sì
no
oggi mi sono avventurato con accalorata discussione con il mio collega vicino di scrivania...
Lui è uno di quelli che ha sempre il dente avvelenato con chi evade però, "stranamente", in questo caso si è dichiarato estremamente contrario alla pubblicazione.
Questo francamente mi sfugge, questo costante doppiopesismo, l'aspettare che il tutto venga sanato da altri ("basterebbe dare più soldi all gdf", diceva il collega) ma che, no, per carità, l'esporre alla "curiosità morbosa" (altra citazione) degli altri, nulla porta alla creazione di un substrato culturale che, se non altro, potrebbe funzionare da efficace deterrente verso gli evasori più "timorosi"...
E' quello secondo me il "bulk" dell'evasione, il pesce grosso ha sicuramente più mezzi per evadere ma è anche relativamente "semplice" da intrappolare...
Finchè avremo a che fare con una massa incredibile di persone, pesci medio-piccoli, che si sentiranno coperti da questo clima di conflitto d'interessi perenne, aivoglia ad aspettare che la gdf debelli l'evasione....
Allora, Visco ha deliberatamente permesso di pubblicare i dati on line dei contribuenti in quanto ha voluto, prima di andarsene, lasciare una traccia di se migliore di quanto fatto durante il suo mandato. Dopo che questo inutile polverone si sarà posato, tutti avranno un bel ricordo di Visco perchè se n'è parlato molto più adesso che durante il gobierno Prodi. Nessuno si ricorderà il motivo per cui se n'è parlato, ma alla fine tutti diranno che è stato un bel ministro. Contestualmente ha voluto ringraziare le frange estremiste della sinistra radicale con questo gesto populista regalando ai rossi estremi un software che ad ogni record di contribuente aggiunge un campo che viene automaticamente flaggato come "sporco borghese fascista" se il campo "reddito lordo" è superiore ai 50.000 Euro all'anno e "evasore" a tutti quelli che hanno redditi diversi da quello di dipendente. Il software è stato preparato da Nomisma ed è costato 15 milioni di euro a carico dell'amministrazione pubblica.
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Le due cose sono, per l'appunto, in contraddizione. Se noi abbiamo 10 finanzieri e 100 evasori fiscali ci sarebbe la speranza (teorica) che prima o poi arrivi per ciascuno un controllo. Se noi abbiamo (come abbiamo) 10 finanzieri e 10.000 evasori, i finanzieri, per quanti soldi gli dai, non ce la faranno mai.
Attendere quindi, di fronte a questa illegalità di massa, un intervento delle autorità preposte è pura utopia. O ipocrisia.
Non so ancora se sono d'accordo alla pubblicazione degli elenchi. Per me, ripeto, non ci sono problemi. Mi chiedo, però, se di fronte a certe situazioni estreme non sia il caso di prevedere misure estreme.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Ecco un passo di Rousseau che mi pare illuminante,come riportato in
http://www.ducaginofondazione.net/LA...20FRANCESE.htm
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Rousseau, perdutosi un giorno in una montagna e terribilmente affamato, entra nella casa di un contadino e gli chiede da mangiare. L’uomo subito rifiuta: non ha niente da dargli, perché,afferma, gli hanno portato via tutto. Per quanto cerca, non trova nulla,è tutto vuoto. Rousseau supplica, insiste. Il contadino lo ascolta e, calmatosi e riacquistata la tranquillità, apre tremando un nascondiglio, dal quale, con fare misterioso, estrae pane, carne e vino, spiegando che sarebbe un uomo perduto “se sapessero che posseggo tali sostanze”.
Questa era esattamente la situazione,in tutta la Francia, del contadino durante l’ancien regime.
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nell'originale è ancora piu efficace....naturalmente,non siamo più nella Francia prerivoluzione,ma parecchi che vedo in giro magari con macchinoni,telefonini etc etc tutte le insegne della Modernità Aggiornata,ma gratti un pochino.....
ecco qui una traduzione del passo preso da "le Confessioni"
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Un giorno fra i tanti, essendomi sviato di proposito per ammirare da vicino un posto che mi parve incantevole, me ne entusiasmai tanto e vi intrecciai tanti giri che mi perdetti del tutto. Dopo parecchie ore di inutili corse, stanco e mezzo morto di sete e di fame, entrai in una casa contadina non bella d'aspetto, ma l'unica che vedessi nei paraggi. Credevo che fosse come a Ginevra o in Svizzera, dove tutti gli abitanti sono in condizione di esercitare senza pena l'ospitalità. Pregai il contadino di darmi da mangiare, pagando. Mi offrì del latte scremato e una pagnotta d'orzo, dicendomi che era tutto quanto aveva. Sorbivo quel latte con delizia e masticavo quel pane, paglia e tutto; ma non era di gran ristoro per un uomo spossato dalla fatica. Il contadino, che mi osservava, giudicò dal mio appetito la verità della mia storia. D'improvviso, dopo avermi detto che ben vedeva come fossi un bravo giovane onesto non certo capitato lì per denunciarlo, aprì una piccola botola accanto alla sua cucina, scese e tornò in un momento con un bel pane bigio di puro frumento, un prosciutto appetitosissimo benché intaccato, e una bottiglia di vino la cui vista mi rallegrò il cuore più di tutto il resto. Si aggiunse a ciò una frittata piuttosto robusta, e feci un pranzo come nessuno, tranne un viandante, si gustò mai. Quando arrivò il momento di pagare, eccolo di nuovo preso da titubanze e timori; non voleva il mio denaro, lo respingeva con straordinario turbamento; e il comico era che non riuscivo a immaginare di che cosa avesse paura. Finalmente pronunciò rabbrividendo le terribili parole di esattori e di «topi di cantina». Mi fece capire che nascondeva il vino per via delle tasse, il pane per via dell'imposta fondiaria, e che sarebbe stato un uomo rovinato se si fosse dubitato che moriva di fame. Tutto quanto mi disse in proposito, e di cui non avevo la minima idea, mi fece un'impressione che non dimenticherò mai. Là nacque il germe di quell'odio inestinguibile che poi mi si sviluppò nel cuore contro le vessazioni patite dallo sventurato popolo e contro i suoi oppressori. Quell'uomo, benché agiato, non ardiva mangiare il pane guadagnato col sudore della fronte, e non poteva scongiurare la sua rovina che esibendo la stessa miseria dominante attorno a lui. Uscii dalla sua casa indignato e commosso insieme, deplorando la sorte di quella bella contrada cui la natura ha prodigato i suoi doni solo per darli in preda a barbari pubblicani.
bruno bournens,fraz san lorenzo,collalto sabino, rieti, lazio. 850 m s.l.m.* lat 42 09 45.0 N long 13 03 04.0 E * Foto Avatar: Zefirino, gatto Baropatico...che ora si chiama Tìtolo.
Che è ciò che intendevo io quando mi sono dichiarato moderatamente favorevole alla pubblicazione (continuo a ritenere che la necessità di tener traccia di chi visualizza i redditi sia una soluzione migliore). Mi chiedo se in un paese come l'Italia possa servire a qualcosa.
Ma ancor più mi chiedo perchè una presunta violazione della privacy suscita siffatto polverone, mentre l'evasione fiscale, che è un atto spesso doloso e criminoso, sciagura dell'intero paese, non susciti in ogni italiano un moto di orrido sdegno perenne.
I modelli fanno e disfanno. I santoni del web cianciano.
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