Le proprietà riflettenti degli aerosol sulla radiazione solare in entrata agiscono, a parità di volume, in maniera infinitesimale rispetto alle proprietà assorbenti dei gas serra (CO2 compresa), e quindi alla mancata dispersione, della radiazione infrarossa in uscita. Le nuvole ci sono sempre state e comunque il vapore acqueo non si accumula ma si rinnova con il ciclo dell'acqua. Il minor effetto albedo per deplezione della banchisa polare sta agendo vistosamente nelle zone artiche come dimostrano le notevoli anomalie positive delle temperature in quelle zone.
Più vegetazione equivale anche a più evapotraspirazione, quindi a maggior carico di umidità disponibile per infarcire l'innesco di fenomeni piovosi abbondanti/estremi.[/QUOTE]
Migrazione significa "spostamento", non espansione. E questo deriva dal mutamento degli schemi meteorologici, lo stesso processo che porta ai ricorrenti regimi di persistenza, quindi ai blocchi atmosferici, quindi alla maggior probabilità di fenomeni persistenti/estremi.
Questa proprio non l'ho capita....
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Ultima modifica di Luca Angelini; 06/04/2017 alle 15:55
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Da quello che ho potuto leggere l’interazione tra radiazione e nuvole rimane una delle maggiori fonti di incertezza nei modelli climatici.
Quindi l'affermazione "le nuvole ci sono sempre state" mi sembra assai semplicistica e lo sanno anche all'IPCC.
Le temperature vstosamente positive nelle zone polari probabile che siano "vistose" perchè le abbiamo osservate solo da qualche decennio e solo stimate quelle più indietro nel tempo, sempre dai modelli di calcolo.
più vegetazione equivale anche a più assorbimento
si sposterà anche ma se la CO2 aumenta qualunque terreno spostandosi sarà meno arido.
Le piante con più CO2 riducono gli stomi e hanno bisogno di meno risorse idriche.
Qui ti posto un articolo di qualche anno fa su science daily sull'effetto fertilizzante della CO2:
https://www.sciencedaily.com/release...limate+News%29
La fonte di incertezza sta nel quantificare il diverso gap di assorbimento/riflessione della radiazione infrarossa a carico delle varie tipologie di nubi (basse, medie, alte). La copertura nuvolosa totale, fatta eccezione per le piccole variazioni dovute all'influenza dei raggi cosmici, rimane pressochè invariata ai fini del bilancio radiativo dell'atmosfera.
La diversa tipologia di terreno, modificata dall'agricoltura, può al massimo incidere su fenomeni a scala locale. Le anomalie positive del campo di temperatura nelle regioni artiche sono causate dalla riduzione delle aree coperte dai ghiacci (albedo maggiore) in favore di superfici oceaniche scoperte a forte assorbimento.
In fondo hai scritto "si sposterà anche ma se la CO2 aumenta qualunque terreno spostandosi sarà meno arido."
Ponendo caso di aver capito il senso.... Se gli accumuli totali di pioggia annuale sono gli stessi, ma mal distribuiti a causa dei citati regimi di persistenza, il terreno risponde divenendo più arido. Quindi le fasce aride si spostano e con esse si modificano quindi anche le fasce vegetate, visto che le piante per crescere hanno anche bisogno di acqua, non solo di CO2.
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Non esiste soltanto il vapore saturo umido,esiste anche il vapore saturo secco che non è visibile e non quantificabile esattamente dai modelli dell'IPCC.
Non esistono solo le aree aride calde, esistono anche le aree aride ghiacciate che scoperte diventano verdi e coltivabili, non mi pare una cosa negativa.
Per il resto non ho capito come fai a scrivere con certezza che le piogge sono mal distribuite visto che i vari studi anche su questo aspetto sono contradditori.![]()
- Il vapore acqueo non è quantificabile ai fini del bilancio radiativo globale perchè invisibile??
- Le zone aride sono aride, quelle ghiacciate sono ghiacciate. L'oceano artico senza ghiacci non è certo coltivabile, ma agisce sul bilancio radiativo globale per il venir meno dell'effetto albedo.
- La distribuzione delle piogge è intesa come "distribuzione temporale" e non spaziale. Diversi studi sono in corso e per questo i risultati al momento sono parziali, intanto ci si sta lavorando proprio perchè alcune evidenze hanno posto il problema.
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- i modelli IPCC lo quantificano, ma tra modello e modello esistono forti differenze.
- il vapore saturo secco non è visibile.
no, l'Antartide è uno dei posti più aridi della Terra per non parlare di quelle alle alte latitudini artiche.. a parte questo si parlava di CO2, che scioglie il ghiaccio (in Canada per esempio) e riporta alla luce vegetali (briofite): bisognerebbe anche chiedersi come sia stato possibile che le analisi ritengano che tali vegetali siano stati seppelliti sotto il ghiaccio tra il 1550 e il 1850..
Regeneration of Little Ice Age bryophytes emerging from a polar glacier with implications of totipotency in extreme environments
sì certo mal distribuite in tutti i sensi, ma l'IPCC nel suo report quali evidenze di dati scrive? mi deve essere sfuggito leggendolo.
Ho letto solo previsioni in tal senso, scusa se mi riferisco alle quattro righe, ma visto che ti sei posto così alla tua prima risposta potresti condividere queste conoscenze con noi.![]()
Ultima modifica di Alessandro(Foiano); 07/04/2017 alle 17:11
L'IPCC ha sempre e dico sempre parlato in linea generica di "rischio di desertificazione" con particolare riguardo alle fasce subtropicali e mai di mal o cattiva distribuzione delle piogge in previsione...alla luce dei fatti, questa previsione è stata assolutamente smentita dai fatti che invece dimostrano quasi il contrario...ma, ovviamente, se si mette in discussione l'IPCC si è tacciati di negazionismo o quantomeno di ignoranza.
Questo è solo un esempio: potrei anche citare la previsione di aumento esponenziale di eventi estremi quali i tornado e/o tifoni, anche questa previsione smentita dai dati di fatto.
Se l'Artico (che è un oceano) e l'Antartide (che è un continente glaciale) sono "i posti più aridi della Terra..... come lo classifichiamo il Sahara?
Per altro vedo che stiamo ormai divagando perdendo come obiettivo l'argomento del post con ardue arrampicate sugli specchi.
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