Almeno teoricamente non ci dovrebbe essere gran differenza fra alto Mugello e alto Casentino, le posizioni si somigliano abbastanza: sono chiuse su tre lati da montagne relativamente alte, ma non così alte da inibire le precipitazioni tirreniche da un lato e gli spifferi freddi continentali dall'altro. Altitudine analoga, la valle di Firenzuola è una conca piccola, mentre il Casentino è una valle piuttosto lunga e ampia. Forse Firenzuola in inverno è più "cuscinettara", mentre il Casentino soffre di più lo scirocco, anche se riceve meglio con gli sfondamenti da est.![]()
[QUOTE=albedo;1057894662]Almeno teoricamente non ci dovrebbe essere gran differenza fra alto Mugello e alto Casentino, le posizioni si somigliano abbastanza: sono chiuse su tre lati da montagne relativamente alte, ma non così alte da inibire le precipitazioni tirreniche da un lato e gli spifferi freddi continentali dall'altro. Altitudine analoga, la valle di Firenzuola è una conca piccola, mentre il Casentino è una valle piuttosto lunga e ampia. Forse Firenzuola in inverno è più "cuscinettara", mentre il Casentino soffre di più lo scirocco, anche se riceve meglio con gli sfondamenti da est.[/QUOTE]
Quotone alla grande, è da anni che seguo il tempo da cliff, ho la sua stazione tra i preferiti in alto, abbinando i dati alle foto e alle varie analisi di Cliff posso dirti che mi hai tolto le parole di bocca!!!!
in normali infiltrazioni da Est (che colpiscono principalmente il centro - sud adriatico) semmai qui ci scappa la sfiocchettata o al più un accumulo irrisorio; mentre in Casentino si possono rilevare anche diversi centimetri e oltre a seconda ovviamente della situazione barica che va presentandosi.
Con lo scirocco, il discorso cambia anche e soprattutto per l'orografia del territorio, se le temperature in quota rimangono al massimo tra 0 e 1 grado dopo un periodo piuttosto freddo, non di rado nevica fino al fondovalle. Importante sono le termiche alle medie quote tanto è vero che in caso di scaldata intensa vi è gelicidio, fenomento ancora più frequente nella vallata del senterno che va dalla Pieve di Camaggiore, a Tirli, Passo del Paretaio fino a Palazzuolo sul Senio.
Spesso lo scirocco alle basse quote diventa un Nw freddo e la neve è copiosa.
Può piovere sulla Futa e sul Giogo ma già essere neve abbondante dalla Traversa e da Rifredo (Due km più a Ne) e così fino al fondovalle.
Verificando i dati di Cliff in queste occasioni vedo che alla stessa quota la temperatura si alza molto più velocemente.
Con venti da Sw invece il pratomagno ripara un po' il Casentino e dovrebbe all'inizio essere meno intensa la scaldata con neve da prefrontale fino alle medie -basse quote (Ovvio se a seguito di un'irruzione fredda).
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Comunque avete un bel clima rispetto al resto della Toscana.
Forse ci metterei qualche altra vallata appenninica, tipo Garfagnana e Lunigiana soprattutto per le abbondantissime precipitazioni. Però per il freddo penso che siete al top dell'Italia centrale (a quella quota, ovvio), e per le situazioni nevose ve la giocate alla pari con altre vallate adriatiche di Marche e Abruzzo. Con la differenza che queste fanno dei botti incredibili più che altro con stau da est ripetuto, mentre in Mugello e Casentino può nevicare indifferentemete da rodano, sfondamento da est, sud-ovest o scirocco con cuscinetto.![]()
non escluderei che per località con anomalie termiche negative il GW possa enfatizzarsi e quindi mentre nel resto del territorio l'aumento di temperatura è più contenuto in alcuni fondovalle si registrano aumenti maggiori.
L'influenza sulle media annuale è ridotta ma basta pensare per un fondovalle quanto cambiano le temperature invernali con 10 giorni in meno di neve al suolo: a parità di condizioni ci sono 4-6 gradi di differenza nelle massime. Per avere in un anno tre nevicate in meno con successiva durata della neve di 3 giorni basta anche mezzo grado in più mentre gli effetti sulle medie giornaliere dei successivi 3 giorni sono anche superiori a 2 gradi.
