
Originariamente Scritto da
montel-NA
Carissimo Fabio, come ho avuto modo di scrivere giÃ* nei giorni scorsi a fronte di evoluzioni complesse quali quelle in gioco una calma olimpica si impone, nonostante la "forza" di una tendenza assai coerente da diversi giorni, oramai.
Il Vecchio Continente si sta avviando sul finire del mese corrente verso una fase di rigore invernale diversa per entitÃ* e presumibile durata dalle fisiologiche "incursioni" che contraddistinguono le stagioni fredde nelle loro accezioni più tradizionali.
Su questo nutro pochi dubbi, sebbene sia ancora piuttosto recalcitrante nel proporre confronti al momento ancora "irriverenti" con annate storiche, su cui si potrÃ* semmai dibattere soltanto in fase eventuale di bilanci conclusivi.
Il mio parere, filtrando il filtrabile da modellame ed indici assortiti, è che la portata e le dinamiche alla base dell'evento dovrebbero teoricamente condurre anche la nostra Penisola ad un coinvolgimento in tale circostanza, più o meno marcato a seconda dei "famosi" assi che andrebbero ad assumere le colate gelide in piena Europa.
Mi risulta difficile in ogni caso pensare ad una estraneitÃ* di buoni settori dell'italico Stivale in un contesto quale quello che dovrebbe andare determinarsi sull'Europa centro-orientale, sede verosimilmente preferenziale di allocazione di reiterati minimi di gpt ad alimentazione gelida in risposta alla realizzazione di un sodalizio anticiclonico tra l'azzorriano ed un analogo subpolare a ridosso dei settori continentali più occidentali, sodalizio agevolato a sua volta dall'approfondimento di Rossby in comparto atlantico centro-orientale.
Il tutto, come ormai andiamo scrivendo da giorni, propiziato da un drastico rallentamento zonale associato ad indebolimento e split del
VP, con presumibile corrispondenza tra analoghi, vistosi accadimenti a partenza dalla stratosfera associati a successivi riflessi troposferici.
Verosimile attendersi dunque la creazione di blocchi ad evoluzione bicellulare con annesse retrogressioni continentali ai livelli troposferici inferiori, secondo inclinazioni degli assi di rimonta anticiclonica e di conseguente avvezione periferica su cui si giocheranno le carte più importanti per eventuali, possibili conseguenze anche a livello delle latitudini mediterranee centrali.
Prematuro pertanto tracciare linee affidabili per la nostra Penisola, anche se risulta attualmente naturale assegnare "possibilitÃ*" decrescenti in progressione N/S, ma non per questo non è lecito ipotizzare qualche possibilitÃ* anche per le nostre regioni meridionali, al momento.
Certamente, l'occasione è di quelle che non capitano spesso e volentieri, e confesso che è oggettivamente assai stimolante seguire un'evoluzione particolare come quella in divenire, a prescindere dal rischio di rimanere, a bocce oramai ferme, con un pugno di mosche in mano.
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