quello mi faceva pena ecc.ecc...
Poi arriva la polizia,chiamata dai responsabili: altra selezione ,quello lo denunciamo,a quell'altro gli facciamo soltanto una bella ramanzina.
Certezza:il crimine è stato commeso.Magia:il crimine può anche non venir registrato da nessuna classifica.
Per il taccheggio è accertato che gli stranieri vengono denunciati almeno il triplo più degli italiani.
Gli stranieri delinquono più degli italiani?no.
Poi c'è anche un concetto importante:la vulnerabilità,ciò il grado di privacy e protezione sociale-istituzionale,che notoriamente ha un andamento crescente andando verso i ceti più alta.
Non puoi ricondurre tutto al solo taccheggio.. Non è il solo reato esistente!
Inoltre quel numero oscuro di cui parli non può certo avere un'incidenza talmente tanto grande da pareggiare un rapporto, diceva albedo, di 3 a 1..
Sono d'accordo che il dato delle statistiche nonrappresenta il numero preciso e reale dei reati commessi ma è ciò che per convenzione deve essere recepito come rappresentativo della realtà.
Tutto questo, mi spiace, non può certo portare ad avvalorare la tesi che tu sostieni ed è evidenziata in neretto. Non sono pregiudizialmente fissato sul fatto che gli stranieri delinquono di più degli italiani ma ci vogliono numeri a supporto per dimostrare il contrario!
Diversamente si tira in ballo sempre e comunque la storia dei poverini, indifesi, emarginati, tartassati, perseguitati... Stereotipi che non hanno alcuna valenza!
Infine la storia della privacy e della protezione sociale: è vero quanto dici.. ma nei fenomeni di microcriminalità (che fanno la parte del leone nel campo della delinquenza) quanti esponenti di alto (o medio) ceto sociale ci sono? Quanti scippano? Quanti rubano in appartamento? Quanti taccheggiano? Posso concederti solo un po'di reati relativi alla droga..
In definitiva, tu ti basi solo ed esclusivamente su sensazioni e pretendi di applicare tali alle statistiche per correggerle. Non si fa così. Anche perchè allora la sensazione comune è che a delinquere siano più gli stranieri che gli italiani e per di più tale dato è avvalorato dalle statistiche.. Come la mettiamo?![]()
la scoperta del numero oscuro,da parte del sociologo-criminologo americano
SUtherland neglianni 50-60,ha sconvolto tutto il mondo scientifico,allora appiattito sulle considerazione esclusivamente basata sui dati statistici ufficiali,sull'unico-vero stereotipo esistente:il crimine prerogativa della povertà e delle classi sociali più basse.
Da allorora i dati statistici ufficiali e gli studi su di essi sono orientati esclusivamente dal lato del controllo e della reazione sociale.
la criminalitrà divieni così un costrutto sociale,nel quale la linearità causa-effetto non esiste.
Hai detto bene:percezione,convenzioni,definizioni costruite sono gli elementi che servono,grazie anche al contributo dei mass-media ,a creare il clima adatto al processo di criminalizzazione dell'immigrazione.
Solo le ricerche su base etno grafica-qualitativa possono squarciare il velo dell'asetticità dei dati statistici ufficiali.
A tal proposito,basta leggere le ricerche etografiche sui comportamenti discriminatori e iper selettivi delle pattuglie di polizie per farsi un'idea in diretta e non tramite Porta a Porta della realtà sul campo,che è fatta si di illegalità,ma anche di illegalità costruite e di reazione,di selettività dell'azione repressiva e discriminazioni.
Checche ne dica ne diciate, processi di discriminazione sociale e giudiziaria esistono:si può solo discutere sul grado.
Basta anche vedere la storiella del ministro della giustizia e del dopo indulto:sue dichiarazioni:vi prometto che riempirò le carceri in 6mesi e così è stato.
Partito l'input di indirizzo politico dall'alta amministrazione,ed ecco orientata selettivamente l'azione di contrasto al crimine delle forze dell'ordine.
