Opperbacco, bisogna mandare al NOAA un email per segnalargli che tutti i prodotti meteo (dati, serie storiche ecc) che ci sono a pagamento sul suo sito in realtà sono gratis. Devono cambiare la descrizione. Product: free.
Prova a richiedere 10 anni di dati suborari di una stazione qualunque (facciamo Palermo Punta Raisi o Charleroi ad esempio) nel NOAA-CDO e poi postaci in dollari quanto gratis è, grazie. \as\
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Chiaro. Perché o ti serve uno spaccato cross-sectional (i valori di n stazioni in un dato tempo), ed è costosissimo raccoglierteli da te (e impossibile se l'istante di tempo è passato) o ti servono serie storiche, che se riferite al passato sono impossibili da raccogliere autonomamente, retrospettivamente non te le puoi misurare tu in nessun modo.
Dunque non hai alternative. E quando non hai alternative, hanno la possibilità di farti pagare. Sei come un paziente che necessita di un trattamento life-saving (ad esempio una trasfusione urgente) in un paese con sistema sanitario a pagamento: paghi o crepi.
Cmq non tutti i paesi sono a questo livello di barbarie. In Gran Bretagna, vedo, ci sono un bel po' di dati con accesso gratutito dietro registrazione. Altri sono catenacciati, questo sì. La Spagna sta compiendo una manovra di pubblicazione a tappeto dei dati veramente massiccia e ammirevole.
Le organizzazioni pubbliche/statali che richiedono soldi per dati meteo paiono aver mangiato la foglia che con la tematizzazione da parte dei media del GW è cresciuta l'attenzione verso le questioni meteo/climatiche e al crescere della domanda, come è normale attendersi sotto presupposti di razionalità, sale il prezzo. Il fatto che il dato meteo non si consumi e non sia divisibile (è informazione su un bene pubblico) non rileva. Fra tanti interessati, un fesso che paga ci sarà e noi lo peliamo.
Funziona così.
Ecco qui quanto gratis sono i dati presso il NOAA (amministrazione pubblica USA). Per i dati orari del periodo 1981-2010 di Palermo Punta Raisi mi chiedono...
140 dollarini. Direi che si tratta di dati diversamente pubblici e diversamente gratuiti. Da noi le Arpe per chiedere soldi parlano di copertura dei costi di reperimento e invio dei dati (due minuti per estrarli, un minuto per l'email, quindi per un anno di dati di una stazione alcune chiedono cifre tipo 900 euro l'ora per un dataset da 45 euro), ma in questo caso è tutto automatico online: che cosa ci raccontano?
E sono pure dati estratti dai synops, quindi roba non validata così come esce dai bollettivi con errori di trasmissione, di battitura, i valori strampalati che emettono le stazioni eccetera.
Non escludo che altri dati magari di qualche rete pubblica USA possano essere gratis e pubblici, peraltro.
non è TUTTO gratuito ovviamente, e comunque lo è per tutti gli istituiti di ricerca, università, ricercatori, etc etc etc....
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Questo quasi sempre nella ricerca scientifica. E' una politica di restrizione dell'accesso ai dati al personale non-accademico, cioè non-embedded (o nested, mi piace di più) nel sistema. Non mi è molto chiaro a che cosa serva. Cioè, ho le mie idee su questo ma è meglio non esprimerle pubblicamente.
Sta il fatto che il dato non è pubblico, bensì è ristretto. Ed è gratuito solo per alcune categorie, sulle quali comunque grava il divieto di redistribuzione in forme ad accesso gratuito (e il più delle volte anche a pagamento).
Prova a immaginare quando c'era il dibattito sulla cancerogenicità del fumo di tabacco, con le multinazionali del tabacco che si lavoravano ogni categoria professionale e ogni editore direttamente o indirettamente legato o connesso con la sanità per influenzare i contenuti e i risultati degli studi; e un valutatore indipendente che avesse voluto metterci il naso personalmente per controllare se per caso qualcuno stesse barando, doveva pagarsi l'accesso ai dati.
Fantastico. Fidati, gli esperti siamo noi.Questa vicenda insegna che non è molto bene fidarsi troppo ciecamente della scienza.
Cmq per curiosità ho provato a rifare la richiesta di dati 1981-2010 ma stavolta ho chiesto una stazione USA, essendomi venuto il dubbio che i dati italiani fossero a pagamento perché si trattava di una stazione non sotto il diretto controllo del NOAA. Allora ho provato con Philadelphia aeroporto. Risultato, ancora 140 dollari.
Io ti posso cmq dire che (per esempio) tutti i dati radar della rete nexrad sono completamente gratuiti e non è poco....quando in Italia ti chiedono 20000 € l'anno per averli....
Quindi sicuramente anche negli USA qualcosa si fanno pagare....ma non è minimamente paragonabile alla nostra situazione!
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Beh, almeno da questo topic a dir poco delirante qualcosa di buono (grazie al mitico Ettore e a pochi altri!) è uscito...
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Francesco Dell'Orco
Riprendo una citazione di Borat..synops, quindi roba non validata .." le stazioni che emettono Synop sono certificate e fanno parte della rete WMO.Lasciamo un attimo da parte la polemica sulle installazioni ed attendibilità.Cosa vuol dire roba non validata? Il Synop ha un formato molto preciso e il sistema ha una serie di cross-check che dovrebbero evitare errori nella sintassi dei codici.Inoltre il messaggio è elaborato da una persona umana, ci fidiamo ancora dell'uomo, un professionista?.Detto ciò emerge chiara una verità che non nascondo e che è anche un problema per i grandi centri di calcolo, il filtraggio e l'attendibilità dei dati meteorologici in ingresso.
Occorre un ottimo sistema di filtro e ci si deve dedicare molto tempo in quanto le verifiche possono essere solo manuali. Ci abbiamo messo circa due anni ad elaborarne uno di pre-filtro in ingresso che standarizzi tutti i dati in ingresso per tutto il mondo , al fine di valutare le inizializzazioni GFS e correggerle a seconda dell'area.Il filtro per i LAM locali è sempre in continua modifica.
Non è poi esatto che non si usino i dati di stazioni meteo per così dire amatoriale per alimentare i LAM, pensiamo alle davis di una grande multinazionale di frutticoltura, manutenzione e monitoraggio costanti e le differenze sulle griglie coperte si vedono, anche quando si opera a livello locale con MOS ( correlazioni statistiche previsioni, archivi) per migliorare la previsione del punto.
Vuol dire esattamente quello che c'è scritto: che la macchina emette un valore (a volte sballato), l'omino lo copia e lo immette in un sistema (ad esempio si possono ascoltare in RTTY i synop di molte stazioni), questo viene ricevuto, memorizzato ed elaborato.
Ognuno di questi passaggi è soggetto ad errore. Filtra fin che vuoi, ma ognuno di quei passaggi è soggetto ad errori.
Se il giorno dopo un omino esamina i dati, fa controlli incrociati di plausibilità, esamina un grafico dell'andamento di questo o quel parametro, può riscontrare vari problemi e decidere di invalidare il dato. Questo passaggio nei dati NOAA-CDO non c'è, e sono dunque dati non validati. Il sistema memorizza automaticamente i synop e li archivia.
Ora non ho tempo di cercare la pagina precisa dove si trova questo (se ci tieni posso reperirla comunque) ma in una pagina di dettagli metodologici del climate explorer KNMI (Climate Explorer: About the Climate Explorer) l'amministrazione del servizio definisce i dati di origine synop come soggetti a molti errori.
Ultima modifica di Borat; 30/09/2011 alle 12:14
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