Nelle valli appenniniche osservo da anni la distribuzione di alcune piante che indicano bene la presenza di gelo forte e/o prolungato, come ulivi, mimose, oleandri, pini domestici ed effettivamente dagli anni 90 ad oggi la distribuzione è aumentata e la loro crescita sta superando ampliamente il ciclo che precedentemente passava tra un periodo di gelo intenso e prolungato ed il successivo. Una parte del fenomeno è dovuta all'uso di cloni di piante sempre più resistenti ma di certo il riscaldamento sta modificando anche il paesaggio agricolo ed i giardini.
Poi guardando le mappe delle anomalie mensili e dell'ultimo anno che vengono pubblicate mensilmente, si vede che alcune macro-aree si sono scaldate di più e altre di meno.
Certe configurazioni "anomale" o "rare" che ultimamente si verificano con frequenza maggiore di un tempo possono incidere in certe zone di più e altre di meno. E' interessante anche l'interazione fra orografia locale e condizioni sinottiche a livello micro. Il caso di Aosta che è stato più volte sollevato in un altro topic. Se aumentano i venti da Nord, a priori ci si aspetta che vengano dal Nord Europa o quantomeno dalle Alpi e quindi siano freddi, abbassando le medie; ma lì fanno favonio e invece scaldano.![]()
Certo, l'aumento degli effetti favonici per le località esposte a sud delle catene montuose è solo uno degli aspetti che concorrono all'aumento termico (come effetto, poi la causa sarà il Co2 o altro). Da quel che ho potuto verificare in questi ultimi 40 anni (facciamo che intorno ai 10 anni in su ero già in grado di osservare i fenomeni e compilare dati con un minimo di discernimento), ne ricavo queste considerazioni:
ISOLA DI CALORE. nei grandi agglomerati urbani (per esempio da me l'area metropolitana firenze-prato-pistoia), l'aumento è chiaramente superiore soprattutto per la minore capacità di irraggiamento notturno, che agisce sulle minime, sulla diminuzione della nebbia autunno-invernale ed altri piccoli fenomeni.
Pertanto l'aumento termico medio è maggiore nei centri urbani medio-grandi che nei piccoli paesi e nelle aree spopolate.
GPT E PRESSIONE PIU' ALTI. Fenomeno legato alla maggiore ricorrenza di configurazioni "calde": Hp africano, massimo di pressione sul Golfo di Biscaglia, Hp termici continentali meno efficaci e ingrombranti.
Ho verificato personalmente con la mia modesta serie di dati che la nuvolosità è diminuita e sono aumentate le giornate classificate con "serene", che ad esempio nell'anno 2008 hanno superato, per la prima volta in 35 anni, quelle "miste" e "coperte".
DIMINUZIONE PIOVOSITA'. E' una conseguenza diretta del punto precedente. La piovosità da queste parti è diminuita negli ultimi 20 anni intorno al 10-14%, con picchi del 20%. Diminuiti soprattutto i giorni di pioggia (meno l'intensità) e questo, ovviamente, comporta un minor numero di massime "basse", come nel caso del cielo coperto.
DIMINUZIONE NEVOSITA' - La si riscontra soprattutto a quote medio basse, cioè collina e pianura. Il numero di episodi non è calato, ma è senz'altro calato il numero di nevicate con un certo accumulo e la durata al suolo del manto nevoso.
EFFETTI FAVONICI - Essendo la Toscana settentrionale esposta a sud rispetto alla catena appenninica, soffre di effetti favonici dai quadranti settentrionali, più apprezzabili in situazioni anticicloniche con massimi collocati a nord-ovest (meno con irruzioni fredde da est). Una maggior presenza di venti favonici provoca nella piana Fi-Po-Pt molte giornate con minime relativamente elevate anche con cielo sereno, e per questo la zona si distingue da altre pianure toscane, come la Lucchesia (meno esposta) e il Valdarno sia inferiore che superiore.
Per il momento mi fermo qui.![]()
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