Non è così strano. Gli autorigeneranti, proprio per la loro carattestica di stazionarietà, o meglio di rigenerarsi appunto in loco, portano accumuli estremamente disomogenei anche a pochi km di distanza.
Pomezzana in linea d'aria dista non più di 7-8 km da Viareggio, eppure in quella ora del 19 giugno 1996 in cui vi caddero 175 mm, a Viareggio, dove mi trovavo e osservavo stupefatto il temporale apuano (era la prima fase dell'alluvione dell'alta Versilia, intorno alle 8 del mattino se ricordo bene), non piovve affatto e comunque in tutto l'evento, mentre Pomezzana sfiorò i 500 mm, a Viareggio non si arrivò a 10.
Il 25 ottobre 2011, invece, quando Monterosso fu travolta dall'onda di piena e dalle frane dopo che vi erano caduti oltre 350 mm di pioggia, a Corniolo (la collina che divide Riomaggiore da Manarola, anche qui un 7-8 km da Monterosso) i mm caduti erano 23, il temporale "a V" sulla costa era bloccato tra Punta Mesco e Prevo (presso Corniglia), mentre nell'entroterra si allargava appunto a V martellando la Val di Vara e, oltre la displuviale tra val di Vara e Lunigiana, la parte settentrionale della Lunigiana (il Magra straripò ad Aulla, ma in questa cittadina piovve relativamente poco, gli accumuli furono mostruosi nell'area a monte di Villafranca).
Giovanni
Avatar: la grande nevicata a Peio il 20 gennaio 2009
Sugli autorigeneranti mi sono fatto una certa esperienza "sul campo", l'evento di Genova del 7-8 ottobre 1970 (allora avevo 11 anni e abitavo nel capoluogo ligure) fu uno di quelli che scatenò in me la passione per la meteorologia. Poi da appassionato delle Alpi Apuane ho vissuto con angoscia e dolore l'alluvione del 19 giugno 1996, trovandomi tra l'altro proprio a Viareggio e quindi assistendo da vicino allo scenario assurdo di quel temporale autorigenerante che si scatenava sui rilievi a pochi km da noi.
Le scene che vidi a Cardoso pochi giorni dopo l'evento del giugno 1996 speravo di non doverle rivedere mai più e invece ho rivissuto tutto nel luogo che forse mi è più caro, quella Vernazza dove sono spesso di casa (e per fortuna la casa non era sulla via principale, che fu sommersa da 4 metri di detriti).
Nel mio piccolo ho cercato quindi di documentarmi e capire le dinamiche di questi "mostri", apportatori delle famigerate "bombe d'acqua", fra le quali un posto d'onore ha anche quello del Fereggiano (4 novembre 2011, Genova, vedi l'accumulo orario di 181 mm a Vicomorasso). Genova è un'area a forte rischio per questi eventi, visto che la sua orografia rende non insolita la formazione e la persistenza sul posto di linee di convergenza tra tramontana e scirocco lungo le quali si sviluppano appunto i temporali, anche l'alluvione del 2010 a Sestri Ponente (tracimazione del Chiaravagna) ebbe dinamica simile e anche in quella occasione vi fu una linea netta di divisione tra area di forti piogge a area quasi asciutta, nello specifico fu la dorsale tra Val Bisagno e Val Polcevera.
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Giovanni
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Giovanni
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Giovanni
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