L'aumento(extra) della co2 durante il nino è dovuto alla ridotta produzione primaria sulle aree di terra specie in amazzonia; nell'oceano accade l'esatto opposto poichè si riduce l'upwelling di acque di profondità ricche di carbonio.
enso.png
Quello può essere un effetto, bisogna vedere se i dati sono al netto o sono modellizzati, cioè calcolati tenendo conto dello stato termico complessivo degli oceani, perchè (almeno su questo concorderai), più caldi sono gli oceani, più CO2 non può essere trattenuta in forma solubile negli oceani.
grazie comunque per il tuo prezioso contributo!![]()
Qui c'è un link interessante...http://forecast.uchicago.edu/chapter4.pdf
Per ora prevalgono ancora proiezioni che vanno verso un episodio di NINA dalla tarda estate nonostante l'incertezza sia aumentata parecchio nelle ultime settimane.
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In particolare, CFS vede un mantenimento delle anomalie positive in area ENSO 3.4 ma UKMO, ECMWF, CMC e ancor più GFDL vedono lo sviluppo della NINA dalla tarda estate
Quando emerge, il Nino tende in primis ad influenzare la componente oceanica del sistema biogeochimico associato al ciclo del carbonio e a ridurre provvisoriamente il rateo di crescita della CO2. Da un lato, infatti, diminuisce l'upwelling di acque fredde e ricche di nutrienti e di carbonio nel Pacifico tropicale orientale: questo porta ad avere acque superficiali più calde, indi riduzione del degassamento di CO2 da questa regione (che è una delle principali sorgenti oceaniche di CO2 naturale). Dall'altro, la diminuzione di biomassa e di fitoplancton indotta dal Nino - che di per sé tende a ridurre la capacità di assorbimento di CO2 da parte di quell'ampia porzione di oceano – rafforza l'efficienza della pompa biologica (il gradiente fra superficie e profondità oceaniche del carbonio inorganico disciolto, controllato dalla biocenosi marina) contribuendo ad aumentare il flusso di carbonio verso l'oceano.
Appena il Nino entra nella sua fase matura (e per diversi mesi a seguire), poi, prevalgono gli effetti sulla componente atmosferica e biosferica terrestre del sistema e in questo caso vengono favorite le emissioni di CO2. Infatti i picchi in concomitanza con le fasi mature del Nino, oltre alla già segnalata diminuzione di fitoplancton in oceano, si possono spiegare con gli effetti meteorici che il fenomeno induce su ampie regioni continentali ai margini del bacino oceanico e coperte da vegetazione pluviale. È ben noto che al Nino sono associate riduzioni di precipitazione e maggiori siccità nel sudest asiatico (per es. in Indonesia) e in Amazzonia: queste siccità favoriscono un aumento degli incendi della foresta pluviale, aumento che a sua volta causa questi picchi nell’emissione della CO2; la combustione di biomassa e dei depositi di carbone e torbe superficiali presenti soprattutto in Indonesia provoca emissione diretta di CO2 e, per le foreste, perdita funzionale di fotosintesi con relativa diminuzione di pozzi di stoccaggio naturale del gas serra.
In sintesi: circa i 2/3 delle fluttuazioni interannuali osservate nel rateo di crescita della CO2 atmosferica sono imputabili agli effetti che l'ENSO produce sulla biosfera terrestre, il rimanente terzo è invece guidato dagli effetti sull'oceano.
~~~ Always looking at the sky~~~
Grazie per l'ottima spiegazione steph!Guardando attentamente i grafici postati da elz, si vede in effetti che comunque il contributo del Nino nel suo complesso sui livelli finali di CO2 è positivo (correlazione positiva). La cosa che trovo interessante è il fatto che il contributo maggiore venga dalla biosfera e non come pensavo dalla minore o maggiore capacità di assorbimento legata alle proprietà fisiche dell'oceano.
Spiegazione bella ed elegante che, però, temo, non spieghi tutto.
Solito grafichetto. Una è la serie ONI, indicatore di Niño: a valori positivi e alti corrisponde Niño. L'altra indica la differenza di concentrazione di CO2 tra un mese e l'anno prima. Il valore a marzo 1970, per esempio, è dato dalla differenza tra la concentrazione a marzo 1970 e marzo 1969. E' vero che, in certi momenti (in particolare nel 1998) si vede la serie CO2 che tocca un picco poco dopo l'episodio di Niño. Lo stesso, presumibilmente, sta accadendo per i mesi che vivivamo ora.
Ciò detto, però, alcune cose vanno notate. Il Niño del 1982 è stato "bucato" dalla CO2 che non mi pare che abbia risposto in maniera analoga a quanto fatto nel '98. Nel periodo successivo al '98, poi, la CO2 è rimasta abbastanza ferma, senza le variazioni che aveva nei decenni precedenti.
ONI-CO2.jpg
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
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