aahhh che bello non avere di queste preoccupazioni... quando sarà, se sarà, tromberò come un riccio, altrimenti chissenefrega! però quasi quasi mi vien voglia di andare in giro a chiedere di uscire alle ragazze solo per il gusto di sapere che scusa si inventano![]()
Cit. dal film Wanted:"... Voi che cazz0 avete fatto ultimamente?"
Cit. da Colorado: "La neve scende a fiocchi perchè se scendesse a nodi non si scioglierebbe."
viva la φγα
No: ho visto abbastanza cose (ma soprattutto conosciuto abbastanza persone) da poter osservare i lati positivi e quelli negativi di buona parte dei posti in cui sia stato. Di fatto non potrei vivere in quasi nessun posto anche in Europa, e ho una lunga serie di città estere che detesto e abitudini che non approvo. Poi sono critico verso quasi tutto, ma confesso che il mio livello di intolleranza decolla quando si tratta di paesi cattolici e, ancor peggio, latini.![]()
"Se le sciocchezze fossero materia imponibile, alcuni personaggi subirebbero aliquote confiscatorie"
Ciao Tub.
Quello che ti ho già scritto e che immaginavo non sarebbe arrivato a segno, perché è un discorso difficile da accettare e da digerire, è che il rapporto che hai con amici all'estero, con colleghi di lavoro all'estero, con gente che conosci in vacanza o tramite amici e con cui "rimani in contatto" non è un reale specchio di com'è la gente in realtà.
Il fatto è che finché la gente non la vivi sul serio, a contatto quotidiano, condividendo con loro le stesse cose, la stessa lingua, le stesse esperienze, gli stessi problemi, la stessa vita, la stessa comunità, interfacciandoti con loro con problemi che vi toccano entrambi... non avrai mai la reale percezione di come sono realmente. Me ne accorgo perché vedo la gente (me compreso) come si comporta nella vita di tutti i giorni e come si comporta invece con gli amici. Quando invito i miei amici italiani in Irlanda o Norvegia o Danimarca, vedo i miei amici del luogo come si comportano con loro e noto la differenza con il loro essere quotidiano. La gente tende comunque a sentirsi "ambasciatore della propria patria" e a comportarsi in maniera migliore, a fare discorsi più intelligenti, ad essere più tollerante e a far sembrare non solo sè stesso, ma il proprio paese, più brillante possibile. Oppure tende a fare il contrario, magari, ma sono comunque comportamenti forzati. Non sono parole mie, sono parole di Jonni Rama, un mio amico finlandese. Che conosco molto bene nella vita privata e so che il Jonni che fa vedere in giro - ordinato, pulito, sveglio e civile - è lo stesso jonni che in privato lascia i piatti non lavati per 20 giorni nel lavandino, che spacca le bottiglie nel giardino e lascia i frammenti sui marciapiedi e che fuma 300 sigarette al giorno buttandone i mozziconi ovunque. Io sono certo che se gli scandinavi, che tu chiami "civili" senza sapere però esattamente di cosa stai parlando, sono così... anche gli altri europei non sono troppo da meno. Non credo proprio che la Germania sia tutta piena di santi, ma non mi pronuncio perché di tedeschi ho solo dei colleghi e amici, ma finché non ci vivrò di persona non saprò mai fino a che punto arriva la loro civiltà.
So che è fiato sprecato e che gli italiani continueranno perennemente a dire che in italia fa tutto vomitare e che all'estero sono tutti dei santi... ma nel mio piccolo provo lo stesso a dare un po' di prospettiva.
"You are not entitled to your opinion. You are entitled to your informed opinion. No one is entitled to be ignorant." (Harlan Ellison)
... che però si scontra con quanto dico, perchè di quanto le persone facciano nel privato non me ne può fregare di meno.
Quello su cui mi focalizzo è la convivenza civile e l'organizzazione. Un popolo può anche essere composto esclusivamente da alcolizzati e deviati sessuali, ma se il risultato è che lo stato in cui abitano raggiunge un certo livello di efficienza, dal sistema giuridico a quello economico, dagli incidenti stradali al rispetto dell'ambiente, allora tutto questo - che può essere misurato con i numeri e non con le impressioni - me lo fa valutare in maniera positiva. Il problema principale dell'Italia è l'assenza di senso civico e un individualismo difficilmente riscontrabile nella maggior parte degli altri stati europei (poi c'è sempre di peggio, come la succitata Russia): è una nazione di case linde e perfette e strade piene di merda, il che non mi piace, mentre il caso inverso è precisamente quello che si adegua meglio al mio modo di essere. Nessun posto è perfetto, ma per me un paese in cui il sistema statale funziona bene e dove la parola "meritocrazia" ha un significato è meglio, relativamente alla mia esistenza e al mio comportamento. Di cosa poi queste persone facciano una volta varcata la soglia di casa mi interessa poco; mi preme che si comportino in un certo modo quando devono relazionarsi a me o alla mia azienda.
Le statistiche internazionali su libertà d'impresa, efficienza del sistema giudiziario, efficienza del sistema sanitario (ambito questo, peraltro, ove l'Italia non è messa male), efficienza del sistema scolastico ed universitario - e così via - non sono opinioni ma numeri oggettivi. Per altre persone le cose importanti sono altre, per me sono (soprattutto) queste ed è innegabile che l'Italia, ahimè, figuri sempre molto, molto in basso in questo genere di analisi. Per me un paese civile è uno in cui puoi aprire un'azienda in cinque giorni e giungere alla risoluzione di una causa in poche settimane oppure, da un altro lato, ove non vengano parcheggiate le auto davanti alle rampe per handicappati, e continuerebbe ad esserlo, per i miei personali canoni, anche se gli abitanti fossero tutti eroinomani e spendessero i weekend mangiando le loro feci.![]()
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