Non mi sembra proprio!
Spiattellare in prima serata su una televisione del servizio pubblico un giudizio sprezzante sulla 3° carica della Stato senza possibilità del minimo contradditorio, facendola passare agli occhi della gente come verità rivelata, mi pare che non sia il massimo della critica democratica!
E mi pare che Fazio, il Presidente della Rai Cappon ed anche la senatrice Finocchiaro non abbiano applaudito all'ennesima "uscita" di Travaglio!
Non mi pare che questi autorevoli personaggi siano esponenti della parte politica di Schifani; forse hanno capito che la misura era colma ed hanno invocato un intervento che ristabilisse un giusto confronto democratico.
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ma xchè continuate a difendere Schifani dal suo passato?![]()
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Quello che continui a non capire è che non si tratta di giudizio sprezzante, ma di dato di fatto.
Lo riscrivo a chiare lettere: se MT ha detto che Schifani è un mafioso ha sbagliato e in modo grave; se ha detto che è stato in affari con mafiosi ha detto una verità che data, peraltro, parecchi anni fa.
Mi rendo conto che magari qualcuno preferirebbe dimenticarselo .........
Ancora peggio; almeno la parte politica di Schifani un motivo per difenderlo da "roba vecchia" ce l'ha ......... Evidentemente ce l'ha anche la controparte.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Per me la Finocchiaro ha sbagliato, ma la cosa è inessenziale.
Il fatto è che siamo così poco educati alla libertà di stampa, in questo paese, che una notizia come questa dev'essere data di nascosto, e non in prima serata. Una CNN, se avesse scoperto che Obama o la Clinton o Mc Cain sono stati soci d'affari con mafiosi successuvamente conclamati, ci avrebbero aperto il TG per settimane intere.
Ma insomma: negli USA è successo un casino perché un pastore protestante, conoscente di Obama, ha pronunciato delle frasi che potevano essere interpretate come di odio razziale (erano frasi del tipo: i bianchi tengono schiavi i neri. Nulla, insomma, di paragonabile a "scenderemo coi fucili in piazza"). Obama ha preso le distanze.
In Italia siamo così assuefatti al servilismo verso il potere che la critica, quella vera, basata sui fatti, la si vuole ridurre al margine.
Il tuo messaggio qua sopra, che ho quotato, è la migliore esposizione di quello che dicevo prima: non si vuole la critica. Non si vuole vivere in un paese democratico.
Purtroppo.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
'etta che lo cito integralmente.
http://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Schifani
Avvocato cassazionista, già iscritto alla Democrazia Cristiana, ha aderito a Forza Italia nel febbraio 1994 ed è stato eletto in Sicilia al Senato della Repubblica sin dalle elezioni politiche italiane del 1996 nel collegio palermitano di Altofonte-Corleone, in rappresentanza della coalizione di Centro Destra. Nella sua prima legislatura è stato membro della commissione Affari costituzionali.
È stato anche consigliere comunale a Palermo per FI.
Rieletto nelle elezioni del 2001, nel corso della XIV Legislatura Renato Schifani si è reso protagonista della battaglia parlamentare per la stabilizzazione dell'articolo 41 bis, che ha reso definitivo il cosiddetto «carcere duro», previsto espressamente per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, istituto fino a quel momento di natura meramente provvisoria.[1] [2]
Porta il suo nome e quello del senatore Antonio Maccanico (l'Ulivo), il «lodo Maccanico-Schifani», una legge approvata il 20 giugno 2003, che sospendeva i processi in corso contro le «cinque alte cariche dello Stato» oggetto di numerose polemiche perchè sospendeva di fatto il processo SME per il presidente del Consiglio Berlusconi finché egli avesse mantenuto l’alta carica. In seguito la legge fu dichiarata incostituzionale dalla Consulta il 13 gennaio 2004. [3].
Successivamente nella XV Legislatura viene rieletto senatore per la terza volta, per Forza Italia, nel 2006 nella circoscrizione Sicilia - è stato anche membro della Commissione Territorio e Ambiente.
