Ho ormai perso il conto delle volte in cui ho letto questa frase...e se andiamo a vedere un semplice dato statistico secondo me non e' affatto scontato che avvenga...Vedasi ad esempio il Febbraio 2012, nessuna apertura della porta atlantica, idem nel Dicembre 2001, a dire il vero l'ultima volta in cui mi viene in mente che si sia verificato in pieno uno schema come quello detto da te e' stato il Dicembre 1996, con appunto burian tra Santo Stefano e il 29 poi bassa pressione da W e scorrimento il 30-31 al nord. Altri casi pero non mi vengono proprio in mente.
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«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
ma scusami stiamo parlando di aria siberiana....lasciamo stare lo schema dell'apertura atlantica immediata dopo una retrogressione...ma per quanti giorni la pianura padana riesce a conservare il freddo?e stiamo parlando si gelo siberiano e quindi solitamente le temperature scendono al di sotto dei -10 in pianura padana...anche a distanza di giorni poi capita la perturbazione che porta la neve...che poi gira a pioggia dopo un pò se finisce il serbatoio questo è un altro discorso!!
Ok ma quello che dici tu e' teoricamente possibile ma il mio discorso e' di tipo statistico. Quante volte e' successo che oltre alla burianata al centro-sud sia poi arrivata una perturbazione atlantica a soddisfare il nord? Io negli ultimi circa 30 anni ricordo solamente il 1996 e il 1985, e in quest'ultimo caso con una certa riserva perché comunque il grosso del gelo lo fece dall'asse Foggia-Salerno verso nord (in Sicilia dell'85 manco se ne sono accorti praticamente). Per contro mi vengono in mente numerosissime situazioni in cui ad un afflusso di aria gelida da Nord-Est diretto al centro sud non sia poi seguita alcuna nevicata da addolcimento al nord: fine gennaio 1999, inizio gennaio 1993, il Novembre 1998, il Dicembre 2001, lo stesso Febbraio 2012.
In altre parole, il tuo discorso e' vero solo a livello teorico, spesso pero molte cose possibili in teoria non si verificano affatto nella pratica (che x me e' quella che conta) e d'altro lato e' anche facilmente intuibile il perché: per avere aria gelida al sud e medio Adriatico devi avere un blocco con radice di ferro sul Portogallo o un po' più a W tirato fino alla Scandinavia,il che significa Atlantico completamente messo all'angolo. Ora, puoi ben intuire come passare da Atlantico bloccato a perturbazioni in entrata nel mediterraneo in poco tempo sia teoricamente possibile ma molto meno facile nella realtà dei fatti, come dimostrano le statistiche.
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«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Condivido il tuo discorso
E' vero che in teoria è possibile tutto (anche passare dalla +20 alla -15 nel giro di 2 giorni per 3 volte di fila, volendo) ma quel che conta è poi ciò che si verifica di fatto
Sostanzialmente esistono due "grandi" target a macroscala in Italia, separati da una linea immaginaria che passa grossomodo a Roma (o poco a sud) e si orienta verso NE, tagliando l'Italia settentrionale + alto Tirreno dall'Italia meridionale + basso Tirreno + versante adriatico. Per praticità le chiamerò zona 1 e zona 2
Se il target di un'irruzione è la "zona 1", la "zona 2" viene esclusa quasi automaticamente, poichè significa che siamo in presenza di situazioni antizonali alte oppure di blocchi anticiclonici molto occidentali e/o a radice debole (o addirittura assenti, nel caso l'HP azzorriano resti molto a SW). In tutti e 3 i casi la "zona 1" riceve gelo intenso e nevicate, mentre la "zona 2" viene sostanzialmente risparmiata dal freddo e dalla neve poichè gli stessi minimi si formano in posizione piuttosto occidentale interessando la "zona 1" mentre la "zona 2" è frequentemente sotto richiamo caldo
Se il target è invece la "zona 2", questa è sotto freddo e precipitazioni, mentre la "zona 1" è sotto correnti secche settentrionali o comunque protetta dal blocco anticiclonico, che è logicamente messo in posizione tale da non far passare alcuna perturbazione sufficientemente occidentale e produttiva
E' vero che esiste tutta una serie di infinite vie di mezzo, ma solitamente non si scappa dai due schemi
Passare da una situazione che privilegia la "zona 2" a una che privilegia la "zona 1" e viceversa è molto difficile e richiede che si realizzino "mosse configurative" ben specifiche e poco frequenti
Può succedere se si forma un Wejikoff oppure uno SCAND+ "basso" che dapprima provoca un'irruzione continentale "bassa" e successivamente si rompe alla radice e fa passare qualche perturbazione atlantica
Oppure se si realizza un'irruzione artica o artico-continentale, con blocco a radice forte, diretta al centrosud, e poi il canadese va in situazione baroclina e "sposta" il blocco più a ovest, cosicchè il secondo affondo è più occidentale del primo
Ma sono situazioni di difficile realizzazione
Non sono completamente d'accordo:un'ondata di gelo "da Zona 1" può interessare parte della Zona 2.L'esempio classico recente sono le ondate di gelo del marzo 2005 e del dicembre 2010:in partenza,essendo originate da moti antizonali,dovevano escludere il sud Italia e i Balcani ma così non è stato.
Questo per quanto riguarda il gelo,perchè invece il fattore-neve è orticellistico per definizione.
Domenico, il discorso non era il gelo diffuso...lo so che ci possono essere condizioni di gelo diffuso, ma qui si parlava di quanto frequentemente capita che si passi da un'irruzione con target basso Adriatico ad una perturbazione atlantica
Il che è improbabile...succede, per carità, ma sono davvero episodi che si contano su di una mano
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