
Originariamente Scritto da
Snowhell
la realtà è un'altra per noi, caro mio....come dicevamo gg fa via cell e su altro lido con un amico, i dati di chiusura di quest'anno solare parlano chiarissimo: pluviometrie inaudite, paragonabili con quelle medie delle due principali citta' amazzoniche (Manaus e Belem) medie termiche in costante rialzo, neve scomparsa ormai del tutto (da diversi anni) in Appennino Meridionale, dove pure un tempo abbondava, sempre piu' rara e confinata alle quote apicali in Appennino centrale.
Le principali responsabili di questa preoccupante deriva climatica ormai quinquennale sono senza dubbio le correnti atlantiche che, complice un anticiclone oceanico incapace di creare blocchi duraturi (cede immancabilmente, dopo 3-4 giorni al massimo, proprio alla radice) irrompono con irrisoria facilita' sul bacino centrale del Mediterraneo.
Ma l'elemento davvero e' il trend termico follemente elevato di questi fronti in ingresso da ovest.
Oggi "Atlantico" fa rima con "Africa", significa veder entrare termiche dalla +6 alla +10 che resistono sino a fine precipitazione, significa neve oltre i 1.600-1.800 metri nei casi piu' fortunati, ma piu' spesso oltre i 2.200-2.400 metri, anche in pieno inverno.
Basta fare una rapida rassegna delle web-cam appenniniche per rendersi conto della situazione (che l'anno scorso, di questo periodo, era ancora peggiore: ricordate il pazzesco +19 a Rivisondoli del 31.12.2009??).
La domanda molto semplice e' questa: cosa ha determinato questa implacabile "africanizzazione" dei fronti atlantici, che pure, almeno sino a 5-6 anni fa, da noi portavano neve, mediamente, tra I 1.000 e i 1.500 metri di quota??
La risposta credo l'abbia data bene l'amico germano: l'aumento della pluviometria, l'innalzamento della quota neve sugli appannini e delle temperature sono dovute principalmente al fatto che dall'Atlantico non scendono più i sistemi frontali "old-style".
Mi spiego : quando un
sistema frontale (un sistema frontale è un minimo con i fronti tanto per intenderci in modo semplice) scende dall'Atlantico la sua traiettoria classica per arrivare in Italia era la Francia e sul nostro paese arrivava producendo nell'ordine : un
fronte caldo, un
fronte freddo e un'
occlusione.
Era la "classica" perturbazione atlantica che Baroni e Bernacca annunciavano su Rai1 negli anni '70/'80 da copione, da manuale con traiettoria Inghilterra, Francia, Italia.
Ora durante il pasaggio dei fc il comportamento "old-style" era simile al nostro attuale. La vera differenza la facevano i ff e i fo !
I ff facevano calare la temeratura e quindi abbassavano la quota neve sugli appennini e i fronti occlusi ci apportavano la quantità (di neve over 1000 mt s.l.m.) !!
Negli ultimi 5 anni, invece, come notavi tu, sembra che ci sia una "sovrabbondanza" di fronti caldi (oltretutto pervalentemente da SW che lasciano anche il settore orientale abruzzese sotto Garbino più frequente) con scarsi fronti freddi e gli occlusi che si formano non hanno un profilo termico abbastanza freddo lasciato dal fronte freddo (che latita).
La causa di questo "cambiamento" della ciclogenesi mediterranea è sostanzialmente dovuto allo spostamento del getto (saccature con asse SW---NE che si dispongono con direttrice Spagna--Francia--Europa centrale che, quindi, invitano i fronti caldi da Sud o SW verso l'Italia senza una ciclogenesi organizzata dall'atlantico a NW della Francia (alla maniera "old-style").
Si spiegano, quindi, le abbondanti nevicate alpine, padane del NW, l'innalzamento della quota neve appenninica centrale, l'alta pluviometria tirrenica e lo sgarbinaggiamento di Marche, Abruzzo e Molise.
In sostanza i sistemi frontali dovrebbero essere figli diretti del Ciclone d'Islanda e affondare nel medirettaneo tirrenico da NW e non da SW : da lassù contengono massa d'aria più "fredda" rispetto a una ciclogenesi che ti si forma dalle Baleari o dall'Atlantico portoghese e quindi il fronte freddo (il suo ramo freddo e il susseguente occluso) di un ciclone figlio dell'Islandese ti porta neve a 1000 mt su Lazio interno e Abruzzo....

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