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  1. #61
    Comitato Tecnico Scientifico L'avatar di mat69
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    Predefinito Re: 2014: Final Major Warming

    Citazione Originariamente Scritto da 4ecast Visualizza Messaggio
    Behh?
    Un po' di chiarezza sul Final Warming 2014 | Associazione MeteoNetwork ONLUS

    ... evidentemente mi sembrava di aver fatto chiarezza sul fatto che il titolo del topic errato, ma invece osservo che ancora si parla di Final Major Warming

    Allora Marco chiarisco che un warming NON-major si è avuto il 30 e 31 marzo con NAM a -2.2, come si evince da questo grafico

    Allegato 356985

    mentre da questo grafico

    Allegato 356986

    si evince che il FW Late sarà datato 18 aprile (con soglia dei berlinesi) o 19 aprile (con soglia di Black).
    Quindi anche se ammettiamo che ci sia stato il Major Warming con -2.2 di NAM il 30 marzo, vediamo trascorrere 20 giorni di ripresa di zonalità del Vortice Polare Stratosferico prima che egli tiri le cuoia (e quì probabilmente si vede la correlazione evento NON-major -> ripresa di zonalità...)

    Cioè l'eventuale/supposto/ipotetico MW non coincide col FW, in altri termini non siamo di fronte a nessun Major FW o *FW che dir si voglia. Quindi, continuando con le supposizioni, non ci sarà nessun carattere forzante tipico di un *FW sull'estate (sottomedia), che Alessandro ipotizzò che ci fosse stato l'ultima volta 20 e passa anni fa (che poi tra l'altro era Early).....

    Ragion per cui può fare una seconda parte fredda della primavera (ma io ne dubito alquanto..), può fare un'estate in media invece che bollente, ma non dipenderà certo da questo FW. Pensavo che questo topic secondo il mio modesto punto di vista fosse da chiudere...ma invece vedo che vi state appassionando tutto insieme. Bene bene


    Alle ottime considerazioni di Andrea posto qualche mia personale aggiunta.

    Non discuterei tanto sul fatto che il riscaldamento fosse di tipo Major in quanto, stando in dottrina, si è avuta l'inversione completa dei venti zonali oltre il 65°N sia a 10 che a 30 hpa, quanto invece correttamente sull'attributo da affiancargli dal momento che non si può certo chiamare Midwinter ma neppure a questo punto Final.
    Mi limiterei pertanto a definirlo un Major warming o un riscaldamento "maggiore".
    Il superamento della soglia del North Annular Mode va a sovrapporsi agli studi sopraccitati e inerisce alla definizione di ESE (warm = NAM => -3) con ciò che ne consegue in termini di precondizionamento strato/tropo.

    Ed è proprio in merito a quest'ultimo studio che si aprono rilevanze maggiormente pratiche e, se vogliamo, meno dottrinarie in quanto l'applicazione, in questa fase primaverile avanzata, di quelle che sono evidenze causa/effetto prettamente invernali è, a mio avviso, fuorviante.

    La propagazione di un riscaldamento strato in troposfera è già di per sè un termine improprio.
    Il riscaldamento infatti tende a perturbare la stratosfera e a consolidarsi per effetto del SSW misurato sia in termini di calore che di frequenza di trasporto verticale.
    Il fatto che già in inverno tale dinamica possa portare ad uno "sforamento" del NAM per propagarsi poi in tropo ( a sua volta disturbandola) non è causa nè necessaria (in quanto può bastare un disturbo consolidato anche inferiore se la tropo è "ricettiva")) nè sufficiente (in quanto può causare un evento di tipo cold).
    In questa fase stagionale inoltre i riscaldamenti dell'alta - media stratosfera sono già un fatto normale di natura fotochimica, pertanto la componente meridionale attribuibile ad uno SSW risulta difficilmente scindibile dalla prima anche se verificabile dall'anomalo incremento termico rispetto la media del periodo:

    pole30_nh.gif

    ma è ancora più difficile parlare di una propagazione in quanto vengono meno proprio le spinte downward dovute alla ricomposizione del vps alle quote alte della strato legate al nuovo raffreddamento radiativo proprio della stagione invernale una volta venuto meno il disturbo.

    Da ciò ne discende che sia assai arduo poter prevedere o misurare gli effetti di un Major warming primaverile (che sia o meno Final) in troposfera anche se il reiterarsi di una fase sopramedia assai prolungata porta con sè alcune considerazioni:

    1. che il sopramedia faccia fatica ad essere riassorbito;
    2. che occorra vedere, a questo punto, se gli strati più bassi (50/70 hpa) vadano anch'essi in incremento termico (essendo meno soggetti al forte riscaldamento radiativo) oppure ne rimangano scarsamente influenzati (nel primo caso è probabile che la componente dinamica risulti ancora attiva, nel secondo caso significa che il forte riscaldamento alle quote più elevate è ormai "isolato" );
    3. La propagazione, ammesso e non concesso ci possa essere, è certamente molto più lenta anche a causa del calo delle velocità zonali e dei minori attriti che si producono fra i livelli della stratosfera e fra strato e troposfera;
    4. di converso è anche possibile che un disturbo in grado di rallentare le velocità zonali anche laddove ancora presenti in maniera apprezzabile (medio bassa strato e troposfera) possa avere delle tempistiche lente anche nella risoluzione del dsturbo stesso, conducendo pertanto verso anomalìe circolatorie persistenti.