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Stretta di mano con il Presidente della Repubblica Napolitano
Ma soprattutto è stato protagonista dei dibattiti parlamentari del Senato, in qualità di capogruppo di Forza Italia nelle XIV Legislatura e XV Legislatura dal 2001 al 2008. [4]
Assenze in Senato nella XV legislatura: 321 su 1447 (22,2%).
Alle elezioni politiche del 2008 è stato eletto per la quarta volta, sempre in Sicilia, per il Popolo della Libertà.
Nel corso della prima seduta della XVI Legislatura, il 29 aprile 2008 è stato eletto Presidente del Senato della Repubblica al primo scrutinio, riportando 178 voti, (162 richiesti dal quorum), 4 in più della coalizione formata da PdL, Lega Nord e MpA.[5]
Critiche ed aspetti controversi
Schifani compare nel libro Se li conosci li eviti di Marco Travaglio e Peter Gomez. Il 30 aprile 2008 Travaglio (citando il suo libro) scrive sulll'Unità che Schifani è stato nel 1979 tra i fondatori della società Siculabrokers in cui ricoprì anche il ruolo di amministratore. Tra i soci di questa società, c'erano l'ex ministro degli Affari regionali Enrico La Loggia, Benny D'Agostino, Giuseppe Lombardo e Nino Mandalà[6][7][8] [9]. Benny D'Agostino è un imprenditore successivamente condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, Mandalà è stato condannato per mafia[10] ed è stato definito dai giudici il capocosca di Villabate[11], Lombardo è stato presidente e consigliere delegato della società di recupero crediti Satris[12] di cui erano soci i discussi esattori ed uomini d'onore della "famiglia" di Salemi Nino e Ignazio Salvo, arrestati da Giovanni Falcone nel 1984[13]. Nel 1992 Schifani insieme ad Antonio Mengano e Antonino Garofalo fonda la Gms, società di recupero crediti.
Il 10 maggio 2008 Travaglio, invitato al programma televisivo della Rai "Che tempo che fa" condotto da Fabio Fazio, ha menzionato i succitati rapporti del presidente del Senato Renato Schifani con uomini legati alla mafia[14], provocando dure critiche da parte di esponenti del PdL e del capogruppo del PD al Senato Anna Finocchiaro per quello che hanno considerato un uso distorto del servizio pubblico soprattutto per la mancanza del contraddittorio. Altri esponenti politici, come Antonio Di Pietro, hanno difeso la libertà di cronaca del giornalista, soprattutto sottolineando il fatto che non c'è bisogno di contraddittorio quando si narrano dei fatti obiettivi o delle vicende senza emettere giudizi.
In seguito sono arrivate le scuse del direttore generale della Rai Claudio Cappon e dello stesso Fazio.[15][16]
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
travaglio piu' o meno ha detto questo ( lo hanno detto anche altri giornalisti su altri libri molto prima di lui )
ora possiamo star qua a menar il can per l'aia raccontando favolette per girarci attorno ..
ma se qualcuno dopo quasi 10 pagine di post ancora nn e' riuscito a dirmi dove travaglio ha mentito .. un motivo ci sara'?
"
Schifani è stato nel 1979 tra i fondatori della società Siculabrokers in cui ricoprì anche il ruolo di amministratore. Tra i soci di questa società, c'erano l'ex ministro degli Affari regionali Enrico La Loggia, Benny D'Agostino, Giuseppe Lombardo e Nino Mandalà[6][7][8] [9]. Benny D'Agostino è un imprenditore successivamente condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, Mandalà è stato condannato per mafia[10] ed è stato definito dai giudici il capocosca di Villabate[11], Lombardo è stato presidente e consigliere delegato della società di recupero crediti Satris[12] di cui erano soci i discussi esattori ed uomini d'onore della "famiglia" di Salemi Nino e Ignazio Salvo, arrestati da Giovanni Falcone nel 1984[13]. Nel 1992 Schifani insieme ad Antonio Mengano e Antonino Garofalo fonda la Gms, società di recupero crediti."
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