Gli stranieri ,dato il clima xenofobo al limite ormai del razzismo,sono sottoposti a maggior controllo:controllo degli organi formali,ma anche informali.:quindi come posso aggrapparmi,anxcora maggiormente,ai dati statistici ufficiali,come fa Bruno Vespa a porta porta?
importanti sono diventate anche le ricerche sulla vittimizzazione,sulla criminalità autorilevata:da entrambe si deducono altre osservazione:sui molteplici meccanismi sistemici che portano alle denuncie,su reati e devianze anche di micro-criminalità fatte da appartenenti a ceti medi
Per dirvi ancora che la spiegazione del fenomeno criminale è complessa ,che le teorie lombrosiane,pur avendo dato importanti contributi e innovazioni,sono superate.
Nessuna delle ricerche al mondo,ribadisco con forza,può dimostrare con certezza i nessi immigrazione-criminalità.
Le uniche variabili accertate e correlate con i tassi di criminalità sono il ***** e l'età
Ultima modifica di beniamino; 09/11/2007 alle 08:27
Mi riattacco qui e riporto di nuovo quanto riportato qualche post addietro.
L'indulto ha liberato X italiani e Y stranieri.
E' certo che la percentuale di Y sul totale degli stranieri è maggiore di quella di X sul totale degli italiani.
Questo (che è specchio della percentuale della popolazione carceraria) porterebbe a dire "che gli stranieri delinquono di più", cioè la tesi di Belli (ovvero quella "ufficialmente riportata").
In compenso però i dati di rientro dicono che circa il 20% di Y è rientrato in carcere, mentre quasi il 30% di X è rientrato.
Questo invece come si concilia con l'affermazione di cui sopra?
Lo liquidiamo con un "gli stranieri delinquono di più, ma gli italiani sono più recidivi"?
O vogliamo approfondire?![]()
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
il tasso di recidiva va scomposto ancora più approfonditamente:e qui il dibattito è ancora più complesso e aspro:ma all'unisono tutte le varie tendenze(retribuzioniste,neo retribuzioniste,neurralizzative,rieducative,abolizioniste ecc..)sono concordi:il fallimento del sistema-penitenziario come argine al crimine,anzi come esaltatore criminogeno.
Qui le ricerche sui tassi di recidiva sono divise,contradditorie,per un semplice motivo:è difficile costriure metodologie il più esenti possibili da errori,dato spesse volte l'impermeabilità,l'autoreferenzialità dell'amministrazione penitenziaria.
ma una cosa mi sento di dire:a fronte di innegabili singole violazioni(inevitabili)dei benefici penitenziari,la stragrande maggioranza li rispetta.
quando si parla di recidiva,bisogna sempre partire dal concetto di "prisonizzazione",ovvero la creazione di un'organizzazione informale trai detenuti con valori e attehggiamenti propri,destinati a creare fratture con le prospettive e finalità delle autorità:la c.d sottocultura carceraria.
ma dopo la concordia su questo concetto e sugli alienanti e deprivanti effetti psicologici della prisonizzazione,nascono divergenze di tesi:chi enfatizza fattori istituzionali,chi altre variabili:età,classe sociale,carriera criminale.
Anche se secondo me,entrambi gli orientamenti si integrano,cioà non li considero antitetici
Quindi correlazione tra processo di prisonizzazione,atteggiamento e comportamento antisociale in carcere e fallimento dopo il rilascio..
Io ne deduco,così come altri ricercatori e esperti,che ad un minor grado di prisonizzazione crrisponde una maggiore possibilità di risocializzazione
In base a tutto ciò mi piacerebbe tanto conoscere la tua fotografia reale del crimine e del come mai il reo delinque.
Secondo il mio parere la linearità causa-effetto nei reati che danno maggiore allarme sociale esiste eccome!
Tu mi dici che la percezione della gente può essere alterata dai mass-media, dalle emozioni generate da eventi criminosi... e hai ragione.
Ma anche il tuo discorso sulla selettività delle FFOO è esclusivamente una percezione, ribaltata rispetto alla precedente, ma comunque solo una percezione. O hanno valore entrambe o nessuna.
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