Beh, no proprio no!!
Con questa logica le specie autoctone, avranno concorrenza sleale, perche l'immancabile homo sapiens favorisce quelle esotiche, che non si integrano con il paesaggio e concorrono a modificarlo, insieme e in questo caso peggio, ai casermoni e ai troppi asfalti.
Un conto è coltivare piante da frutto per nutrimento, un conto spargere quelle esotiche.
salutifestivi![]()
Il continuo sostituire l'Italiano con parole inglesi, lo paragono alla cementificazione che inesorabilmente assottiglia la campagna fertile e generosa. Ineluttabile perdita, come di un lento suicidio.
Prendi le robinie però. Sono resistentissime ai terreni degradati (come colline incendiate di continuo) inoltre dopo il fuoco rispuntano facilmente e creano subito bosco. A me non sembra giusto che i rimboschimenti con questa pianta non si facciano solo perchè pianta non autoctona. Una volta migliorato il terreno s'insedierebbe col tempo il leccio al suo posto. Inoltre le piante esotiche come le palme si mettono in giardini privati o strade...non in parchi naturali. Se sopravvivono e si diffondono buon per loro
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Ci sono un'infinità di piante autoctone che sono preparatorie all'avvento di vegetazione boschiva, p.e. nelle tue, anzi ns zone, ne hai un'esempio con le piante xerofile della gariga (diffusa causa incendi ripetuti),tra le quali ampelodesma o lentisco, poi evolvere nella macchia mediterranea vera e propria con p.e. mirto, erica, corbezzolo ecc.,laddove le condizioni e l'uomo, permette, il tutto si trasformerà in bosco con leccio, acero minore, olmo ecc.
Come vedi l'esotico non serve e non serve neppure alle quote maggiori, dove p.e il pino nero assolve bene alla funzione preparatoria.
salutimeteo![]()
Il continuo sostituire l'Italiano con parole inglesi, lo paragono alla cementificazione che inesorabilmente assottiglia la campagna fertile e generosa. Ineluttabile perdita, come di un lento suicidio.
Si ma ho visto spini di giuda (o robinie non ricordo di preciso, cmq di quella specie) iniziare a colonizzare una zona vicino a una cava sassosa e con sle erba gialla alta (qui la chiamano stramma). Per passare dall'erba alla macchia ai lecci naturalmente ci sarabbero volute decine e decine di anni Il principio da adottare secondo me non è quello di "contrastare" delle specie forti che solo perchè non autoctone, ma lasciare che la natura faccia la sua lotta e non intervenire ulteriormente.
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Non è proprio un esempio tanto raccomandabile la robinia. Per quanto ne so (poco) è stata importata in Francia nei secoli scorsi perché il suo legno duro e resistente era adatto a realizzare le palizzate dei vigneti, ed essendo un infestante abbastanza terribile in men che non si dica è sfuggita al controllo ed è finita dappertutto. La primavera scorsa ho dovuto pagare un lattoniere con carro gru per farmi togliere delle giovani robinie dalle grondaie di casa.
Basta un seme portato dal vento o da una deiezione animale e in un amen (mezza vita umana su scala evolutiva è un amen) ci si trova un bosco di robinia, con tutte le sue gradevoli spine e la connessa impossibilità sostanziale a sbarazzarsene...
Non per fare il leghista botanico, ma personalmente se la robinina se ne sta a casa sua sono molto più contento. E' la più forte e darwinisticamente è destinata a trionfare. E' uno di quei casi nei quali auspicare la prevalenza del più forte ha connotati ideologici, perché per l'uomo e per l'ambiente la diffusione della robinia non è auspicabile sotto molti altri profili. Salvo per chi ama gli infestanti spinosi e per le aree che se ne giovano, niente da dire.
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