    A motivo di queste considerazioni inviterei a verificare se vi sia una certa qual coerenza tra l'anomalìa a 30 hpa e le quote inferiori benchè sia improbabile che possano raggiungersi a tali quote anomalìe termiche così importanti a ragione delle diverse tempistiche delle dinamiche di riscaldamento stagionale.



    time_pres_HGT_ANOM_ALL_NH_2014.giftime_pres_TEMP_ANOM_ALL_NH_2014.gif
    Matteo



  2. #62
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    Predefinito Re: 2014: Final Major Warming

    Citazione Originariamente Scritto da mat69 Visualizza Messaggio
    Alle ottime considerazioni di Andrea posto qualche mia personale aggiunta.

    Non discuterei tanto sul fatto che il riscaldamento fosse di tipo Major in quanto, stando in dottrina, si è avuta l'inversione completa dei venti zonali oltre il 65°N sia a 10 che a 30 hpa, quanto invece correttamente sull'attributo da affiancargli dal momento che non si può certo chiamare Midwinter ma neppure a questo punto Final.
    Mi limiterei pertanto a definirlo un Major warming o un riscaldamento "maggiore".
    Il superamento della soglia del North Annular Mode va a sovrapporsi agli studi sopraccitati e inerisce alla definizione di ESE (warm = NAM => -3) con ciò che ne consegue in termini di precondizionamento strato/tropo.

    Ed è proprio in merito a quest'ultimo studio che si aprono rilevanze maggiormente pratiche e, se vogliamo, meno dottrinarie in quanto l'applicazione, in questa fase primaverile avanzata, di quelle che sono evidenze causa/effetto prettamente invernali è, a mio avviso, fuorviante.

    La propagazione di un riscaldamento strato in troposfera è già di per sè un termine improprio.
    Il riscaldamento infatti tende a perturbare la stratosfera e a consolidarsi per effetto del SSW misurato sia in termini di calore che di frequenza di trasporto verticale.
    Il fatto che già in inverno tale dinamica possa portare ad uno "sforamento" del NAM per propagarsi poi in tropo ( a sua volta disturbandola) non è causa nè necessaria (in quanto può bastare un disturbo consolidato anche inferiore se la tropo è "ricettiva")) nè sufficiente (in quanto può causare un evento di tipo cold).
    In questa fase stagionale inoltre i riscaldamenti dell'alta - media stratosfera sono già un fatto normale di natura fotochimica, pertanto la componente meridionale attribuibile ad uno SSW risulta difficilmente scindibile dalla prima anche se verificabile dall'anomalo incremento termico rispetto la media del periodo:

    pole30_nh.gif

    ma è ancora più difficile parlare di una propagazione in quanto vengono meno proprio le spinte downward dovute alla ricomposizione del vps alle quote alte della strato legate al nuovo raffreddamento radiativo proprio della stagione invernale una volta venuto meno il disturbo.

    Da ciò ne discende che sia assai arduo poter prevedere o misurare gli effetti di un Major warming primaverile (che sia o meno Final) in troposfera anche se il reiterarsi di una fase sopramedia assai prolungata porta con sè alcune considerazioni:

    1. che il sopramedia faccia fatica ad essere riassorbito;
    2. che occorra vedere, a questo punto, se gli strati più bassi (50/70 hpa) vadano anch'essi in incremento termico (essendo meno soggetti al forte riscaldamento radiativo) oppure ne rimangano scarsamente influenzati (nel primo caso è probabile che la componente dinamica risulti ancora attiva, nel secondo caso significa che il forte riscaldamento alle quote più elevate è ormai "isolato" );
    3. La propagazione, ammesso e non concesso ci possa essere, è certamente molto più lenta anche a causa del calo delle velocità zonali e dei minori attriti che si producono fra i livelli della stratosfera e fra strato e troposfera;
    4. di converso è anche possibile che un disturbo in grado di rallentare le velocità zonali anche laddove ancora presenti in maniera apprezzabile (medio bassa strato e troposfera) possa avere delle tempistiche lente anche nella risoluzione del dsturbo stesso, conducendo pertanto verso anomalìe circolatorie persistenti.



    A motivo di queste considerazioni inviterei a verificare se vi sia una certa qual coerenza tra l'anomalìa a 30 hpa e le quote inferiori benchè sia improbabile che possano raggiungersi a tali quote anomalìe termiche così importanti a ragione delle diverse tempistiche delle dinamiche di riscaldamento stagionale.



    time_pres_HGT_ANOM_ALL_NH_2014.giftime_pres_TEMP_ANOM_ALL_NH_2014.gif
    Il consolidamento delle anomalìe, ormai quasi in tempo reale, è arrivato alle quote più basse della stratosfera:






    Matteo



  3. #63
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    Predefinito Re: 2014: Final Major Warming

    Avrei davvero pochi dubbi ormai a proposito del consolidamento del disturbo strato/tropo risalente ad un'anomalìa termica manifestatasi in maniera molto evidente a 30 hpa ove, seppure per poco si era registrata una completa inversione dei venti zonali anche sotto i 65 N.
    In questa fase stagionale non ha assolutamente più senso andare al di sopra (10 hpa) per la componente fotochimica ormai prevalente.





    Quando si instaurano disturbi alle dinamiche zonali in questa fase della stagione, già deputata ad un rallentamento delle stesse, non mi sento proprio di escludere il fatto che i disturbi consolidati alle medie latitudini possano anche assumere caratteri di persistenza dai quali si potrebbe paradossalmente uscire attraverso una forte reazione di segno opposto, sempre a carattere meridiano.

    Ma per ora c'è tempo


    Matteo



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